ADDIOPIZZO PARTE CIVILE NEL PROCESSO ANTINORO

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22 Ottobre 2010

Addiopizzo parte civile nel processo AntinoroIl comitato Addiopizzo è stato ammesso quale parte civile nel processo penale contro l’On. Antonio Antinoro, imputato del reato di scambio elettorale politico-mafioso previsto dall’art. 416 ter del codice penale. È la prima volta che Addiopizzo decide di costituirsi parte civile nei confronti di un uomo politico e per un reato diverso dal reato di associazione mafiosa e di estorsione.

Tale scelta si basa su una semplice considerazione: la mobilitazione dal basso è fondamentale affinchè si possa contrastare il sistema di potere mafioso, ma è tanto fondamentale quanto insufficiente se, accanto ad essa, non si pone un’assunzione di responsabilità diretta della classe politica. Chi governa in Sicilia, in particolare, ha il dovere di evitare qualunque contatto che potrebbe rivelarsi compromettente, altrimenti non è all’altezza della situazione.

L’On Antinoro, candidato nella lista dell’UDC alle elezioni del 13 e 14 aprile 2008 per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha ottenuto la promessa da parte di esponenti mafiosi del mandamento di Resuttana, di avere procurati 60 voti in cambio dell’erogazione della somma di tremila euro. A nulla rileva, in questo senso, la modesta quantità di voti promessi ed ottenuti. Sessanta voti, in relazione ad un bacino elettorale molto più vasto, diventano pesanti, perché non sono le decine di migliaia di voti anonimi ottenuti dall’ On. Antinoro, ma sono quei sessanta voti promessi dall’organizzazione criminale. Essi rappresentano una golden share, cioè quella  che nel linguaggio azionario si chiama azione di controllo, determinante, al di là del suo peso percentuale, per entrare a pieno titolo nelle sorti del sistema politico.

Ancora una volta, dunque, assistiamo ad un drammatico connubio mafia-politica che  viola l’istituto più importante delle democrazie moderne, ossia il voto popolare e compromette quello che Libero Grassi aveva denominato il primato della qualità del consenso: “ad una cattiva raccolta di voti, diceva Libero, corrispondono una cattiva democrazia e delle cattive leggi”. Ed è proprio in un sistema come questo che il potere mafioso attecchisce e si sviluppa.

Attraverso la scelta di costituirsi parte civile in questo processo, il Comitato Addiopizzo continua a promuovere una cultura della legalità basata sui principi della Costituzione, in opposizione a Cosa Nostra e ribadisce alla classe politica tutta il proprio accorato appello ad una chiara e netta assunzione di responsabilità.

 

Come si conclude il processo.

Di seguito la decisione della Cassazione che in data 28 marzo 2017 rigetta il ricorso della Procura Generale di Palermo avverso la sentenza della Corte di Appello del 13 aprile 2016 del capoluogo siciliano che si è pronunciata per l’estinzione del reato  di “corruzione elettorale” per intervenuta prescrizione.
Nel link si possono approfondire circostanze e motivazioni:

 

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