NASCE IL BLOG “MAFIE”

da

19 Gennaio 2017

Da qualche settimana Attilio Bolzoni, uno dei più autorevoli giornalisti che da decenni racconta fatti di mafia, ha inaugurato all’interno del sito web de la Repubblica il blog MAFIE, nel quale vengono messe a confronto opinioni e riflessioni sul fenomeno mafioso e la sua evoluzione.
Riteniamo utile e importante darne diffusione, visto peraltro il contributo di altri autorevoli ospiti.

 

Dov’è? Dove si è nascosta?

[ezcol_1half]di ATTILIO BOLZONI

Dove è? Dove si è nascosta? Dove la dobbiamo cercare? «Io non so più come fotografarla perché non la vedo», dice Letizia Battaglia che con i suoi scatti l’ha fatta conoscere al mondo. Nel mezzo delle “guerre“, quando c’erano i morti a terra che diffondevano paura e allarme sociale. Durante i processi, quando i boss dietro le sbarre ne certificavano l’esistenza. E adesso, che non spara più e che qualcuno la dà perfino in via d’estinzione, dov’è la mafia? E’ destinata inesorabilmente a scomparire? Si è tramutata in un’élite che punta ad accorciare sempre di più le distanze fra mondo illegale e legale? Ogni epoca ha avuto la sua mafia, quella di oggi sembra una mafia senza più mafiosi.
In questo 2017 cade il venticinquesimo anniversario di Capaci e di via D’Amelio. Il 1992, l’anno che ha cambiato tutto.
Dopo le uccisioni di Falcone e Borsellino la reazione dello Stato è stata, come mai prima, decisa e persistente. Ma alla repressione giudiziaria e poliziesca non è seguita un’analisi profonda capace di cogliere i grandi mutamenti delle organizzazioni criminali, in grado d’intuire per tempo quali sono state le loro scelte e i loro riposizionamenti nella politica, nell’economia, nella finanza.[/ezcol_1half] [ezcol_1half_end]


Più ci si è allontanati dalle stragi e più le mafie hanno abbandonato la strategia della violenza e apparentemente perduto il loro potere, così di mafie in Italia se ne parla e se ne scrive sempre meno. E quando vengono raccontate sono le banalità a prevalere, i conformismi culturali, le pigrizie investigative. La faccia di Totò Riina non può più spiegare cosa sono diventate.
Hanno preso altre forme, si presentano con volti difficilmente collegabili ai vecchi padrini, hanno infranto definitivamente anche il tabù delle loro sovranità territoriali. Le mafie non hanno più un solo luogo. E se le inseguiamo con le categorie e gli schemi ai quali eravamo abituati – pensando che siano ancora quelle del 1992 – fra qualche anno non le troveremo più. Non sapremo più riconoscerle.[/ezcol_1half_end]

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