Il Piano Marshall della mafia Usa per rilanciare i clan dell’Isola
Fonte: la Repubblica – Palermo
Allarme della Dia: ” Flussi di denaro da New York a Palermo per sostenere le famiglie degli scappati” Il giallo delle carte di credito affidate ai bambini per superare i controlli al ” Falcone e Borsellino”.
Crisi Covid, sos Sicilia hotel e ristoranti nel mirino delle cosche
Fonte: la Repubblica – Palermo
Il dossier Cerved sulle aziende cedute lancia un allarme sul riciclaggio L’Isola è la terza regione d’Italia per quota di società passate di mano.
L’allarme della Dia: “Gravi infiltrazioni di mafia negli enti locali. Assalto ai fondi pubblici”. Rischio scarcerazioni
Fonte: la Repubblica Palermo
La relazione della Direzione investigativa antimafia al Parlamento conferma che i boss hanno sfruttato il periodo di lockdown. Il ruolo di Messina Denaro. Il nuovo patto Sicilia-Usa.
La mafia di Palermo si riorganizza fra le tensioni, i commercianti denunciano il pizzo: 16 arresti
Fonte: GdS.it
La mafia di Palermo si riorganizza. O almeno ci prova. I quartieri della zona nord del capoluogo siciliano vivono le fibrillazioni fra uomini d’onore nuovi e vecchi, fra veterani, capi in ascesa e scarcerati. Sullo sfondo estorsioni ai commercianti, attentati a chi si ribellava, minacce e una guerra per il potere che hanno portato oggi a 16 arresti nell’ambito dell’operazione denominata Bivio.
Quel notizione segreto in prima pagina. Uno scoop contro il muro di omertà
Fonte: Giornale di Sicilia
Gli articoli di Foresta e Vaccarella sul Giornale di Sicilia e dopo nulla fu più come prima.
“La mafia resta pericolosa ma ora lo Stato c’è”
Fonte: Giornale di Sicilia
L’intervista al procuratore Lo Voi: “l’imprenditore non fu affato un pazzo ma uomo onesto che seguì la sua strada”.
La rivoluzione di un uomo Libero partita trent’anni fa da questo giornale
Fonte: Giornale di Sicilia
Grassi e il rifiuto isolato di mettersi a posto. Pagò con la vita, ora chi denuncia non è solo.
Comprare al bar antiracket aiuterà pure chi ha bisogno
Fonte: Giornale di Sicilia
Consumo critico antiracket e sostegno alle famiglie indigenti che a causa della pandemia sono andate ancora più a fondo. Una campagna che regala speranza in queste strane feste del Natale 2020 quella avviata da Addiopizzo.
Quelle riunioni in sacrestia per far nascere l’antiracket
Fonte: la Repubblica Palermo Per i trent’anni dell’Acio (Associazione commercianti e imprenditori orlandini) la prima associazione antiracket che avrebbe segnato una svolta nel movimento antimafia degli ultimi decenni, i fondatori, invece di celebrare il solito rito, hanno organizzato una maratona di riflessioni su temi che non riguardano solo l’antiracket e l’antimafia ma più in generale […]
Mafia al Borgo, torna libero un indagato: “Non ha imposto il pizzo per la festa di Sant’Anna”
Fonte: PalermoToday
Torna libero Pietro Cusimano, che era finito in carcere con altre 19 persone il 13 ottobre, nell’ambito del blitz dei carabinieri “Resilienza”, contro il clan di Porta Nuova. Secondo la Procura si sarebbe occupato per conto dei boss di taglieggiare i commercianti per organizzare la festa della patrona di Borgo Vecchio.
Dalla zona rossa in aula: “Io vittima del pizzo”
Fonte: LiveSicilia
Sono state quattro le persone ascoltate dal tribunale presieduto da Salvatore Flaccovio e hanno tutte ricostruito una presunta estorsione messa a segno da Pietro Merendino (considerato il capomafia di Misilmeri). In particolare a raccontare le estorsioni subite è stato un imprenditore di Misilmeri che alla fine ha deciso di rivolgersi al comitato Addiopizzo riferendo anche del supporto psicologico e materiale ricevuto da parte dell’associazione.
Geraci: “Così facevo pagare il pizzo”. Nuovo pentito svela traffici e affari
Fonte: Gds
Geraci è stato un “uomo di fiducia” del capomafia emergente del centro storico, Alessandro D’Ambrogio, che gli aveva affidato il compito di curare il settore delle estorsioni. in effetti il pizzo veniva chiesto a tappeto, a tutti i negozianti, tranne “a quelli con l’adesivo” e cioè ai commercianti che aderivano ad Addiopizzo.
Nuovo pentito a Porta Nuova, Geraci racconta i segreti dei clan
Fonte: LiveSicilia
Geraci è stato uno degli uomini più fidati del reggente del mandamento di Porta Nuova e aveva l’incarico di gestire gli affari sporchi a Ballarò. Il pizzo era imposto a tappeto tranne ai negozianti che aderivano ad Addiopizzo. “Da quelli non andavano proprio- spiegò Gravana a uno dei legali del Comitato- perché era un problema per noi”.
L’Onu vota la “risoluzione Falcone”. Il metodo del giudice ispirerà la lotta alle mafie nel mondo
Fonte: Corriere della Sera
Approvata a Vienna la “risoluzione Falcone” contro la criminalità transnazionale. Proprio Falcone aveva intuito che più che le persone bisognava seguire il fiume di denaro “sporco” che generavano e il suo “follow the money” è diventata la pietra miliare di tutte le indagini in tema di malaffare nel mondo. È il primo atto di questo genere che valorizza il contributo di una singola personalità.
Palermo, le associazioni scrivono a Conte: “A una stretta di mano segua un impegno di ricostruzione”
Fonte: Republica.it
A seguito della denuncia collettiva dei commercianti e degli imprenditori del quartiere Borgo Vecchio, il comitato Addiopizzo, Libera Palermo contro le mafie, Moltivolti e Per Esempio onlus, hanno scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte chiedendo un incontro per affrontare i reali bisogni della città.
Palermo, imprenditori detective contro la mafia: così hanno denunciato gli uomini del pizzo
Fonte: GDS.it
L’indagine di Dda e carabinieri che ha portato a 20 arresti contro il clan del Borgo Vecchio fa emergere con chiarezza il timore dei mafiosi a domandare la tangente.
Il Generale dei Carabinieri Guarino ringrazia chi ha denunciato il pizzo e si toglie il cappello
Fonte: alqamah quotidiano
Palermo, dopo il blitz antimafia “Resilienza” il Generale dei Carabinieri Guarino ringrazia chi ha denunciato il pizzo e si toglie il cappello in segno di rispetto per chi ha detto NO al pizzo.
Schiaffo a Cosa nostra Al Borgo Vecchio vince il coraggio degli imprenditori
Fonte: La Repubblica Palermo
Venti arresti dopo la denuncia di quattordici titolari di ditte taglieggiati, uno di loro ha filmato la richiesta di pizzo da parte dell’esattore del racket.
Addiopizzo: “Basta con gli eroi Palermo è una città normale”
Fonte: Livesicilia.it
La ribellione al pizzo raccontata dall’associazione antiracket. Il coraggio di chi riesce a denunciare.
Palermo, i commercianti contro il pizzo: 20 arresti. La mossa dei boss: “Un tatuaggio con Falcone e Borsellino”
Fonte: Repubblica.it
In 14 denunciano gli esattori del racket di Borgo Vecchio. Il clan voleva lanciare una finta campagna antimafia per i neomelodici. E mediavano fra gli ultras allo stadio.
Il ritorno del racket dopo il lockdown nel mirino i cantieri edili e gli appalti
Fonte: la Repubblica – Palermo Dal centro città a San Lorenzo, una sequenza di visite degli esattori del pizzo e di intimidazioni: l’allarme degli inquirenti. A Sferracavallo bruciato un mezzo della ditta che realizza il collettore fognario. Il titolare: ” Non cederemo a nessun ricatto”. Leggi l’articolo
Forlani a Bagheria: “Lo Stato è con chi sceglie la legalità”
Fonte: Giornale di Sicilia
I ragazzi di Addiopizzo ancora una volta si sono schierati al fianco dei titolari del Café Verdone, che lo scorso anno denunciarono casi di estorsioni con metodi mafiosi.
Libero Grassi, in strada contro il silenzio
Fonte: Giornale di Sicilia
La celebrazione del ricordo non è un processo individuale. Perché anche la comunità ha bisogno di una memoria collettiva e di tutti i riti che mantengono vivo ciò che altrimenti cadrebbe nell’oblio. Vietato dimenticare perché se la mafia uccide, il silenzio pure.
Bagheria, nel pub antiracket: “denunciare il pizzo è l’unica cosa da fare” – Video
Fonte: TGR Sicilia
I mafiosi scatenavano risse nel locale, consumavano e non pagavano. Volevano imporre ai gestori la loro presenza per garantire la “sicurezza”, ma i due giovani imprenditori si sono rivolti ad Addiopizzo. Per la prima volta lo raccontano.
Palermo ricorda Libero Grassi: un parco dedicato all’imprenditore ucciso dalla mafia 29 anni fa
Fonte: la Repubblica Palermo.it
Palermo ricorda Libero Grassi, l’imprenditore palermitano ucciso dalla mafia il 29 agosto di 29 anni fa perché si oppose al pagamento del pizzo. Anche questa mattina, alle 7.48, ora dell’uccisione, la figlia Alice Grassi, con il fratello Davide, ha spruzzato con la bomboletta spray di colore rosso il luogo in cui fu ucciso il padre, in via Alfieri.
“Vittime di racket senza aiuti”. Addiopizzo contro la Regione
Fonte: Giornale di Sicilia
La denuncia a due giorni dal ventinovesimo anniversario dell’omicidio Grassi. Tagliati i fondi per il rimborso degli oneri fiscali e previdenziali.
Pizzo, le vittime parlano in aula: “Noi abbiamo finito di pagare”
Fonte: Giornale di Sicilia
Senza paura, davanti ai boss, ai due imputati dell’estorsione ai loro danni e ai cinque che da ieri si sono aggregati nel processo, per fatti simili. Antonio e Roberto Cottone, titolari del ristorante pizzeria La Braciera, raccontano un pizzo ereditato e andato avanti per quasi vent’anni, dal 1997 al 2016, quando – di fronte all’ennesimo avvicendamento di estortori – decisero di dire basta, si avvicinarono ad Addiopizzo e denunciarono.
Sei storie di pizzo e di denuncia di Riccardo Lanzarone
Fonte: La Repubblica progetto è nato dal fortunato e prezioso incontro tra l’attore siciliano Riccardo Lanzarone e il Comitato Addiopizzo. L’idea che questa collaborazione vuole portare avanti, che è insita nell’associazione e di cui l’attore si fa specchio e voce è quella di veicolare, attraverso l’atto teatrale Leggi l’articolo
Imprenditori si ribellano ai boss e non pagano il pizzo: “Denunciamo ste cose inutili, ora si fa così” „Imprenditori si ribellano ai boss e non pagano il pizzo: “Denunciamo ste cose inutili, ora si fa così”
Fonte: Palermo Today Dall’operazione “Cassandra” viene fuori un raro spaccato sui tormenti di un gruppo di costruttori che hanno deciso di non piegarsi alle richieste estorsive: “Uno si spaventa, ho 2 picciriddi, ma loro queste cose non le devono fare”. Registrati anche i colloqui con i mafiosi. Leggi l’articolo
Fava: “Definire le pratiche Cigd entro il 23 maggio, è un omaggio a Falcone”
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La proposta in Commissione Antimafia durante l’audizione di una delegazione di associazioni e imprese sociali preoccupate per l’attuale situazione economica.
Arrivano i Tour sospesi: un (bi)sogno delle imprese sociali contro la crisi
Fonte: Italia che cambia
In difficoltà economica con il diffondersi dell’emergenza coronavirus ed a seguito delle misure di contenimento, alcune imprese sociali di Palermo hanno deciso di unirsi e lanciare l’iniziativa dei “Tour sospesi”: esperienze culturali e turistiche che chi vuole potrà comprare e che verranno poi offerte ai giovani dell’isola per continuare a far conoscere ai giovani siciliani il territorio attraverso una lettura etica e sostenibile.
L’Intervista – Vincenzo Agostino “La mia vita per la verità sulla morte di mio figlio”
Fonte: la Repubblica – Palermo «Trentuno anni fa, ho promesso che avrei tagliato la barba solo quando sarebbero stati scoperti gli assassini di mio figlio Nino e di mia nuora Ida – dice Vincenzo Agostino – Non è ancora arrivato quel momento, anche se in questi ultimi giorni stanno accadendo cose importanti». Leggi l’articolo
Tassi al 250 per cento confiscati 17 milioni al “monaco” usuraio
Fonte: la Repubblica – Palermo
Nella sua rete di usuraio erano finiti in tanti a Palermo. Dall’impiegata al negoziante, dall’albergatore alla casalinga, e poi molti imprenditori. Francesco Abbate, 66anni, detto il “monaco” per la religiosità che ostentava, aveva messo in piedi una grande sistema di prestiti e ricatti.
Mafia, desecretati i dossier di Dalla Chiesa e Giuliano sugli omicidi eccellenti: “Una regia occulta dietro gli esecutori di Cosa nostra”
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Nei rapporti desecretati si fa riferimento anche a vicende oscure come la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, l’omicidio del procuratore della Repubblica Pietro Scaglione e del suo autista fino agli inquietanti atti dinamitardi della notte di Capodanno del 1971 eseguiti a Palermo ai danni di vari enti e uffici pubblici. Le analisi sono firmate dai due noti investigatori, poi uccisi tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80
Pizzo ai locali della movida: gli affari del clan dell’Arenella
Fonte: La Repubblica – Palermo
Borgata dell’Arenella tra estorsione e contrabbando
“Un euro per ogni chilo”: pizzo di Scotto sul pescespada
Un euro su ogni chilo di pesce spada. È questa la tangente che il boss dell’Arenella, Gaetano Scotto, avrebbe preteso.
Mafia ed estorsioni a Palermo, colpo al clan di San Lorenzo: 12 condanne
Fonte: Giornale di Sicilia
Condannati affiliati alle famiglie di Resuttana e San Lorenzo per estorsione
Rifiuti in fiamme: il patto tra imprenditori, amministratori e mafie
Fonte: lavialibera
Il business dei rifiuti
Palermo: rinasce Piazza Magione grazie anche a i.idro DRAIN
Fonte: Italcementi.it
Piazza Magione è un’antica piazza situata nel quartiere Kalsa, nel centro storico di Palermo. È un luogo di ritrovo frequentato da tanti giovani e sede delle celebrazioni in memoria della strage di Capaci, data l’appartenenza di Giovanni Falcone a questo quartiere. Nei mesi scorsi è stata oggetto di un progetto di riqualificazione culminato il 26 e 27 ottobre
I 10 anni di Addiopizzo Travel. Il successo di un’idea dal basso
Fonte: La Sicilia
Brutte notizie per i disfattisti locali. Oggi, 5 novembre 2019, Addiopizzo Travel festeggia i primi 10 anni di attività. Per i pochissimi che sconoscono questa organizzazi0ne, basta ricordare che si tratta di una cooperativa sociale e tour operator nato come. costola del movimento antimafia Addiopizzo.
Kalsa, inaugurata nuova area giochi in piazza Magione
Fonte: Palermo Today
Inaugurata ieri mattina una nuova area giochi alla Magione davanti alla scuola Amari-Ferrara-Roncalli. Presenti al taglio del nastro dello spazio, realizzato in collaborazione con il Comitato Addiopizzo e la scuola Ferrara e progettato dagli architetti Flora La Sita e Vivian Celestino, il sindaco Orlando e il vicesindaco Giambrone. “Il gioco è un diritto – dichiara il primo cittadino – e noi stiamo continuando a costruire una comunità che si riconosce nei diritti e che elimina la parola ‘periferie’.
Alla Kalsa la piazza dei giochi sottratta al degrado grazie ad Addiopizzo
Fonte: TGR Sicilia
La via d’accesso alla scuola Amari Ferrara Roncalli è diventata un playground markings sulla base dei disegni dei bambini. Si amplia così in Piazza Magione il parco giochi creato nel 2016 per il quartiere, in cui è ancora alto il rischio devianza.
Schillaci e Addiopizzo: “Segniamo un gol per la Magione”
Fonte: Gazzetta dello Sport
L’associazione antimafia e il campione insieme per i ragazzi del quartiere «Così col calcio diamo una speranza».
Piazza Magione, si gioca… tutti giù per terra “Così restituiamo il quartiere ai suoi abitanti”»
Fonte: Giornale di Sicilia
Sarebbe forse difficile immaginarlo a piazza Magione. E invece è qui che è stato realizzato il primo intervento di playground marking in città: nasce lo spazio ludico all’aperto con giochi a quota zero, disegnati quindi per terra.
Labirinto, campana e altri giochi: nasce a Palermo un nuovo parco giochi per tutti
Fonte: Balarm.it
Labirinto, campana e altri giochi: nasce a Palermo un nuovo parco giochi per tutti.
Palermo: Addiopizzo, ‘nuova area giochi in piazza Magione’
Fonte: Il Tempo Il percorso di riqualificazione urbana e di inclusione sociale a piazza Magione prosegue e il 26 ottobre, nell’ambito dell’iniziativa “Piazza Magione Bene Comune” verrà inaugurata “insieme ad Handala e alle altre realtà sociali impegnate nel quartiere, alla scuola Amari-Ferrara-Roncalli e al Comune di Palermo la nuova strada davanti al plesso Ferrara, arricchita […]
Il negoziante che si è ribellato: occorre fare rete – La testimonianza
Fonte: Giornale di Sicilia
È nell’aria che respiri sin da bambino, nei muri scrostati dei tuguri che ti circondano, è negli occhi rassegnati della gente, «il pizzo è un dato di fatto, fa parte delle cose» e a Borgo Vecchio, anche se il Politeama è a poche decine di metri in linea d’aria, per anni nessuno ha mai pensato di ribellarsi all’imposizione mafiosa.
Appello Panta rei, pene più dure. Inflitti tre secoli ai 32 condannati
Fonte: Giornale di Sicilia Una sentenza pesantissima: se in primo grado le condanne erano state per oltre due secoli e mezzo, l’appello di Panta rei va oltre e scavalca la soglia dei tre secoli. Leggi l’articolo
La solidarietà sul web: bravi, avete fatto bene
Fonte: Giornale di Sicilia
«Bravi ragazzi, avete fatto bene!», «avete il sostegno di tutti noi», «visono vicina e vi auguro il meglio» e «da oggi abbiamo un motivo in più per andare tutti al Cafè Verdone!». Sono solo alcuni dei messaggi di solidarietà che in queste ore i titolari del “Cafè Verdone” di Bagheria stanno ricevendo da tante persone su Facebook.
E al bar di Bagheria va in scena la violenza
Fonte: Giornale di Sicilia
Angherie, minacce, la pretesa di bere e mangiare a sbafo ma senza pagare il conto, di devastare il locale e pure di picchiare clienti, dipendenti e persino i titolari.
Palermo, il business dei buttafuori nelle mani della mafia: undici arresti
Fonte: laRepubblica.it
Secondo la ricostruzione degli inquirenti i boss costringevano i proprietari dei più importanti locali notturni di Palermo ad avvalersi dei servizi dei loro uomini come security. A gestire il business Andrea Catalano, uomo di fiducia dei boss di Porta Nuova.
Palermo, le minacce per imporre i buttafuori: “il Signore deve guardare i tuoi figli…” – VIDEO
Fonte: GDS.it
“Allora ti dico una cosa… Tu hai due figli, vero? Sono la tua vita, vero? I tuo figli sono la tua vita. Il Signore ci deve guardare i tuoi figli e i miei figli!”. Una minaccia, nemmeno troppo velata, che coinvolge la famiglia di uno dei gestori dei locali notturni coinvolto nel “giro” di buttafuori” imposti da Cosa Nostra.
“I buttafuori della mafia” imposti nei locali: 11 arresti
Fonte: Livesicilia.it
C’è anche Massimo Mulè, considerato il boss del rione Ballarò di Palermo e scarcerato il mese scorso.
PALERMO – Non chiedevano direttamente soldi, ma imponevano i loro buttafuori. Sempre di pizzo si trattava, però. Ne sono convinti i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e i carabinieri del Comando provinciale che hanno arrestato undici persone.
Il pizzo anticipato “così non ci arrestano”
Fonte: Giornale di Sicilia
L’indagine sulla Cupola 2.0. Le intercettazioni degli investigatori svelano i timori dei mafiosi. L’ex capomandamento Colletti ai suoi: «I soldi di Natale devono arrivare entro novembre»
“Ho detto no al pizzo. Ora vivo a testa alta”
Fonte: Livesicilia.it
“Per un periodo, quando di sera chiudevo il locale, mi guardavo alle spalle – racconta Antonio Cottone -. Oppure rientravo a casa con il casco in testa e restavo al telefono con mia moglie durante il tragitto. Poi, pian piano, la paura è passata. O meglio, c’è ancora, ma so di non essere solo”.
Addiopizzo, a rischio la liquidazione delle spese legali. “Un attacco al diritto delle vittime a essere difese”
Fonte: Meridionews.it
Una circolare emanata a gennaio da un ufficio del ministero dell’Interno vieta all’avvocato che assiste chi denuncia di accedere al rimborso di quanto anticipato. E con effetto retroattivo. «Fare i conti con le proprie tasche potrebbe scoraggiare la denuncia»
C’è una circolare del ministero dell’Interno che sta minando la lotta alla mafia
Fonte: L’Espresso.it
L’associazione AddioPizzo lancia l’allarme: una decisione del Viminale riduce l’assistenza alle vittime.
La fine dei clan? Ora è necessario uno sforzo corale
Fonte: Giornale di Sicilia
Parla il Questore Renato Cortese.«Una mafia in grande difficoltà economica che tenta, periodicamente, di rialzare la testa ma che trova, puntuale, l’azione repressiva dello Stato pronto a colpirla. Siamo in un momento felice per la città e si potrebbe pensare a porre la parola “fine” al fenomeno mafioso nel capoluogo».
Addiopizzo, quindici anni contro la mafia
Fonte: Giornale di Sicilia
Sembrava una favola. Pensare ad una città liberata dai tentacoli soffocanti della mafia e dei suoi esattori. Per lavorare e fare impresa si deve pagare dazio, era la regola e nessun commerciante poteva sottrarsi al sistema. Prima era così, ma c’è un dopo pieno di ribellione, coraggio, riscatto e rinascita.
Luca e il suo no al pizzo “Sono sbirro e me ne vanto”
Fonte: Livesicilia.it
PALERMO – Luca ha 30 anni e un primato che fa riflettere. È uno dei pochissimi imprenditori che in una grossa fetta di provincia palermitana, da Trabia a Caccamo, ha deciso di denunciare subito gli uomini del pizzo. Ci sono state altre denunce. Nessuna spontanea, però. Tutte figlie di un’evidenza investigativa che qualcuno si è anche spinto a negare.
Addiopizzo, 15 anni dopo il primo attacchinaggio “Non solo repressione, serve meno indifferenza”
Fonte: Meridionews.it
All’alba del 29 giugno 2004 Palermo si risvegliava tappezzata da quella scritta divenuta ormai famosa, che ha contribuito non solo a sdoganare un termine percepito fino a quel momento come un tabù, ma a tracciare un percorso alternativo che continua ancora oggi.
Chi paga il ‘pizzo’ è senza dignità, il richiamo di Addiopizzo al rinnovamento
Fonte: ireporters.it
A 15 dalla nascita di Addiopizzo. “Al di là della repressione, occorrono politiche sociali e del lavoro insieme a cittadini meno indifferenti”.
“Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. L’alba del 29 giugno 2004, Palermo si risvegliò tappezzata di centinaia di adesivi con questo messaggio. Quindici anni fa il termine “estorsione” rappresentava un tabù, le denunce si contavano sulle dita di una mano e “l’ottanta per cento degli operatori economici -sosteneva la procura di Palermo – eracondizionata dal fenomeno del pizzo”. Prese forma la stagione della resistenza di Addiopizzo.
Palermo scopre la sua anima nera. “Oltre la miseria il deserto umano”
Fonte: la Repubblica – Palermo
È l’anima nera di Palermo. Oltre la povertà. Emarginata, senza relazioni, facile da circuire. Che non ha più niente da perdere e vive di espedienti.
Truffa assicurazioni, a Palermo 42 arresti e 250 indagati: falsi incidenti tra arti mutilati, uno in Rianimazione e un morto
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
Due operazioni di polizia e Guardia di finanza portano alla luce un gruppo criminale che pianificava e inscenava i sinistri. Ognuno aveva il suo ruolo: i reclutatori che agganciavano le vittime soprattutto tra persone indigenti, gli ideatori che individuavano luoghi non vigilati, gli “spacca-ossa”, avvocati e medici compiacenti.
Estorsioni contro i commercianti bengalesi, arrivano le condanne
Fonte: Antimafia Duemila
Pioggia di condanne per quasi tutti gli imputati nel processo per le estorsioni ai negozianti bengalesi di via Maqueda e di Ballarò. Il collegio della terza sezione, presieduto da Fabrizio La Cascia, ha inflitto complessivamente 60 anni di reclusione ad otto dei nove accusati di estorsione continuata e aggravate dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale.
“Estorsioni razziste e mafiose”. Otto condannati e un assolto
Fonte: Giornale di Sicilia
È una sentenza senza precedenti quella che è stata emessa ieri sera dalla terza sezione del tribunale perché per la prima volta imputati non affiliati a Cosa nostra vengono ritenuti colpevoli non solo di aver imposto il pizzo con le tipiche modalità mafiose, ma anche con odio razziale
L’imprenditore e il pizzo al dipendente: “Pagavo 3.000 euro fra Natale e Pasqua”
Fonte: Giornale di Sicilia
C’era la «zona morta» per il pizzo, quella dove quasi nessuno andava a chiedere la tangente, e per questo ognuno faceva un po’ a modo suo. Ma c’era pure dove non si sgarrava mai e ad ogni festività l’estorsore si presentava preciso come un orologio svizzero.
Dal ghetto alla vita, sognando il futuro. I bimbi della Magione in volo sulla città
Fonte: Giornale di Sicilia
Sono una ventina, hanno tra gli 8 e i 15 anni e dal 2016 sono stati “adottati” da Addiopizzo. “Basterebbe poco per rendere più bello il quartiere: una fontanella, qualche panchina…”
Il movimento Addiopizzo nelle scuole
Fonte: Latina Editoriale Oggi
Entra nel vivo l’attività di promozione nelle scuole di Latina del movimento Addiopizzo con l’obiettivo di costruire una rete qualificata composta da docenti, studenti, cittadini e operatori economici.
De Luca: “Si allarga la crepa nel muro dell’omertà” – Intervista al procuratore aggiunto
Fonte: Giornale di Siclia
“In passato, il pagamento era dato per scontato, i boss sapevano di poter facilmente piegare le vittime Oggi molti invece preferis cono rinunciare con chi resiste e potrebbe rivolgersi alle forze dell’ordine C’è un cambiamento culturale enorme”.
“Caro estorsore…” La sfida di Grassi che aprì la stagione della rivolta ai boss
Fonte: Giornale di sicilia
Pagò con la vita la sua denuncia pubblica Il questore: «Ora non c’è scusa per subire».
L’ordine dei boss per evitare guai: “Chiedete il pizzo dove siete sicuri”
Fonte: Giornale di Sicilia “No! Non dobbiamo fare più niente!”. Basta estorsioni, questo è l’ordine che sarebbe arrivato qualche mese fa dal vertice del mandamento di Pagliarelli, come emerge dal fermo dei carabinieri “Cupola 2.0″. Troppi imprenditori “sbirri”, troppa repressione, troppo pericoloso. Leggi l’articolo
Agrumeti, giardini e la Green Way verso Monreale: il progetto di Parco Villa Turrisi
Fonte: Balarm.it Un percoso naturalistico da fare a piedi o in bici che collega Palermo con Monrealelungo una vecchia ferrovia che anticamente avrebbe dovuto collegare il capoluogo siciliano con Camporeale: si chiamerà “Green Way” (via verde) e i lavori per la sua realizzazione partiranno nel 2019, finanziati con dei fondi comunali. Leggi l’articolo
Mafia, decapitata la nuova Cupola Palermo, 46 arresti
Fonte: Livesicilia.it PALERMO – Il 29 maggio 2018 alcuni boss si rendono irreperibili e violano contemporaneamente la sorveglianza speciale. È il giorno in cui da qualche parte, a Palermo o in provincia, si è riunita la commissione provinciale di Cosa nostra. Non accadeva dal 1993, anno dell’arresto di Totò Riina. A presiederla il più anziano dei […]
Mafia: 10 ordini custodia per estorsione
Fonte: ANSA
Estorsioni a Resuttana, San Lorenzo e Tommaso Natale
Fiamme a furgone e saracinesche, così il clan di San Lorenzo imponeva il pizzo ai commercianti
Fonte: Giornale di Sicilia
Dieci arresti a Resuttana, San Lorenzo e Tommaso Natale
Pizzo a Resuttana e San Lorenzo. Scattano 10 arresti
Fonte-. Live Sicilia
Arresti a Resuttana e San Lorenzo per estorsione
In barca a vela e in bici per rilanciare il “Parco Libero Grassi” – VIDEO
Fonte: Rainews.it In barca a vela e in bici per ricordare Libero Grassi, dalla Cala a Romagnolo, estrema periferia sud. A bordo, sulla Azimut sequestrata agli scafisti, con Addiopizzo e la Lega Navale Italiana ci sono i ragazzi della Magione, un progetto di inclusione. Guarda il video
Da Palermo a Latina, l’associazione Addiopizzo sbarca nella città pontina: abbattiamo il muro dell’omertà
Fonte: Il Messaggero.it Da Palermo a Latina, Addiopizzo sbarca nel Lazio e Latina si sveglia tappezzata da adesivi con sopra scritto “Uniti contro il pizzo a Latina”. Un invito alla ribellione, a squarciare il muro della paura e dell’omertà proprio nelle aree della città più colpite dal racket. Latina come Palermo, che all’alba del 29 giugno 2004, si risvegliò […]
La ribellione al racket raccontata ai giudici: lo reputavo un amico ma mi chiese il pizzo
Fonte: Giornale di Sicilia In aula un imprenditore di Altofonte: «Dissi no per dignità». Altre tre persone sono già state condannate in primo grado con l’abbreviato per la stessa estorsione. «Temevo ripercussioni – ha detto la presunta vittima – invece non ho avuto cali nelle vendite». Leggi l’articolo
Pizzo a tappetto e pestaggi. “Stavamo alla larga da Addiopizzo”
Fonte: livesicilia.it
Il picchiatore Gravagna aveva l’ordine di tenersi alla larga dai commercianti iscritti ad Addiopizzo che manifestavano il loro “no al racket” esponendo un adesivo divenuto negli anni il tratto distintivo del comitato.
“Da quelli non andavano proprio – spiega Gravagna – perché era un problema per noi”. Meglio stare alla larga da chi denuncia e battere cassa laddove il silenzio dei commercianti lascia presagire un atteggiamento accondiscendente verso le richieste estorsive.
Palermo, i ragazzi della Magione alla scoperta delle bellezze della città
Fonte: Repubblica.it
Per tutto il 2018, anno di “Palermo capitale della Cultura”, i ragazzi della Magione, grazie a un progetto di Addiopizzo, saranno coinvolti in un calendario di attività, eventi e laboratori, all’insegna della cultura.
Scommesse online i padrini catanesi all’assalto di Palermo
Fonte: la Repubblica Palermo
Il volto pulito della mafia catanese si aggira senza problemi per Palermo. Ci sono nuovi affari in ballo. Soprattutto nel settore delle scommesse online, il vero business che sta portando una boccata d’ossigeno — ovvero tanti soldi — alle cosche siciliane. L’uomo chiave dei rinnovati rapporti si chiama Enzo Romeo, ha 38 anni, abita a Messina, è il nipote dello storico capomafia catanese Nitto Santapaola: fino a qualche mese fa sembrava lontano dai guai giudiziari di famiglia.
Pizzo agli stranieri della zona di Ballarò Le vittime in aula indicano gli esattori
Fonte: Giornale di Sicilia
«Questa strada prima era un inferno, ora è il paradiso. Grazie ad Addiopizzo, da solo non avrei avuto la forza di denunciare.»
La denuncia dei bengalesi contro il racket di Ballarò
Fonte: Livesicilia.it
In un’aula presidiata dalle forze dell’ordine e chiusa al pubblico per motivi di sicurezza, i commercianti taglieggiati hanno deposto contro gli estorsori presenti indicandoli e ricordando le vessazioni e le violenze subite.
Racket e razzismo, commercianti di Ballarò in aula accusano gli estorsori
Fonte: Palermotoday.it
Per portare avanti le loro attività commerciali erano costretti a pagare il pizzo settimanalmente. Alla sbarra nove imputati, arrestati nel 2016 e accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale.
Palermo, le vittime bengalesi del pizzo accusano gli estorsori
Fonte: Repubblica Palermo
Molti degli imputati arrestati dopo le denunce degli extracomunitari sono stati scarcerati dal tribunale del Riesame e vivono nel loro stesso quartiere, Ballarò. Ma i testimoni non hanno esitato.
L’imprenditore aderisce ad Addiopizzo, il boss fermò l’estorsione: “Troppi rischi”
Fonte: Repubblica.it
Non ci sono più le estorsioni di un tempo, dice l’ultimo pentito di Cosa nostra, Sergio Macaluso. I boss hanno un gran bisogno di soldi, ma hanno anche paura di essere smascherati. Parola d’ordine prudenza.
Assalto al portavalori con conflitto a fuoco. Il figlio di un boss condannato a 10 anni.
Fonte: Giornale di Sicilia
Il commando nell’agosto del 2015 riuscì a mettere le mani su 100 mila euro destinati all’ufficio. Nella sparatoria un poliziotto rimase ferito.
Giusto Lo Bocchiaro responsabile del colpo in corso dei Mille.
Apocalisse per i boss. La scure dell’accusa: chieste condanne per 8 secoli di carcere.
Fonte: Giornale di Sicilia
Invocati 17 anni e 4 mesi di reclusione per il capomafia Girolamo Biondino. Caporrino, scagionato in primo grado, ora rischia sei anni ed otto mesi.
In appello proposta pure la cancellazione di 28 assoluzioni.
Delitto Fragalà, la nuova versione.
Fonte: Giornale di Sicilia
Il dichiarante Siragusa ora tira in ballo Arcuri, E spiega pure che fine ha fatto l’arma usata dai killer.
Siragusa, uno dei sei imputati del processo in corte d’assise, ora chiama in causa pure il presunto “correo” Arcuri, in un primo momento da lui stesso escluso dal novero dei responsabili.
Mafia, 35 anni fa l’omicidio Ciaccio Montalto: il Csm desecreta il suo fascicolo.
Fonte: la Repubblica.it
Si tratta di un’operazione che Palazzo dei marescialli ha già fatto per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
L’antimafia, il Megafono, Emiliano. Le sette vite di Lumia l’intoccabile.
Fonte: la Repubblica
E’ in Parlamento dal 1994. Lo statuto pd lo esclude, lui chiede la deroga. Nel 2008 ripescato dopo un battage, nel 2013 eletto con il suo simbolo.
Il pizzo dopo i furti, inflitti 62 anni di carcere.
Fonte: Giornale di Sicilia
Tribunale. Dodici condanne ed un’assunzione per i presunti componenti di una banda che rubava furgoni e li restituiva in cambio di soldi. I colpi pure in provincia
I mezzi presi di mira erano solo Piaggio “Porter”. Fabio e Antonino Algeri e Fabio Gloria hanno avuto 8 anni ciascuno.
Estorsioni, riciclaggio, ricettazione ma anche favoreggiamento i reati contestati ai tredici imputati. La banda era stata sgominata dal blitz dei carabinieri della Comagnia di Bagheria.
Mafia e fondi europei, scattano sei arresti
Fonte: Giornale di Sicilia
I beni di Cosa Nostra: l’agricoltore di Capizzi accusato dai collaboratori di giustizia, avrebbe aiutato i boss latitanti di Gela e Riesi.
Sequestrati beni per 11 milioni di euro riconducibili a Giacomo Stanzù, le aziende gestite con una rete di prestanome.
Gabriele Giacomo Stanzù, aveva messo in piedi un vero e proprio impero. Nel 2011 era stato arrestato per l’omicidio di Francesco Saffila, rimediando una condanna definitiva a 14 anni.
Cacciati gli abusivi dai beni di Ciaculli.
Fonte: Giornale di Sicilia
Sgombero completato. Due famiglie si erano sistemate nell’edificio confiscato al boss Prestifilippo e assegnato all’associazione Acunamatata, costretta a sloggiare.
Dopo la denuncia dell’associazione che si era ritrovata “sfrattata” dagli abusivi e aveva interrotto le sue attività. l’intervento è stato eseguito per ordine del ministro Minniti.
Giorgio Tirabassi è Libero Grassi: “Non avrei mai avuto il suo coraggio”
Fonte: la Repubblica.it
L’attore interpreta l’imprenditore ucciso dalla mafia nel tv movie ‘A testa alta’, in onda il 14 gennaio su Canale 5, primo capitolo della serie ‘Liberi sognatori’ dedicata a quattro italiani che non hanno piegato la testa e hanno pagato con la vita.
Truffe sul pieno e maxi evasione: sigilli a una rete di distributori.
Fonte: Giornale di Sicilia
Blitz della Finanza: nove attestati ed altri 43 coinvolti nell’inchiesta.
Da via Roccella a viale Campania, sequestrate 5 pompe di benzina riconducibili ai Vernengo: milioni di Iva e tasse non pagate e clienti ingannati con erogatori manomessi.
Il sistema Saguto per i beni tolti ai boss, l’accusa chiama in aula 100 testimoni
Fonte: Giornale di Sicilia
Dodici imputati assieme all’ex presidente della sezione Misure di prevenzione. Nel mirino un presunto giro di favori in cambio della gestione.
Fissata per lunedì 22 l’apertura del processo a Caltanissetta.
Le indagini, avviate nel 2015, hanno portato alla contestazione di circa 80 capi d’imputazione, per reati che vanno dalla corruzione, al falso, all’abuso d’ufficio e alla truffa ai danni dello stato.
Porto il cognome Badalamenti ma disprezzo quello zio boss.
Fonte: la Repubblica
La parente del capomafia ha scritto un libro per restituire giustizia al padre Silvio: “Non era uno di loro, nonostante i legami di sangue”.
Utili nascosti, l’ombra dei clan: il buco nero dell’illegalità
Fonte: Giornale di Sicilia
Un giro d’affari da 15 miliardi di euro che pesa con il 19,2% sul Pil: le imprese, tra occupazione irregolare ed evasione fiscale, producono tanta ricchezza sporca.
Gli interessi della mafia sulla benzina, impianti manomessi e prestanome. Blitz a Palermo: 9 arresti e sequestri.
Fonte: gds.it
PALERMO – Le mani della mafia sui distributori di carburante a Palermo. La guardia di finanza di Palermo ha scoperto un vasto sistema di frode. Nove persone sono state arrestate (per due è stato disposto il carcere per 7 i domiciliari), tra questi Cosimo Vernengo ritenuto vicino agli ambienti di cosa nostra.
Mafia di Villagrazia, inflitti 2 secoli di carcere
Fonte: Giornale di Sicilia
Al clan contestati danneggiamenti ed estorsioni, Anche il costruttore Lo Sicco tra i taglieggiati ma non denunciò.
Accolte quasi totalmente le richieste del pm Sergio Demontis.
Morto il presunto capo Mariano Marchese, che aveva 77 anni al momento del blitz e spirò poco dopo l’arresto.
Omertà e parole i misteri della mafia che comunica
Fonte: la Repubblica
Lo studio: “il linguaggio mafioso” analizza il paradosso di un sistema basato sul silenzio che ha generato un apparato linguistico creando indirettamente una Babele di aneddoti e narrazioni
Aiuti ai boss, nulle le accuse del pentito morto.
Fonte Giornale di Sicilia
I giudici: Cimarosa era malato, andava ascoltando davanti ai legai del politico indicato come vicino a Messina Denaro.
La quarta sezione della Corte di appello Palermo non terrà così in alcun conto le dichiarazioni del cugino del superlatitante Matteo Messina Denaro, Lorenzo Cimarosa, morto l’8 gennaio del 2017
La città che non denuncia il pizzo L’economia malata di Palermo
Fonte: LiveSicilia.it
Non solo paura. Favori e connivenze dietro il silenzio dei commercianti.
PALERMO – Se si dovesse fare i conti soltanto con la paura, la prospettiva di successo sarebbe più solida. La macchina del pizzo, però, non è alimentata esclusivamente dal terrore, legittimo, della ritorsione mafiosa.
Quando la vittima aiuta i boss: Condanna per un imprenditore.
Fonte: LiveSicilia.it
Subito dopo la convocazione in caserma incontrò il capomafia di Porta Nuova.
PALERMO – È una storia simbolo. Simbolo di una parte di città che non solo non denuncia, ma strizza l’occhio ai mafiosi.
Palermo, il ricordo di Piersanti Mattarella. Grasso: “Bisogna continuare a indagare sulla pista nera”
Fonte: la Repubblica.it
Cerimonia in via Libertà nel trentottesimo anniversario dell’omicidio del presidente della Regione. Grasso: “Bisogna sempre cercare la verità”
Contributi tagliati, la rivolta dell’antimafia.
Fonte: Giornale di Sicilia
Più che dimezzati i fondi per i centri intitolati a Falcone e a Pio La Torre. La sorella del giudice: “è un atto gravissimo”.
Degli 8,2 milioni elargiti in tutto per le attività del 2017 il 60% è andato all’assessorato Famiglia, una scelta “scriteriata” per l’assessore all’Economia Gaetano Armano.
Palermo, abusivi nel bene confiscato diventato un’azienda
Fonte: repubblica.it
L’immobile di Ciaculli era stato trasformato in uno spazio di utilità sociale, dove si producevano marmellate e alimenti ricavati dai mandarini
Maxi furti nei negozi del centro. E un commerciante d’abbigliamento si rivolse ai boss
Fonte: repubblica.it
Così sperava di riavere indietro la merce. Il clan avviò un’indagine sulla banda del buco.
“Gli pare che siamo noialtri”, esclamò il boss Sergio Macaluso. “Infatti già sono venuti”. Un commerciante di abbigliamento molto noto a Palermo preferì rivolgersi ai mafiosi del clan di Resuttana piuttosto che alle forze dell’ordine dopo aver subito un maxi furto nel suo negozio.
Partinico, furto di energia elettrica. Indagata la figlia del boss Vitale.
Fonte: Giornale di Sicilia
La donna, finora incensurata, è accusata di avere allacciato abusivamente la rete di casa a quella pubblica: danno per trentamila euro.
Un assolto in appello per il delitto Cottone. Confermati 2 ergastoli. “Indagate sul pentito”.
Fonte: Giornale di Sicilia
Scagionato Rubino, atti ai pm contro il collaboratore Lo Verso.
I testimoni convocati alla difesa rafforzano i dubbi sull’attendibilità dell’ex mafioso: lui accompagnò l’imprenditore all’appuntamento con i killer, ma disse di non sapere che lo avrebbero ucciso.
Mafia, sequestrati beni per 600 mila euro.
Fonte: Giornale di Sicilia
Sigilli al patrimonio di Tommaso Catalano, ritenuto un trafficante di droga e condannato a sei anni di reclusione.
Nell’inchiesta “Panta Rei” sul mandamento di Porta Nuova e i clan di Bagheria e Villabate era rimasto coinvolto anche il figlio di Catalano, condannato col rito abbreviato ad otto anni di carcere.
I “postini” di Messina Denaro, tre condanne e un’assoluzione.
Fonte: Giornale di Sicilia
Quasi trent’anni di carcere sono stati inflitti, ieri, dal Tribunale di Marsala a tre presunti “postini” del superlatitante Matteo Messina Denaro.
Dalla Chiesa chi? La scuola al centro dove 4 alunni su 10 non lo conoscono.
Fonte: la Repubblica
Il premio della fondazione Falcone a un sondaggio fra gli studenti. E in una media 6 ragazzi su 10 non sanno se Messina Danaro sia buono o cattivo.
“La mafia è il male”: ora è vero per 8 studenti su 10
Fonte: Giornale di Sicilia
La stragrande maggioranza degli studenti palermitani (l’82,9%) percepisce la mafia come un fenomeno negativo. Ma in tanti, troppi, soprattutto nei quartieri periferici della città sostengono che sia “bella e giusta”.
La donna boss ordinava: voglio i soldi subito.
Fonte: Giornale di Sicilia
Le motivazioni della sentenza del processo Panta Rei: Teresa Marino sostituiva il marito, capomafia di Porta Nuova.
Il Gup si era dato tre mesi di tempo: ha impiegato qualche giorno in meno. Il ruolo della Marino emerge dalle intercettazioni, in cui comandava a bacchetta gli altri. Le condanne furono 34.
La commissione Antimafia: Massoneria asservita ai boss
Fonte: Giornale di Sicilia
Individuati quasi duecento componenti delle logge come anelli di congiunzione con le cosche.
Segnali allarmanti a Castelvetrano ma anche a Palermo.
Massoneria, l’antimafia: “a Castelvetrano quasi tutta la giunta rispondeva alle logge”
Fonte: repubblica.it
La relazione della commissione: “C’è un grande interesse della mafia nelle obbedienze, che davano informazioni a Provenzano “. In Sicilia quasi 8mila iscritti in Calabria oltre 9mila.
“Tu cammini con la mia faccia”; La mafia secondo donna Teresa.
Fonte: livesicilia.it
Le motivazioni della condanna dei 40 imputati di Porta Nuova e Bagheria. Tra loro, Teresa Marino.
PALERMO – È stata davvero una donna di mafia.
Mafia e potere a Porta Nuova. Il nome di Teresa Marino è ripetuto con la costanza che spetta a un capo nelle mille e 200 pagine della motivazione della sentenza con cui il giudice per l’udienza preliminare Nicola Aiello l’ha condannata a 14 anni di carcere.
Aziende “clone”. Così la mafia dribbla i sequestri.
Fonte: la repubblica.
La strategia dei boss: creare società gemelle per svuotare quelle perse.
Il meccanismo ormai è rodato. Non appena scatta il sequestro di un’azienda di mafia, c’è subito un familiare, un dipendente o un amico del boss che apre subito un’azienda gemella.
Beni confiscati, anzi no. Così la mafia beffa la legge.
Fonte: la repubblica
Nostra inchiesta. Case, ville e terreni ancora non destinati: la mafia beffa la legge.
Pub, rimessaggi e pompe di benzina. Il boss manager e i prestanome
Fonte: Livesicilia.it
Otto persone rinviate a giudizio. La lista degli imputati si apre con Cosimo Vernengo
Appuntamento con la morte per il boss Spatola
Fonte: Giornale di Sicilia
Le dichiarazioni dei pentiti hanno permesso agli investigatoridi trovare i riscontri alle accuse mosse ai presunti mandanti ed all’esecutore materiale dell’omicidio del boss Lino Spatola.
Legalità al porto. Arriva Agueci
Fonte: Giornale di Sicilia
Il presidente dell’Autorità portuale, Pasqualino Monti: «Quando un ente utilizza fondi dello Stato deve anche controllare che i fondi siano utilizzatiinmodotrasparente. Ecco perché una figura come Agueci».
Luce su un omicidio di mafia del 2006, coinvolti i boss Lo Piccolo con Adamo.
Fonte: gds.it
Palermo. – Ucciso senza pietà nonostante fosse ormai malato. Strangolato e seppellito dopo una “mangiata”.
Mafia, assolti Nunzia e Benedetto Graviano
Fonte: Giornale di Sicilia
I quattro imputati erano stati arrestati il 29 novembre del 2011 nell’ambito dell’operazione della squadra mobile «Araba Fenice», con la quale era stata smantellata la cosca di Brancaccio.
L’inchino a casa Riina, ora il parroco lo nega
Fonte: Giornale di Sicilia
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Grizzaffi, che fa parte della congregazione intitolata al santo, avrebbe fatto deviare la processione fermandola in via Scorsone, davanti la casa di Ninetta Bagarella.
Mafia, 30 anni fa la sentenza del maxiprocesso: il ricordo di Grasso.
Fonte: larepubblica.it
Il presidente del Senato: “Essere giudice a latere in quell’occasione sfida più difficile della mia vita” .
Prevenire le infiltrazioni mafiose: intesa con due comuni palermitani.
Fonte: livesicilia.it
PALERMO – Il Prefetto di Palermo Antonella De Miro ha siglato con i comuni di Cinisi e Borgetto un Protocollo di Intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazioni criminali mafiose nell’economia legale.
La guerra al racket, Ruperti: «Basta omertà»
Fonte: Giornale di Sicilia
Carrozzo: «Ci sono attività criminali che influenzano l’economia». Il procuratore Lo Voi: «Tenere alta l’attenzione»
Prima puntata dedicata alla lotta al racket e alla criminalità ieri per «Cronache Siciliane», il nuovo format di informazione della redazione di Tgs. Ospiti Rodolfo Ruperti e Mauro Carrozzo.
Trapani, caccia ai complici di Messina Denaro. Perquisizioni a Castelvetrano.
Fonte: la Repubblica.it
Duecento agenti delle squadre mobili di Palermo e Trapani, con i colleghi del Servizio centrale operativo di Roma, stanno eseguendo pequisizioni a Castelvetrano.
Caccia a Matteo Messina Denaro Blitz a Castelvetrano: 30 indagati Nell’ultimo anno arresti e sequestri
Fonte: gds.it
PALERMO. Terra bruciata intorno a Matteo Messina Denaro. Dall’alba di oggi 130 poliziotti della Squadra Mobile di Palermo e dello Sco hanno passato al setaccio case, negozi, masserie di una trentina di fiancheggiatori del capomafia, tutti indagati per favoreggiamento.
Stato-mafia, l’atto d’accusa della procura. “Ecco i rapporti fra i boss e le istituzioni
Fonte: la Repubblica.it
Inizia la requisitoria dei pubblici ministeri nel processo “Trattativa Stato-mafia”, proseguirà sino a fine gennaio. Sentenza, probabilmente, in primavera.
Vittoria, le mani dei clan sul mercato: 8 arresti.
Fonte: Giornale di Sicilia.
Accordo raggiunto tra Stidda e Cosa nostra. I clan controllerebbero la fornitura delle cassette di plastica e lo smaltimento.
Contestati a vario titolo i reati di associazione di stampo mafioso, intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti. Il procuratore Zuccaro: «C’è una cappa opprimente sul mercato ».
Palermo, morto Guido Spina: era il boss della droga allo Zen.
Fonte: la repubblica.it Aveva subito un trapianto di fegato. La Dia gli aveva sequestrato 400mila euro. Guido Spina, 52 anni, arrestato in diverse operazioni antidroga condotte nel quartiere Zen di Palermo, è morto nella sua abitazione. Leggi l’articolo
Una donna contro la mafia dei pascoli. “Il rifugio è mio e non ho paura”. – Video
Fonte: Repubblica.it
Magda Scalisi ha 36 anni, ha vinto un bando pubblico per gestire il rifugio del Parco dei Nebrodi. A luglio ha lasciato Palermo per trasferirsi a 1.279 metri, fra le province di Palermo e Messina. Ma qualcuno vuole cacciarla e prova a impossessarsi delle terre attorno alla struttura. E’ entrata in azione la mafia dei pascoli, con raid di animali all’interno del recinto del rifugio. “Io non mi arrendo – dice Magda – non ho paura e resto qui”
Il “putiaro” ribelle dello Zen. Sparò contro la casa del boss.
Fonte: LiveSicilia
Il retroscena del blitz che ha colpito i mandamenti di Resuttana e San Lorenzo.
PALERMO – Non è mai stato identificato. Si sa solo che quando gli bruciarono il furgone impugnò una pistola e sparò contro l’abitazione di Vincenzo Maranzano, colui che gli aveva chiesto il pizzo. È un retroscena del blitz che nei giorni scorsi ha colpito i mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo, che include la famiglia mafiosa dello Zen.
Palermo, i furti col “cavallo di ritorno”: chieste condanne per gli estorsori
Fonte: LiveSicilia
L’organizzazione che gestiva i furti di auto e furgoni e poi chiedeva alle vittime i soldi per la restituzione dei mezzi avrebbe guadagnato 200mila euro al mese.
Mafia, l’appello di Cuffaro per Dell’Utri: “Scarceratelo”
Fonte: la Repubblica.it
L’ex presidente della Regione Sicilia, che ha scontato sette anni per favoreggiamento a Cosa nostra, si rivolge in una nota alla magistratura di sorveglianza.
A chi parla la figlia di Riina. Ovvero, i segreti di papà sono al sicuro, ma i complici stiano attenti
Fonte: la Repubblica.it
Dopo la morte del padre aveva minacciato di denunciare i giornalisti, ora invece rilascia una intervista alle Iene, che è piena di messaggi in codice. Perché in questi giorni sono successe cose delicate in casa Riina. E c’era bisogno di ribadire alcuni concetti.
Le mani dei boss sulle corse. Il prefetto ferma la società dell’ippodromo
Fonte: la Repubblica.it
Dopo il blitz dei carabinieri, interdittiva antimafia per la Ires. L’impianto della Favorita a rischio chiusura.
Mafia: i raid notturni prima di Natale a Palermo e la colla nel lucchetto sbagliato
Fonte: Giornale di Sicilia
I soldi per mantenere la famiglia arrivano dalle estorsioni. E per ricordare ai negozianti di pagare, vengono ordinate le scorribande notturne. E durante i raid non mancano incidenti di percorso.
Mille euro per diventare ufficiale di nave. Mazzette alla Direzione marittima, scatta il blitz.
Fonte: la Repubblica.it
I passaggi di denaro filmati dalle telecamere. I membri della comissione accusati di corruzione, imponevano anche corsi di preparazione. Indagine del Gico della Guardia di finanza e della Capitaneria
Palermo, Renzi: “Dopo arresti di ieri, bisogna insistere nella lotta alla mafia” – Video
Fonte: La Repubblica.it
Il segretario del Pd Matteo Renzi ha incontrato i ragazzi di Addio Pizzo a Palermo e la figlia di Libero Grassi, Alice. “Dopo gli arresti di ieri vi è la necessità di insistere nella lotta contro la mafia e ogni forma di illegalità”, ha detto l’ex premier prima di andare alla scuola Falcone dello Zen. Servizio di Giorgio Ruta.
Blitz tra Resuttana e San Lorenzo: il trasferimento degli arrestati dalla caserma al carcere – Video
Fonte: GdS.it
PALERMO. Sgominati i vertici dei clan di Resuttana e San Lorenzo. Arrestate 25 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione. Nel video le immagini dell’uscita degli arrestati dal comando provinciale dei carabinieri di Palermo, in piazza Verdi.
Anziani, picciotti e donne di mafia Blitz a San Lorenzo: 25 arresti
Gli arresti sono venticinque. In carcere finiscono vecchie conoscenze degli investigatori – compresa una donna di mafia – e tante nuove leve che si occupano di pizzo e danneggiamenti.
Le indagini della Procura della Repubblica e dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo fotografano il tentativo di serrare i ranghi dopo il blitz Apocalisse che azzerò la cosche di Resuttana e San Lorenzo. “Ne mancano cento”, dicevano nelle intercettazioni, facendo riferimento a tutti coloro che sono stati arrestati.
Blitz a Resuttana e a San Lorenzo. I nomi e le foto degli arrestati
Fonte: Livesicilia.it
In ventidue finiscono in cella, arresti domiciliari per tre dei venticinque indagati.
Blitz tra Resuttana e San Lorenzo: il trasferimento degli arrestati dalla caserma al carcere
Fonte: gds.it
PALERMO. Sgominati i vertici dei clan di Resuttana e San Lorenzo. Arrestate 25 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione. Nel video le immagini dell’uscita degli arrestati dal comando provinciale dei carabinieri di Palermo, in piazza Verdi.
I vecchi padrini di Cosa Nostra: “Mariangela si sta comportando come un uomo”
Fonte: gds.it
PALERMO. Sgominati i vertici dei clan di Resuttana e San Lorenzo. Arrestate 25 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione. Nel video le immagini dell’uscita degli arrestati dal comando provinciale dei carabinieri di Palermo, in piazza Verdi.
Nei piani di Cosa nostra l’omicidio di un fedelissimo dei Lo Piccolo
Fonte: gds.it
PALERMO. Cosa nostra stava per tornare a uccidere: nel mirino Giovanni Niosi, uomo d’onore già arrestato in passato. E’ uno dei particolari dell’inchiesta della Dda di Palermo che ha portato oggi a 25 arresti.
Mafia a Palermo, nuovo colpo ai clan 25 arresti fra Resuttana e San Lorenzo In manette la moglie del boss Madonia
Fonte: gds.it
PALERMO. Azzerati i mandamenti di San Lorenzo e Resuttana, venticinque persone arrestate. Dopo i recenti blitz allo Zen, a Borgo Vecchio e a Santa Maria di Gesù, un nuovo colpo inferto alla mafia palermitana.
Blitz antimafia a Palermo, 25 arresti: il clan voleva uccidere un uomo d’onore ha “patteggiato”
Fonte: La Stampa
L’operazione Talea dei carabinieri: azzerati i clan di San Lorenzo e Resuttata, al capo del quale c’era Maria Angela Di Trapani, moglie dello storico boss Salvino Madonia.
Mercato ortofrutticolo, i commercianti denunciano estorsione: un arresto a Palermo
Fonte: Giornale di Sicilia
PALERMO. Gli agenti della polizia hanno arrestato Salvatore Ciancio, palermitano di 39 anni, accusato di tentativo di estorsione nei confronti dei commercianti del mercato ortofrutticolo di Palermo.
Peculato, arrestati un avvocato e un docente
Fonte: Giornale di Sicilia
Per l’accusa Fabrizio Morabito e Luca Nivarra «si appropriarono di 325 mila euro, parte di un’eredità che amministravano»
Un immenso patrimonio soprattutto immobiliare, quello di Sapuppo.
I due arrestati secondo l’accusa si sarebbero appropriati di parte degli affitti riscossi quando lo amministravano.
Altofonte, successo di pubblico ieri sera per la proiezione del film di Pif
Fonte: Monreale News
L’iniziativa rientra fra quelle volute da Addiopizzo per sensibilizzare ad una cultura antiracket .
Operazione dei carabinieri, decapitata la cosca di Santa Maria di Gesù. In ventisette finiscono agli arresti
Fonte: la Repubblica- Palermo
I soldi della droga e delle estorsioni della famiglia di Santa Maria di Gesù venivano reinvestiti e ripuliti nella rete di agenzie di scommesse riconducibili a Cosa nostra in tutta la città. Il business delle scommesse fruttava decine di migliaia di euro a settimana al clan e si articolava in due settori: quello delle puntate clandestine gestite in toto dai mafiosi e quello online che utilizzavano le concessionarie ufficiali e su cui la famiglia mafiosa chiedeva una percentuale del 5 per cento.
L’invincibile omertà della Guadagna, il boss si fece eleggere al ristorante
Fonte: la Repubblica – Palermo
Mentre corre trafelato, vicino alla statua di Padre Pio, verso la fermata della metropolitana in piazza Guadagna che collega il mondo a parte di Santa Maria di Gesù al resto della città, l’insegnante ammette: « Qui la mafia s tangibile e vivi bene solo se ti fai gli affari tuoi. Un esempio? Se fai un tamponamento con l’auto attento a come rispondi. A finire nei guai ci vuole poco » . Un’ammissione che arriva a poche ore dal blitz che ha decapitato la famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù con 27 arresti.
Il ristoratore, il commerciante: tutti negano di pagare il pizzo
Fonte: Giornale di Sicilia
Non una denuncia. Anzi, il titolare di un ristorante di via dell’Orsa Maggiore, convocato dai carabinieri, ha persino negato di aver pagato il pizzo ai boss di Santa Maria di Gesù.
Elezioni nel clan per scegliere i capi. Blitz e 27 arresti a Palermo
Fonte: Giornale di Sicilia
Le cariche assegnate in un ristorante di Falsomiele: parteciparono dodici boss Pestaggi per chi non rispettava le regole.
Morto un capomafia se ne fa subito un altro così vuole la regola
Fonte: la Repubblica – Palermo Che succede nella mafia quando muore, o viene scalzato o esautorato, un capo o un capo dei capi come Totò Riina? Per trovare una risposta a questa domanda possiamo fare una breve incursione nel passato dell’organizzazione mafiosa. Leggi l’articolo
La mafia dopo Riina
Fonte: la Repubblica
La morte del Capo dei capi apre la successione alla guida di Cosa nostra. Tra nomi emergenti e boss che rientrano dagli Stati Uniti. E gli investigatori temono che possa scoppiare un’altra guerra.
Bremer Friedenspreis: 65 Nominierte, drei Preisträger
Fonte: Weser Kurier
Tschüss Schutzgeld, das bedeutet der Name der sizilianischen Organisation „Addiopizzo“ auf Deutsch. Unter diesem Namen haben sich Gastronomen und Unternehmen zusammengeschlossen, die sich nicht länger von der Mafia erpressen lassen wollen. Sie zahlen kein Schutzgeld mehr und zeigen Erpressungsversuche bei der Polizei an. Das verdeutlichen die Besitzer der Geschäfte mit einem Aufkleber im Eingangsbereich ihrer Läden. So können Sizilianer entscheiden, bei welchen Geschäften sie einkaufen und essen, und ob sie die Mafia unterstützen oder nicht.
Die Mafia geht da nicht ran
Fonte: Taz.de
Und wen hat die SpenderInnen-Jury ausgewählt?
Das sizilianische Netzwerk „Addiopizzo“, was so viel bedeutet wie: „Tschüss, Schutzgeld.“ Das ist ein Zusammenschluss von mehr als tausend sizilianischen Geschäftsinhabern, die sich Schutzgeldzahlungen an die Mafia widersetzen.
Addiopizzo premiato in Germania
Fonte: wdr.de
Addiopizzo, il movimento italiano antimafia nato a Palermo nel 2004 da un’iniziativa di alcuni ragazzi e ragazze, riceve a Brema il premio “Schwelle Peace Award 2017” nella categoria “Iniziative incoraggianti”.
Wir wollen die Mafia stoppen
Fonte: Bild
Wir haben inzwischen 1000 Mafia-freie Geschäfte. Sie machen mit unserem Zeichen Werbung gegen die Verbrecherorganisation. 200 Kaufleute sagten sogar gegen Schutzgelderpresser bei der Polizei aus.
Brema: Addiopizzo vince il Schwelle Peace Award 2017
Fonte: AISE
Con questo premio, la Fondazione Schwelle sostiene individui e organizzazioni che si distinguono nel loro lavoro a favore della pace, della giustizia e dell’integrità dell’ambiente. L’obiettivo del premio è di rendere visibili modelli positivi che sono ancora rimasti ignoti al grande pubblico.
Quel calcio alla mafia
Fonte: Corriere del Trentino
Ora la mafia deve affrontare mille rivoltosi, il pizzo significa richiesta di sottomissione, accettare la signoria territoriale. Addiopizzo ha messo in atto una sorta di insubordinazione al potere costituito, è un’intera città che culturalmente dà un calcio alla mafia.
Broker della mafia adesso investono nella droga dal Sud America
Fonte: la Repubblica – Palermo
Un gruppo ristretto di “manager” sta gestendo la ripresa economicadi Cosa nostra palermitana.
“Grazie a quella denuncia ho riacquistato la mia libertà”
Fonte: Giornale di Sicilia
Come si sente? «Sollevato, libero. Non c’è da avere paura. Più avanti si va e meglio è». Per nulla pentito di avere denunciato, uno dei commercianti del Borgo che hanno detto di no al racket del pizzo dice di avere ripreso a vivere, da quando ha accettato di denunciare agli investigatori i propri estortori.
“Così ho fatto arrestare i boss che mi chiedevano il pizzo”
Fonte: La Stampa
Decapitata la cosca del racket, 17 arresti a Palermo. Parla uno dei commercianti che si sono ribellati ai mafiosi: “Io lavoravo e loro si prendevano i soldi. Ho detto basta”
Blitz contro i nuovi boss a Bagheria 16 arresti: anche il capomafia Scaduto
Fonte: Giornale di Sicilia
PALERMO. Individuati nuovi e vecchi esponenti del mandamento di Bagheria e della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, accusati di aver continuato a imporre estorsioni a commercianti e imprenditori locali.
Crisi o transizione? La mafia sotto esame nel crepuscolo dei vecchi padrini
Fonte: la Repubblica – Palermo
Oggi a confronto magistrati, sociologi e studiosi per fare il punto sui cambiamenti di Cosa nostra tra finanza, grandi traffici e controllo del territorio.
Антимафия: Как борются с коза ностра на Сицилии
Fonte: vokrugsveta.ru
«Мафии у нас нет!» — так скажут на Сицилии незнакомцу, приехавшему искать следы коза ностра. И это будет неправдой. Мафия есть, она проникла в политику, бизнес и повседневную жизнь островитян. Сицилийцы не хотят и боятся говорить о ней. Но все же есть те, кто готов не только говорить, но и бороться
Estorsioni, otto anni alla moglie del boss
Fonte: Giornale di Sicilia
Seconda sentenza d’appello che ribalta la prima, di assoluzione, annullata in Cassazione. Già scagionato invece il presunto «mediatore» dell’estorsione, Pietro Mansueto.
I giudici: “Lombardo legato ai clan? Sospetti generici”
Fonte: la Repubblica – Palermo
La sentenza / Le motivazioni del verdetto d’appello: condanna per voto di scambio e assoluzione dal concorso esterno.
108 piccole vittime di mafia
Fonte: La Stampa
La prima a essere uccisa fu Emanuela Sansone nel 1896 a 17 anni. La più piccola era nel grembo della madre. Ora le loro storie sono raccolte dagli studenti di una scuola di Palermo.
Elezioni Sicilia, dal Pd a Forza Italia la carica degli“impresentabili”: in corsa imputati, indagati e condannati
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
A parole sarebbero tutti contrari. “Liste pulite”, chiede il candidato governatore del centrodestra, Nello Musumeci. “Liste pulite”, risponde l’aspirante presidente del centrosinistra, Fabrizio Micari. Il risultato, però, è un altro. Da destra a sinistra corrono per un posto all’Assemblea regionale siciliana candidati condannati per reati gravi come la corruzione elettorale e indagati di tutti i tipi: estorsione, abuso d’ufficio, falso. Poi ci sono i parenti degli ex impresentabili. Ecco i nomi sui quali vigilerà la Commissione Antimafia
Sedici arresti per mafia nel Palermitano, Di Stasio: “Boss cercano nuovi equilibri” Sedici arresti per mafia nel Palermitano, Di Stasio: “Boss cercano nuovi equilibri” | VIDEO
Fonte: PalermoToday.it
Il comandante provinciale dei carabinieri, Antonio Di Stasio, traccia una sintesi dell’operazione “Monte Reale” che ha portato a smantellare le cosche di San Giuseppe Jato, San Cipirello e Monreale. Dalle indagini sono emerse le lotte per il comando del territorio e l’interesse dei boss per la produzione e lo spaccio di marijuana
La lotta al “pizzo” sui parcheggi in città. Sette denunciati e 9 mila euro di multe
Fonte: Giornale di Sicilia
Gli abusivi sono stati subito allontanati dalle zonedove operavano. Le loro posizioni sono adesso al vaglio della questura per l’even tuale applicazione del Daspo urbano.
Lotta alla mafia, corruzione e sicurezza: che voti merita il nostro Parlamento?
Fonte: L’Espresso
Promossi il codice antimafia e gli eco-reati. Bocciato lo stop alla legge sui testimoni di giustizia. Giudizio sospeso per appalti, tangenti e trasparenza. Ecco il dossier che analizza tutte le riforme penali approvate nell’attuale legislatura. E quelle accantonate.
Mafia, verdetto contro le cosche: 34 condanne e 5 assoluzioni
Fonte: Giornale di Sicilia
Quattordici anni per Teresa Marino che dopo l’arresto del marito-boss guidava il mandamento di Porta Nuova Cinque anni al neo pentito Giuseppe Tantillo, 14 al fratello.
Il ritorno di Cosa nostra nel business della coca, in campo i vecchi clan
Fonte: la Repubblica – Palermo
Allarme della Dea, l’agenzia antidroga americana Le famiglie palermitane di nuovo nel mercato estero.
Apre Acqua dei Corsari, adesso il parco è Libero
Fonte: la Repubblica – Palermo
In barca a vela e in bici verso il parco Libero Grassi di Acqua dei Corsari, ripulito da anni di incuria e per la prima volta aperto ai cittadini. Martedì, per il ventiseiesimo anniversario della morte dell’imprenditore ucciso dalla mafia, la famiglia e Addiopizzo, promuoveranno una giornata con iniziative ed eventi.
I passaggi a vuoto dell’antimafia. Ma è davvero finito il tempo degli eroi solitari?
Fonte: la Repubblica – Palermo
Ma negli ultimi anni un percorso che sembrava decisamente avviato a produrre un profondo mutamento nei comportamenti degli operatori economici e dei cittadini, consapevoli che il pizzo riguarda anche loro, mostra incrinature e pone problemi. Affrontarli, con un confronto franco e aperto, mi pare il modo migliore per ricordare Libero Grassi.
Libero Grassi ucciso ventisei anni fa. Dibattiti e iniziative per ricordarlo
Fonte: Giornale di Sicilia
L’anniversario. L’imprenditore venne eliminato da Cosa nostra perché rifiutò di pagare il pizzo. In programma anche una veleggiata.
Sequestro per 1,6 milioni di euro al clan di Brancaccio
Fonte: Giornale di Sicilia – Palermo Le fiamme gialle hanno sequestrato beni per un valore complessivo di 1,6 milioni di euro nell’ambito di diverse operazioni relative a Cosa Nostra, che comprendono diverse attività nel centro storico di Palermo, riguardanti la vendita e la distribuzione principalmente di bibite, gestite dal boss Giovanni Bosco e da Girolamo […]
Racket nel settore delle agenzie funebri
Fonte: La Repubblica – Palermo L’ultima indagine della squadra mobile contro il clan di Brancaccio ha svelato un’attività illecita in Corso dei Mille 1086: Onoranze funebri l’Orchidea. Con un presidio all’ospedale Buccheri La Ferla, a seconda del turno stabilito con le altre agenzie, venivano gestiti i decessi del periodo. Una grande attività mafiosa messa su […]
Patto tra ‘Ndrangheta e Cosa Nostra in Abruzzo e Molise
Fonte: Giornale di Sicilia – Palermo Grazie all’operazione «Isola felice», guidata dalla DIA, è emerso come si sia sviluppata una collaborazione tra ‘Ndrangheta e Cosa Nostra per estendere il controllo mafioso a regioni prima poco coinvolte dal fenomeno mafioso, ovvero Abruzzo e Molise. Nel corso dell’indagine sono state documentate le cerimonie di affiliazione, che prevedevano giuramenti […]
Anniversario delle morti di Costa, Cassarà e Antiochia
Fonte: Giornale di Sicilia – Palermo Il giornalista Leopoldo Gargano, con il suo articolo nell’edizione odierna del Giornale di Sicilia, ricorda le morti di Gaetano Costa, Ninni Cassarà e Roberto Antiochia. Il 6 Agosto 1980 cadde Gaetano Costa, mentre cinque anni dopo vennero assassinati Il vicequestore insieme al poliziotto che gli faceva da scorta. Costa […]
La mafia e le rapine
Fonte: Giornale di Sicilia – Palermo Anche Cosa Nostra risente degli effetti negativi della crisi economica e, secondo gli investigatori di Palermo, si registra tra i boss «un livellamento verso il basso della specializzazione criminale ad attività illegali un tempo prerogativa della delinquenza comune». Sono diverse, infatti, le prove che rendono evidente come Cosa Nostra stia […]
Patto tra ‘ndrangheta e Cosa Nostra
Fonte: Giornale di Sicilia – Palermo Le indagini, eseguite dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal servizio centrale antiterrorismo (con l’aiuto della polizia di Palermo), sugli attentati subiti dai carabinieri nel 1994, hanno portato a scoprire come dietro questi vi fosse un accordo stragista tra ‘ndrangheta e Cosa Nostra per sovvertire l’ordine politico, per cambiare […]
Tre commercianti denunciano racket a Brancaccio
Fonte: La Repubblica – Palermo Un segnale di speranza emerge dal quartiere Brancaccio, dove tre commercianti hanno deciso di denunciare atti estorsivi nei loro confronti. Hanno offerto alla polizia e agli investigatori importanti informazioni sugli uomini del racket. Grazie alla denuncia di uno dei commercianti è stato riconosciuto Giuseppe Di Fatta, uomo di fiducia del boss […]
Siragusa, lo pseudocollaboratore sull’omicidio Fragalà
Fonte: Giornale Di Sicilia – Palermo Antonino Siragusa, lo pseudocollaboratore interrogato in aula riguardo l’omicidio avvenuto in via Nicolò Turrisi, è apparso ai pm Francesca Mazzocco e Caterina Malgoli come un depistatore. Infatti, quando all’udienza gli vengono proposte domande sui singoli, Siragusa si limita a parlare delle sue responsabilità, ad affermare di conoscerli e poco […]
Quando l’antimafia conviene
Fonte: La Repubblica – Palermo Il presidente del centro di documentazione Impastato Umberto Santino, nel suo editoriale nell’edizione odierna de La Repubblica – Palermo, compie un’analisi sul mondo dell’associazionismo antiracket. «Oggi per alcuni essere, o fingere di essere, antimafia è seguire il vento che tira, contando di poter sfruttare convenienze che non sono soltanto finanziarie. Si […]
Controllo di Cosa Nostra sulle feste rionali
Fonte: Giornale di Sicilia – Palermo Grazie ad un’intercettazione ottenuta durante le indagini sulla cosca di Brancaccio, gli investigatori hanno scoperto come gli uomini di Pietro Tagliavia gestiscano anche le feste di quartiere, attraverso la fornitura di birra, la scelta degli uomini che possono avere uno stand, e la richiesta di una tassa per ogni […]
Riina, conti sequestrati con pochi euro
Fonte: La Repubblica – Palermo Nei trentotto conti sequestrati alla famiglia Riina sono stati trovati soltanto pochi euro. Secondo il Tribunale Misure di prevenzione, infatti, i familiari di Riina non posseggono le risorse necessarie nemmeno per far fronte alle spese per sopravvivere; qualsiasi accumulo di risorse risulta impossibile. I familiari si difendono sui social, ma la […]
Palermo, sessanta boss scarcerati
Fonte: La Repubblica – Palermo Nell’ultimo anno, circa 64 padrini sono tornati in libertà nella provincia di Palermo. Il presidente dell’Antimafia Rosi Bindi avverte di una possibile riorganizzazione di Cosa Nostra a Palermo e in provincia. Tra gli scarcerati, infatti, vi sono personaggi come Giovanni Grizzaffi, nipote di Riina, Pino Scaduto, capomandamento di Bagheria, o […]
Sequestro per Riina e i suoi familiari
Fonte: Giornale di Sicilia Maxi-sequestro per Totò Riina e la sua famiglia. I beni sottoposti a sequestro si trovano principalmente tra la provincia di Palermo e di Trapani, e comprendono ville, terreni, aziende agricole, società. Le indagini dei carabinieri sono partiti da un fatto evidente: le spese eccessive della moglie del boss Ninetta Bagarella, rispetto […]
Maxiretata nel mandamento mafioso di Brancaccio
Fonte: la Repubblica – Palermo Nel giorno del Venticinquesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino, un’operazione della Polizia e della Guardia di Finanza di Palermo ha portato all’arresto di trentaquattro uomini della famiglia mafiosa di Brancaccio e al sequestro di oltre sessanta milioni di euro di beni. A capo di questo mandamento vi era Pietro Tagliavia, […]
Intervista al Prof. Marino su mafia e diritti essenziali allo Zen
Dopo l’atto vandalico avvenuto allo Zen di Palermo, ai danni del busto di Giovanni Falcone, il Professor Carlo Marino è intervenuto in un’intervista al Giornale di Sicilia, nella quale offre un’analisi sul fenomeno mafioso e sul bisogno di diritti essenziali per arginare Cosa Nostra. Leggi l’articolo
L’Apocalisse di Cosa nostra: scattano condanne per 17 boss
Fonte: PalermoToday.it
Processo concluso: i giudici hanno inflitto circa 160 anni a 26 tra boss, estorsori e prestanomi delle cosche palermitane finiti in carcere nelle operazioni messe a segno nel mese di giugno del 2014 e a febbraio del 2015.
Diciassette anni di tormenti: imprenditoredenuncia il pizzo, 4 arresti ad Altofonte
Fonte: PalermoToday.it
La vittima, stanca delle richieste di estorsione avanzate sin dal lontano 2000, ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri: le telecamere nascoste hanno documentato gli incontri e la consegna delle banconote.
Mafia ed estorsioni, quattro fermi per il pizzo imposto a un imprenditore di Altofonte
Fonte: BlogSicilia.it
I carabinieri hanno eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di Salvatore Raccuglia, Salvatore La Barbera, Andrea Di Matteo e Giuseppe Serbino accusati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso ai danni di un imprenditore di Altofonte.
Pizzo a un imprenditore. Quattro arresti ad Altofonte – VIDEO
Fonte: Livesicilia.it
Scattano quattro arresti per associazione a delinquere ed estorsione ad Altofonte, in provincia di Palermo. I carabinieri hanno eseguito il provvedimento emesso dalla Dda nei confronti di Salvatore Raccuglia, Salvatore La Barbera, Andrea Di Matteo e Giuseppe Serbino.
Pennelli alla mano, corteo per Falcone sulla collina di Capaci: “No alla mafia, così coloriamo i nostri sogni”
Fonte: GdS.it
PALERMO. È blu la scritta “No mafia” che campeggia sulla collina di Capaci da dove fu fatto esplodere il tritolo che ha ucciso il giudice Giovanni Falcone e gli uomini della sua scorta.
Migranti, il medico Bartòlo ospite di Addiopizzo “In corso olocausto peggiore di quello nazista”
Fonte: Meridionews
Il dottore di Lampedusa è intervenuto ieri al dibattito su diritti essenziali e migrazione. Torna a parlare del suo lavoro, delle storie delle persone sopravvissute e di quelle che non ce l’hanno fatta, e avvisa: “Sono 26 anni che sappiamo tutti cosa avviene in quel mare, siamo colpevoli, non abbiamo alibi”.
Palermo: la festa di Addiopizzo colorata dagli studenti
Fonte: la Repubblica – Palermo
VIDEO. Sono stati i ragazzi delle scuole ad aprire la dodicesima edizione della Festa di Addiopizzo, la tre giorni di eventi e iniziative che si svolge in città fino a domenica. Gli studenti hanno realizzato il flash bob “Different Skins, same mind”, a seguire il corteo animato dalla musica del dj gambiano Numu the scientist e del gruppo Booku n’dal, che da piazza Magione ha raggiunto piazza Verdi, passando per via Maqueda: in queste aree vive e lavora un gruppo di commercianti bengalesi che ha denunciato il pizzo. E così la festa assume un significato particolare (Giada Lo Porto)
“Fai le estorsioni con gentilezza…”: ecco il manuale del bravo esattore
Fonte: Giornale di Sicilia
La mafia ha più facce, e l’operazione antimafia «Visir» dei carabinieri di Trapani ha mostrato il doppio volto degli affiliati alla “decina” Strasatti-Petrosino. Come quello di Vincenzo D’Aguanno (tra i quattordici arrestati del blitz) un novello “Dottor Jekyll e misterHyde”.
“Condizionamenti dalla criminalità”: il Comune di Borgetto sciolto per mafia
Fonte: Giornale di Sicilia
Tutto sarebbescaturito daun’in dagine condottadai carabinieridi Partinico e sfociata nella mega operazione «Kelevra» che aveva portato alla luce le ingerenze dei clan negli appalti pubblici
Arresti a Ballarò dopo le denunce dei bengalesi, Addiopizzo parte civile nel processo
Fonte: Giornale di Sicilia
PALERMO. A meno di un anno dalle indagini e dagli arresti scaturiti dalle denunce di una decina di commercianti di origine straniera, accompagnati già in fase di collaborazione da Addiopizzo, si apre il processo (oggi rinviato per lo sciopero degli avvocati) che vede imputati nove soggetti accusati di estorsione, rapina, violenza privata e minacce.
Primo Maggio 1947, 70 anni fa l’eccidio di Portella della Ginestra
Fonte: Corriere della Sera
Il bandito Salvatore Giuliano e i suoi complici spararono sui lavoratori siciliani riuniti per celebrare la Festa del Lavoro, che era stata spostata dal regime fascista al 21 aprile. Caduto il segreto di Stato rimane la difficoltà di accedere agli atti che nascondono una verità che nonostante venga commemorata non è ancora stata raccontata
Addiopizzo porta in barca i ragazzi della Kalsa
Fonte: Giornale di Sicilia
Dopo l’installazione dei giochi a piazza Magione e la sistemazione della palestra nel quartiere, realizzata un’altra attività del progetto «Oltre le barriere» di Addiopizzo. Ha collaborato la Lega Navale.
Ficarra e Picone testimonial per Addiopizzo
Fonte: Giornale di Sicilia
I due comici invitano i cittadini a devolvere il 5X1000 all’associazione nella prossima dichiarazione dei redditi. Lo spot è visibile sul canale di Youtube.
Minacce a don Ciotti, ma da Locri scatta la solidarietà al prete
Fonte: Giornale di Sicilia
La ‘ndrangheta lancia la sua sfida allo Stato. A poche ore dalla visita a Locri del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l’incontro con i familiari delle vittime innocenti delle mafie ed il suo duro monito contro le cosche, ed alla vigilia della Giornata del ricordo e dell’impegno di Libera, mani ignote hanno voluto attaccare don Ciotti chiamandolo “sbirro” con chiaro intento dispregiativo.
Stop ai boss: non faranno i padrini di battesimo
Fonte: Giornale di Sicilia
Il “padrino mafioso” non può essere padrino di battesimo o di cresima. Fuori dal gioco di parole, per la prima volta un vescovo decide di mettere nero su bianco un divieto che farà storia all’interno della Chiesa cattolica.
Politica, tangenti, mafia: l’affare rifiuti
Fonte: la Repubblica – Palermo
Cosa nostra dietro la discarica di Melilli che ha smaltito illegalmente “polverino” dell’Ilva di Taranto Quattordici arresti ordinati dai pm di Catania, coinvolti quattro funzionari regionali, confiscate sei aziende.
Lo Voi: “L’omicidio doveva costituire un segnale per l’intera classe forense”
Fonte: Giornale di Sicilia
Per il procuratore capo di Palermo dall’inchiesta emerge “una finalità diretta a rafforzare Cosa nostra sul territorio”. “Sia per le modalità esecutive che per le finalità, come ha anche riconosciuto il gip, possiamo dire che l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà è un omicidio di mafia e che doveva costituire un segnale per l’intera classe forense”.
La mafia dietro il delitto Fragalà: sei arresti
Fonte: Giornale di Sicilia
Le rivelazioni del collaboratore di giustizia Chiarello e una serie di intercettazioni consentono di fare luce sull’omicidio del penalista. Il movente: il legale consigliava ai clienti di parlare con i pm e rivelare ciò che sapevano. Da qui il pestaggio mortale.
Una palestra alla Magione: l’investimento di AddioPizzo
Fonte: Balarm
Il comitato continua il suo processo di riqualificazione di piazza Magione: il percorso porterà alla fornitura di attrezzature sportive e arredi necessaria per un’adeguata fruizione della palestra San Basilio, priva finora di qualsiasi strumento sportivo o arredo.
Battere il pizzo facendo shopping a Palermo
Fonte: il venerdì di Repubblica
Fu la denuncia di otto imprenditori che ammettevano di aver pagato il pizzo, a provocare l’arresto di dodici boss di Corleone nel settembre scorso: una scelta coraggiosa senza precedenti nella terra di Totò Riina e Bernardo Provenzano, in paesi dove tutti si conoscono e i mafiosi si incrociano al bar.
“Con i boss in loggia benefici reciproci”
Fonte: Giornale di Sicilia
Lo storico Giuseppe Carlo Marino parla di “compenetrazione” tra i due mondi e ne ripercorre l’evoluzione.
Rischio attentati per i magistrati di Palermo
Fonte: Giornale di Sicilia
Lotta alla mafia. L’audizione del Procuratore generale alla Commissione parlamentare sui rapporti tra boss e Massoneria.
Piazza Magione e l’aiuto di Addiopizzo. Nuovi arredi per la palestra San Basilio
Fonte: Giornale di Sicilia Prosegue l’investimento collettivo a piazza Magione, all’insegna della riqualificazione della Kalsa. Il percorso già a settembre ha portato alla realizzazione di un’area giochi. Leggi l’articolo
Un ’77 di lotta contro la mafia
Fonte: Il Manifesto
Il Centro di documentazione Peppino Impastato ha 40 anni. Il Presidente Umberto Santino ne ripercorre la storia il senso.
Casalesi, un pentito rivela: “Zagaria voleva far uccidere sindaco”
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Nell’aprile del 2009 il boss dei Casalesi Michele Zagaria ordinò ai suoi uomini di eliminare attraverso un «finto incidente stradale» Giovanni Zara, ex sindaco fino a poche settimane prima di Casapesenna, nel Casertano, paese natale del capoclan e luogo dove ha trascorso gran parte della sua lunga latitanza, fino al giorno dell’arresto nel dicembre 2011.
Comune di Corleone: agevolazioni fiscali per chi denuncia il pizzo
Fonte: Corleone Dialogos
I Commissari del Comune di Corleone hanno approvato un regolamento comunale con il quale si prevedono agevolazioni fiscali per gli esercenti di attività imprenditoriale, commerciale, artigianale, o liberi professionisti che subiscono un danno a beni mobili o immobili, ovvero lesioni personali, ovvero un danno sotto forma di mancato guadagno inerente l’attività esercitata in conseguenza di azioni commesse allo scopo di costringerli, anche tramite propri rappresentanti o collaboratori, ad aderire a richieste estorsive e/o usuraie o per ritorsione alla mancata adesione a tali richieste e che denunciano tali fatti all’autorità giudiziaria.
Parco dei Nebrodi: i boss non arretrano. Minacce e violenze per avere i fondi Ue
Fonte: la Repubblica – Palermo
Ai contributi europei per l’agricoltura i boss dei Nebrodi non hanno alcuna intenzione di rinunciare. E se il protocollo ideato e applicato dal presidente del Parco Giuseppe Antoci, già prima dell’attentato del 18 maggio scorso ai suoi danni, ha chiuso loro le porte delle concessioni dei terreni gestiti dall’ente, i mafiosi che su questo flusso di denaro pubblico hanno costruito le loro piccole e grandi fortune hanno già trovato l’unica altra strada percorribile: appropriarsi di terreni dei privati.
I boss di ’ndrangheta scrivono al giudice “Toglici i nostri figli forse saranno salvi”
Fonte: la Repubblica
Giuseppe ha 42 anni, è un boss della ’ndrangheta, da oltre 10 anni è in carcere sottoposto al regime del 41 bis: sta scontando una pena a 18 anni per associazione mafiosa ed è anche condannato in primo grado all’ergastolo, per omicidio. Forse non uscirà mai più di galera e non potrà mai più riabbracciare suo figlio che adesso ha 12 anni.
Reset, congelati i termini: boss restano in cella
Fonte: Giornale di Sicilia
Il caso è sorto dopo che il giudice Sergio Ziino aveva depositato la sentenza di primo grado in grosso ritardo ed era stato costretto a sospendere la decorrenza della custodia cautelare per evitare la scarcerazione.
Nebrodi, le minacce per i terreni: 9 fermati
Fonte: Giornale di Sicilia
Azzerati i vertici delle cosche di Cesarò e Bronte: avevano puntato i loro interessi sulle aree gestite dall’Azienda silvo pastorale.
Addiopizzo: jóvenes emprendedores contra la mafia (II)
Fonte: Compromiso Empresaria
Libero Grassi fue el primer empresario siciliano que se negó a pagar el ‘pizzo’ (la extorsión económica que la mafia viene aplicando desde hace generaciones a todos los comercios) y que denunció públicamente a la organización criminal. Aunque la mafia terminó con su vida, su testimonió inspiró trece años más tarde el nacimiento de ‘Addiopizzo’, un movimiento social impulsado por un grupo de estudiantes que está generando en Sicilia una auténtica revolución cultural contra la mafia.
Giordano parla con i pm: il politico cercò il boss
Fonte: Giornale di Sicilia
Finito in cella nel marzo scorso nel blitz Brasca, Giordano ha cambiato avvocato. I suoi verbali depositati in vista dell’udienza preliminare contro i 30 imputati al processo contro i clan di Villagrazia e Santa Maria di Gesù.
‘Addiopizzo’: jóvenes emprendedores contra la mafia (I)
Fonte: Compromiso Empresaria
Libero Grassi fue el primer empresario siciliano que se negó a pagar el ‘pizzo’ (la extorsión económica que la mafia viene aplicando desde hace generaciones a todos los comercios) y que denunció públicamente a la organización criminal. Aunque la mafia terminó con su vida, su testimonió inspiró trece años más tarde el nacimiento de ‘Addiopizzo’, un movimiento social impulsado por un grupo de estudiantes que está generando en Sicilia una auténtica revolución cultural contra la mafia.
Preso latitante, “boss della droga a Catania”
Fonte: Giornale di Sicilia
Andrea Nizza, 30 anni, sfuggì all’arresto nel 2014. Era tra i 100 ricercati più pericolosi. In cella una coppia: favoreggiamento.
GLI ATTORI DELL’ANTIMAFIA – Il commento di Umberto Santino
Fonte: la Repubblica – Palermo
“A futura memoria (se la memoria ha un futuro)” è il titolo del libro in cui, nel dicembre del 1989, poco dopo la sua scomparsa, sono stati pubblicati alcuni scritti di Leonardo Sciascia, tra cui l’articolo del Corriere della sera del 10 gennaio 1987, con il titolo (redazionale) “I professionisti dell’antimafia”.
Mafia, la famiglia di Monreale nel maxi processo. Chiesto il rinvio a giudizio per 44 persone
Fonte: FilodirettoMonreale.it
Arriva dalla Procura di Palermo la richiesta di rinvio a giudizio per 44 persone arrestate nelle operazioni Quattro.Zero e Montereale
“La mafia va disprezzata”
Fonte: Alqamah.it
Giuseppe Cimarosa ai funerali del padre, Lorenzo, rilancia l’impegno contro Cosa nostra.
Messina Denaro. Una microspia svela la talpa del clan
Fonte: la Repubblica – Palermo
C’erano “spifferi” pericolosi fra Trapani e Palermo, mentre i pizzini di Matteo Messina Denaro giravano per la Sicilia. Era l’estate di quattro anni fa, polizia e carabinieri sembravano fiduciosi di poter stringere il cerchio attorno al superlatitante di Cosa nostra. Ma in quell’estate c’era una talpa istituzionale che soffiava notizie riservate ai boss trapanesi. Notizie sulle indagini. Forse, erano anche due le talpe. Lo svela una drammatica intercettazione, che risale proprio a quei giorni.
Da Borgo Nuovo a Resuttana l’offensiva natalizia del racket
Fonte: la Repubblica Palermo
A Borgo Nuovo, si sono presentati con le maniere forti. L’ultimo segnale l’hanno lanciato la notte fra mercoledì e giovedì, incendiando un deposito. Dall’altra parte della città, a Resuttana e a San Lorenzo, si sono fatti avanti nei giorni scorsi in modo più discreto, ma altrettanto chiaro, con l’inconfondibile Attak nelle serrature di alcuni negozi. La raccolta del pizzo di Natale è iniziata. Addiopizzo lancia tre giorni di volantinaggio.
Sequestri e corrieri l’Isola crocevia della coca
Fonte: la Repubblica Palermo
Edwin Arturo Molano Hurtado, il corriere colombiano della droga fermato nei giorni scorsi alla stazione con un chilo di cocaina, era di casa a Palermo. Indagini serrate sulla nuova tratta della droga che potrebbe essersi aperta fra Cosa nostra e il Sudamerica. Palermo nuovo crocevia di affari internazionali. Le ultime indagini hanno registrato un particolare attivismo di due clan, Brancaccio e Porta Nuova. A Castelvetrano, una raffineria.
Mafia nel Corleonese, chiesti 70 anni di carcere
Fonte: Giornale di Sicilia
Grande Passo 3. Isei presunti appartenenti alle cosche parlavano di un progetto di morte contro il ministro Angelino Alfano: “uccidiamolo come Kennedy”.
Pizzo, politica e rifiuti: gli affari mafiosi del nuovo pentito di Bagheria Pasquale Di Salvo
Fonte: BagheriaNews.com
Era l’uomo del pizzo, ma anche degli affari. Ecco perché il pentimento di Pasquale Di Salvo, soldato della cosca di Bagheria, viene seguito con attenzione dai pm che indagano sulla mafia del popoloso centro alle porte di Palermo.
Alle radici della mafia nigeriana
Fonte: la repubblica Palermo
L’arresto di un gruppo di nigeriani implicati nel traffico di droga e nello sfruttamento della prostituzione pone una serie di problemi sui cui sarà utile interrogarsi. Gli arrestati sono imputati di associazione di tipo mafioso, secondo l’articolo 416 bis della legge antimafia, ma sono davvero mafiosi? Si parla di “mafia nigeriana” ma è una mafia o qualcos’altro?
“Sono del boss”. Sigilli a tre ditte
Fonte: Giornale di Sicilia
La benzina come nuovo investimento di Cosa Nostra, un altro ramo degli sterminati affari dell’organizzazione criminale, quello scoperto dai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza.
Confiscato il tesoro del re dei detersivi
Fonte: Giornale di Sicilia
Bloccato un patrimonio da 210 milioni di euro a Giuseppe Sammaritano, per l’accusa i boss hanno favorito la sua scalata imprenditoriale.
Borsellino-quater, la requisitoria: depistaggi nelle indagini sulla strage
Fonte: Giornale di Sicilia
Tribunale di Caltanissetta. Il pm Gabriele Paci ha chiesto l’aggravante terroristica per Salvo Madonia. Il ruolo delle dichiarazioni del pentito Spatuzza.
Tentata estorsione ad Agrigento, la Dia ferma due persone: “Chiesero assunzioni”
Fonte: Giornale di Sicilia
Il costruttore non si è piegato e ha presentato denuncia. Le indagini hanno documentatoc on fotografie e video, i cadenzati episodi di tentata estorsione.
Clan Pagliarelli 31 condanne per mafia, estorsioni e droga
Fonte: Antimafia Duemila
Pesante colpo per il clan Pagliarelli, il giudice dell’udienza preliminare Wilma Mazzara ha condannato tutti gli imputati tranne uno, Michele Armanno già condannato per altri processi.
Il pm Di Matteo resta a Palermo. “Andare via sarebbe stata una resa”
Fonte: Repubblica.it
Nino Di Matteo resta a Palermo. Il pubblico ministero del processo “Trattativa” non ha accettato la proposta del consiglio superiore della magistratura di essere trasferito in via d’urgenza, per motivi di sicurezza, a Roma, alla direzione nazionale antimafia.
“Migranti, bancarotta dell’umanità”
Fonte: la Repubblica L’ira del Papa per le stragi nel Mediterraneo: “Vergogna che si salvino le banche e non le vite degli innocenti”. In Vaticano i rappresentanti dei movimenti di base di tutto il mondo: “La misericordia meglio degli ansiolitici”. Leggi l’articolo
Porta Nuova, confermate pene per due secoli
Fonte: Giornale di Sicilia Mafia. In appello al processo Alexander regge in blocco l’impianto accusatorio: per gli imputati solo lievi ritocchi. Leggi l’articolo
“Ciancimino è inaccettabile”. Bocciato il supertestimone
Fonte: la Repubblica – Palermo Le motivazioni dell’assoluzione di Mannino: teste incoerente. Le 500 pagine della gup Petruzzella: il papello una grossolana manipolazione. Leggi l’articolo
Pizzo e droga, 25 condanne. San Lorenzo, stangata per il clan
Fonte: Livesicilia.it PALERMO – Una raffica di condanne e una sola assoluzione che ribalta la decisione di primo grado. Leggi l’articolo
Mafia, estorsioni e voglia di riscatto. Un anonimo denuncia il boss
Fonte: la Repubblica – Palermo In una lettera svelati i prestanome di un esattore, sigilli a due negozi. Leggi l’articolo
Meet the migrants who are helping Italians take on the Sicilian mob
Fonte: International Business Times Bangladeshi and African migrants say the the Cosa Nostra is more powerful than the government. Leggi l’articolo
Mafia, scoperto l’ultimo cimitero di Cosa nostra: trovati i resti di sei corpi in una grotta vicino Corleone
Fonte: IlFattoQuotidiano.it Impossibile al momento accertare a quando risalgono né tantomeno l’identità. È probabile che si tratti di vittime di lupara bianca. Maggiori dettagli potrebbero arrivare dai test del Ris dei Carabinieri. Indaga la Dda di Palermo. Leggi l’articolo
Mafia, 16 arresti nel Palermitano. “I clan cercavano l’aiuto di Messina Denaro per placare i dissidi interni”
Fonte: IlFattoQuotidiano.it L’operazione “Monte reale”, coordinata dalla Dda di Palermo, ha colpito le famiglie di Monreale e San Giuseppe Jato. Le indagini fotografano le lotte intestine a Cosa nostra, innescate dalla “condanna” inflitta dagli stessi affiliati al capocosca infedele: intimidazioni, teste di capretto fatte recapitare davanti casa, minacce di morte. E l’ipotesi di rivolgersi alla […]
Mafia, dal 1896 a oggi uccisi 85 minorenni
Fonte: Giornale di Sicilia Palermo. Alla festa di Addiopizzo presentato uno studio nazionale sulla criminalità organizzata. Il Procuratore Lo Voi: “Alcuni hanno approfittato dell’antimafia” Leggi l’articolo
Un parco giochi con i soldi sottratti al racket
Fonte: Giornale di Sicilia
Ieri mattina piazza Magione, cuore della Kalsa, dove si è aperta l’undicesima festa di Addiopizzo, era una distesa di bambini come Sara e Ludovica. Che si rincorrevano, che saltavano, che si arrampicavano. In un parco giochi che in apparenza somiglia a tanti altri, ma non nella sostanza: è infatti il primo frutto di un investimento collettivo, cioè di donazioni, ma anche di una quota versata dai cittadini che in questi mesi hanno fatto degli acquisti nelle imprese che aderiscono alla rete di consumo critico di Addiopizzo. La
struttura è stata realizzata con la collaborazione di diverse associazioni che nel quartiere sostengono la campagna «Sport popolare in spazio pubblico» e del Comune di Palermo.
«La mafia non è più debole di prima, è lo stato che oggi è più forte.» – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte: Giornale di Sicilia
«Palermo è cambiata, non è più quella che isolava un imprenditore coraggioso come Libero Grassi, che pagò con la
vita la sua ribellione al racket e a Cosa nostra. «Anche i segnali che arrivano dalla provincia, da Corleone come dalle Madonie – rimarca il procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Leonardo Agueci – lo dimostrano, ma la strada da percorrere è ancora lunga.»
La festa di Addiopizzo a piazza Magione
Fonte: la Repubblica – Palermo
Addiopizzo fa festa in piazza Magione da oggi fino a domenica con un programma che stasera culmina con concerti e teatro. Sarà Stefania Petyx, alle 10,00 a dare il via alla tre giorni inaugurando la nuova area giochi frutto di un progetto di riqualificazione fatto da studenti e insegnanti della scuola Amari-Ferrara-Roncalli, in collaborazione con le associazioni che sostengono la campagna “Sport Popolare in Spazio Pubblico” e il Comune.
L’utopia realizzata da sette ragazzi. Ribellarsi al racket adesso si può
Fonte: Giornale di Sicilia La festa di Addiopizzo: iniziative a Palermo. Erano in sette quando nel 2004 decisero di tappezzare Palermo con quei manifestini listati a lutto che ammonivano: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità». Erano in sette quando l’idea di ribellarsi al racket e di conseguenza al potere […]
Dalla Dc ai business nella sanità il nipote prediletto di Binnu che voleva raccogliere lo scettro
Gariffo, il segretario, ma anche l’ambasciatore. Gariffo, l’affabile conversatore. E anche esperto imprenditore. In quello scorcio di inizio anni Ottanta, Provenzano aveva affidato al nipote prediletto di realizzare la più grande delle sue intuizioni: costruire il monopolio delle forniture agli ospedali siciliani attraverso una rete di società. Un affare che già allora valeva più del traffico di droga e di armi messi insieme.
Tremila euro per un omicidio Parte il blitz, salta il delitto
Fonte: la Repubblica Palermo
Tremila euro, il prezzo per togliere la vita a un uomo a Corleone. Gaspare e Pietro Gebbia volevano uccidere quel bracciante agricolo che da qualche anno gestiva l’impresa agricola della sorella talmente bene da convincere la donna a designarlo come unico erede nel testamento, tagliando fuori i fratelli. Non accettavano di perdere parte delle terre di famiglia nel comune di Contessa Entellina.
Vinta l’omertà: arresti per mafia a Corleone
Fonte: Giornale di Sicilia
Il muro di omertà si è spezzato. Questo il dato centrale dell’operazione antimafia Grande Passo 4, l’ultima indagine della procura e dei carabinieri del gruppo di Monreale nella storica roccaforte di Corleone e dintorni, conclusa con 12 arresti per mafia, estorsione e danneggiamenti e due misure di libertà vigilata.
Arresti di mafia nel Corleonese, Addiopizzo: così aiutiamo chi denuncia le estorsioni
Fonte: gds.it
Artigiani e imprenditori che vivono e lavorano tra Chiusa Sclafani, Palazzo Adriano e Corleone si ribellano al pizzo e permettono l’arresto di docidi persone. È uno degli elementi di novità dell’operazione “Grande passo 4″ dei carabinieri. Denunce arrivate anche grazie all’ausilio e al supporto di Addiopizzo.
Corleone, otto imprenditori denunciano il pizzo Arrestati 12 boss, anche il nipote di Provenzano
Fonte: la Repubblica.it Carmelo Gariffo stava riorganizzando il clan. Diceva: “Ne basta uno non 100”. Due proprietari terrieri avevano commissionato alla mafia un omicidio per eliminare un erede scomodo. Nel clan anche due operai forestali. Leggi l’articolo
Inaugurato il campetto di calcio alla Magione. Associazioni: “Adesso va sistemata la piazza”
Fonte: MeridioNews.it Nel 2013 si è verificata una levata di scudi da parte delle associazioni in difesa di questo campetto, quando è stata avanzata l’idea, su un progetto di riqualifica del comune, di fare di quell’area una zona di sgambamento cani. Leggi l’articolo
I Tantillo contro il pentito del Borgo La sorella: “Per noi quello è morto”
Fonte: la Repubblica – Palermo Borgo Vecchio, la piazza del mercato, ore 13. Il chiosco della famiglia Tantillo è chiuso. Due anziane signore accelerano il passo, nonostante i pesanti sacchetti della spesa. Avete saputo del pentimento di Giuseppe Tantillo? «Tantillo chi?», sussurra una, guardando l’altra. «Non conosciamo nessun Giuseppe Tantillo». Leggi l’articolo
Borgo, parla il boss pentito Tantillo Ecco chi paga il pizzo in centro
A maggio, non aveva affatto convinto i magistrati e i carabinieri. Dichiarazioni generiche, troppi non ricordo. Ma una cosa sembrava chiara già allora: Giuseppe Tantillo era un boss in crisi. Leggi l’articolo
Libero Grassi, a 25 anni dalla sua morte in arrivo due film. Figlia: «Abbiamo detto sì perché è una storia di denuncia»
Fonte: MeridioNews.it I primi anni, subito dopo l’uccisione per mano mafiosa, diverse furono le richieste di raccontare la sua vita, ma la famiglia ha sempre rifiutato, fino a oggi: «Giusto che i giovani conoscano il suo sacrificio». Tra le iniziative anche l’intitolazione del giardino di piazza Caboto alla moglie Pina Maisano recentemente scomparsa. Leggi l’articolo […]
XXV anniversario morte Libero Grassi, iniziative a Palermo
Fonte: Ansa.it In occasione del XXV anniversario della morte di Libero Grassi, la famiglia dell’imprenditore assassinato da Cosa nostra e Addiopizzo promuovono per il 28 e 29 agosto una serie di iniziative in suo ricordo. Leggi l’articolo
La nuova cupola dopo Provenzano
Fonte: la Repubblica
La morte del vecchio Bernardo Provenzano non sposta niente per la mafia siciliana. Perché oggi non è più Corleone che comanda, oggi comanda Palermo.
La stagione dei Corleonesi e dell’assalto armato allo Stato è finita da un pezzo, con Provenzano ridotto fino a poche ore fa a una larva e con Totò Riina — nonostante il suo perenne delirio d’onnipotenza — rinchiuso da ventitrè anni in una fossa, Cosa Nostra più che di un capo è alla disperata ricerca di se stessa e della sua «tradizione ».
Arresti mafia-appalti a Milano. Sala: “Avanti per la legalita”
Fonte: Ansa.it
Undici persone, tra cui un avvocato, sono state arrestate nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano con al centro reati tributari, riciclaggio e associazione per delinquere con l’aggravante della finalità mafiosa.
La busta con 20 mila euro e gli incontri col boss: chiude sala bingo del Politeama
Fonte: PalermoToday.it
Il titolare del locale di via Amari avrebbe avuto rapporti con il presunto capo di Porta Nuova ed è stato denunciato per favoreggiamento. Così, senza certificato antimafia, è stata bloccata la concessione.
La mafia dentro i padiglioni di Expo 2015
Fonte: L’Espresso.it
Nel mirino della Dda il consorzio Dominus che allestì nel sito di Rho il palazzo congressi, l’auditorium, e gli stand milionari di Francia, Qatar e Guinea. Le accuse: associazione a delinquere con l’aggravante di aver agevolato Cosa Nostra. Undici arresti. Tra loro anche un avvocato, ex presidente della Camera Penale di Caltanissetta.
Blitz contro la mafia tra S. Mauro e Trabia. Si allarga l’inchiesta, spuntano altri 47 nomi
Fonte: Giornale di Sicilia
Con l’operazione “Black Cat” dello scorso 31 maggio erano già finite in cella e agli arresti domiciliari 33 persone, ma complessivamente la Procura sta valutando la posizione di 80.
Traffico di migranti, blitz e 38 fermi. Un pentito racconta: ucciso chi non pagava
Fonte: Giornale di Sicilia
Operazione “Glauco”. L’indagine della DDA di Palermo ha svelato l’esistenza di due “centri di smistamento” del denaro, in città e a Roma.
“Noi testimoni dimenticati vedemmo il killer in faccia il suo ghigno è un incubo”
Fonte: la Repubblica
Quella mattina dell’Epifania del 1980, due scout correvano spensierati su una Vespa bianca. «Il viale della Libertà sembrava nostro, non si vedeva nessuno per strada», ricorda Francesco, aveva 15 anni e una divisa da “esploratore” nuova di zecca.
Delitto Mattarella torna la pista nera ecco tutti i sospetti
Fonte: la Repubblica
Fra i delitti eccellenti di Palermo è il più inviolabile. Un segreto così protetto che, dopo trentasei anni, non conosciamo neanche il nome di chi ha sparato. Probabilmente un sicario che non era di mafia, voluto giù in Sicilia per un omicidio di alta mafia. Proprio un mistero. Come se Cosa Nostra non avesse un esercito di sperimentati killer a servizio, come se per quella circostanza i boss dovessero per forza assoldare un assassino venuto da lontano.
Un museo dell’antimafia documenti e video per rileggere la storia
Fonte: la Repubblica – Palermo
L’iniziativa. Filmati, carte dei processi, un percorso digitale Il “laboratorio” voluto da Umberto Santino aprirà nella primavera 2017 a Palazzo Gulì, in corso Vittorio Emanuele.
Riina: mi fece arrestare Provenzano
Fonte: Corriere del Mezzogiorno.it
Avrebbe confidato queste parole al poliziotto Bonafede nel 2013. E sul bacio di Andreotti: «Lei mi vede a baciare quell’uomo? Però sono sempre stato andreottiano»
Rete di associazioni ristruttura 2 alloggi confiscati: il video della consegna a senzacasa
Fonte: GdS.it
PALERMO. A Palermo “La solidarietà trova casa”… e non solo a parole. Grazie allo sforzo congiunto di associazioni, imprenditori anti-racket e singoli cittadini, sono stati consegnati, ristrutturati e arredati di tutto punto, due immobili confiscati alla mafia ad altrettante famiglie in emergenza abitativa e con gravi difficoltà economiche.
Imprenditore favorì latitanza del boss, sequestrati beni per 20 milioni
Fonte: CorrieredelMezzogiorno.it
Beni per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro sono stati sequestrati dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo nei confronti dell’imprenditore agrigentino Carmelo Marotta, 46 anni.
Ristrutturate dalla solidarietà, pronte due case confiscate
Fonte: Giornale di Sicilia
Emergenza abitativa. Consegnati gli immobili recuperati con il contributo di imprenditori antiracket, volontari e famiglie. Don Volpe: “Evitato l’assistenzialismo”.
Mafia: cosalibera.it, portale raccoglie 10 anni di sentenze
Fonte: Ansa.it
Il portale cosalibera.it – presentato al palazzo di giustizia di Palermo – è una raccolta informatica ed interattiva di tutte le sentenze penali di mafia ed estorsioni che hanno riguardato il territorio di Palermo e Provincia, a partire dal 2006.
Un’App racconta le storie dei caduti per mano dei boss
Fonte: Giornale di Sicilia
Presentata al Teatro Biondo NOma, l’anno già scaricata gratuitamente centomila persone.
Mafia, oro e diamanti. Il grande business dei nuovi boss
Fonte: Livesicilia.it
Una lunga stagione di contatti fra i boss di Palermo e quelli di una grossa fetta di provincia. Contatti e affari. Mafia, oro e diamanti, potremmo dire.
Pina Grassi e la difesa della memoria attraverso le lettere ai potenti
Fonte: Repubblica.it
Grazie, cara collega, della lettera gentile e dei ricordi di un fervido lavoro politico. Molti auguri e saluti”. Così pare di leggere in un biglietto scritto con grafia quasi illeggibile che Giulio Andreotti inviava a Pina Grassi che nel maggio del 2003 gli aveva ricordato un vecchio impegno.
La svolta di Palermo. Immigrati anti pizzo
Fonte: L’Espresso
Fanno i commercianti attorno al quartiere di Ballarò. E sono andati alla polizia a denunciare i soprusi, squarciando l’omertà.
Addio Pina Maisano Grassi, simbolo della lotta alla mafia. “Noi lasciati soli contro i boss”
Fonte: L’Espresso.it
È scomparsa la vedova dell’imprenditore Libero, ucciso per essersi opposto al pizzo, di cui ha portato avanti la battaglia contro l’omertà. Riproniamo qui la nostra intervista realizzata nel 2011, venti anni dopo la morte del marito.
Immigrati a Palermo contro il pizzo, esempio di coraggio e legalità – Video
Fonte: L’Espresso.it
Un gruppo di commercianti extracomunitari che vivono nel centro storico della città hanno denunciato richieste di estorsione, violenza, minacce e intimidazioni. Mostrando il coraggio che tutti gli italiani dovrebbero avere. Affiancati dall’associazione Addiopizzo hanno indicato alla polizia gli uomini che li hanno vessati. Per queste accuse sono state arrestate dieci persone che se la prendevano con le comunità più deboli.
“Se denunci ti scippo la testa”. “Barbari” e “schiavitù″ a Ballarò
Fonte: Livesicilia.it
La comunità del Bangladesh ha subito in silenzio estorsioni, minacce, violenze fisiche e rapine.
PALERMO – C’è una fetta di città dove vige il terrore. Dove la sopraffazione e la violenza regolano la quotidianità. La “laboriosa” comunità del Bangladesh ha subito in silenzio estorsioni, minacce, violenze fisiche e rapine. Poi, alcuni extracomunitari hanno reagito.
Anche gli immigrati si ribellano al pizzo. A Palermo 9 arresti
Fonte: Giornale di Sicilia
I commercianti di Ballarò si ribellano al racket. Ma sono tutti del Bangladesh. O della Nigeria. Solo chi è nato a migliaia di chilometri dal vecchio mercato di Palermo ha avuto il coraggio di denunciare taglieggiamenti e vessazioni.
“Dai palermitani solo omertà. Sistema di terrore imposto ai bengalesi” – Intervista a Rodolfo Ruperti
Fonte: Giornale di Sicilia
Il capo della squada mobile di Palermo: emerge anche una forte discriminazione razziale da parte del gruppo dei Rubino.
Alessandro Giuliano: “Mio padre Boris Giuliano, il nemico dei boss che apriva la nostra casa ai bambini poveri”
Fonte: Repubblica.it
Il questore di Lucca, figlio del capo della mobile di Palermo ucciso nel ’79, parla per la prima volta della sua infanzia.
Non ha giustificato i soldi chiesti ai sindaci. Il gip boccia Maniaci
Fonte: la Repubblica – Palermo
«Dall’interrogatorio non sono emersi elementi di novità», scrive il gip Fernando Sestito. Pino Maniaci, accusato di estorsione nei confronti di due sindaci, dovrà restare lontano dalle province di Palermo e di Trapani. Almeno per il momento.
Icone addio, la lotta ai clan riparte dagli eroi silenziosi
Fonte: la Repubblica – Palermo
L’antimafia non deve tornare alle sue origini. Al contrario, l’antimafia deve essere capace di trasformarsi così come si sono trasformate le mafie. La crisi che investe l’antimafia oggi è infatti figlia, prima di tutto, dalla sua cristallizzazione e dei fenomeni degenerativi che questa cristallizzazione ha prodotto.
Riflettiamo sull’antimafia ma non facciamola a pezzi
Fonte: la Repubblica – Palermo
Confesso di avere qualche difficoltà a discutere di doppia antimafia, peggio di antimafia doppia, ancora di più di un manifesto rifondativo. Comprendo, e condivido, lo stupore, l’indignazione e anche il bisogno di riflettere sulle recenti vicende che hanno coinvolto vari personaggi per così dire emergenti della magistratura, dell’imprenditoria, da ultimo del giornalismo, e già impegnati sul fronte del contrasto alla criminalità mafiosa. E cerco di spiegare perché.
Francesco Santapaola il nuovo boss. Ecco i summit intercettati dal Ros
Fonte: Livesicilia.it
OPERAZIONE KRONOS – LE RIVELAZIONI. I carabinieri del Ros hanno seguito Francesco Santapaola per mesi: ecco cosa hanno scoperto.
Estorsione e usura, arrestato messo del Comune
Fonte: Giornale di Sicilia
Tra le vittime il titolare di un negozio di autoricambi: per restituire 50 mila euro, versava 400 euro di interessi a settimana.
Maxi-confisca di beni per uno uno degli assassini del maresciallo Guazzelli
Fonte: Giornale di Sicilia
MAFIA. Terreni e fabbricati del valore complessivo del valore di 800 mila euro tolti a Simone Capizzi e al figlio Giuseppe: il primo è all’ergastolo per l’agguato al carabiniere assassinato 24 anni fa.
Don Ciotti: “Nelle piazze il grido di un Paese schiacciato ma deciso a scegliere la legalità”
Fonte: la Repubblica
Tra le migliaia di bandiere colorate ce n’è una gialla di un gruppo di ragazzi argentini con la firma di Papa Francesco. Mimetizzata tra le decine di familiari di vittime che gli fanno corona dietro il palco, c’è una donna coraggiosa che ha deciso di aiutare il baby killer delle cosche che le ha ucciso il figlio. Don Luigi Ciotti ha appena finito la sua appassionata orazione dal palco che domina Piazza Duomo e dice: «Questa è la nostra forza, centinaia di migliaia di persone, oggi mi dicono 350.000 in tutte le piazze d’Italia, che hanno deciso di mettere la faccia in questa battaglia e Francesco idealmente con noi con la sua firma sulla bandiera di Libera.
Ponti di memoria, luoghi di impegno
Fonte: Azionecattolica.it
Il 21 marzo si svolgerà a Messina e in contemporanea in tanti luoghi d’Italia la XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Nel primo giorno di primavera, simbolo di rinascita, la rete di Libera, di cui fa parte l’Azione Cattolica, gli enti locali, le realtà del terzo settore, le scuole e tanti cittadini, assieme alle centinaia di familiari delle vittime, si ritroveranno per ricordare nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie, creando in tutto il Paese un ideale filo di memoria, quella memoria responsabile che dal ricordo può generare impegno e giustizia nel presente.
Il tesoro dei vecchi boss: case, Bingo e il mistero della cassaforte di Bontate
Fonte: la Repubblica – Palermo
Nelle viscere di Villagrazia, tra il fiume Oreto e gli aranceti più rigogliosi, c’era una cassa piena di denaro e preziosi. Era il tesoro di Stefano Bontate, il “principe di Villagrazia” come lo chiamavano, il padrino più autorevole della vecchia mafia, ucciso nel 1981. Nessuno ha mai saputo di quel tesoro.
Il procuratore Lo Voi: “Serve una norma su collusioni imprenditoria” – Video
Fonte: Gds.it
«Credo sia il momento di regolamentare, con una norma ad hoc, lo scambio imprenditoriale-mafioso. La normativa attuale offre categorie che non sempre possono applicarsi ai rapporti di stretto collegamento e scambi reciproci tra la mafia e certa imprenditoria».
Leggi l’articolo – Guarda il video
Il silenzio delle borgate “Ancora troppo pochi i negozianti che parlano”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Mentre in provincia qualcuno di sedici tra commercianti e imprenditori taglieggiati ha aiutato gli inquirenti impegnati nelle indagini che ieri hanno portato all’arresto di 62 persone tra Palermo e San Giuseppe Jato, ai margini della città, nel cuore della periferia non ha parlato nessuno. «Perché non è facile farsi avanti quando sei da solo e sai che l’indomani mattina dovrai tornare ad aprire la saracinesca, sempre lì, dove ti conoscono tutti.
Palermo, la retata dei boss ottantenni
Fonte: la Repubblica
Sessantadue arresti, azzerati due clan guidati da coetanei di Riina: gestivano il tesoro della vecchia mafia In carcere anche alcuni insospettabili tra cui il direttore di sala del Teatro Massimo: subito sospeso
Le pantere grigie di Cosa nostra che sognano una nuova cupola
Fonte: la Repubblica
Il futuro è nelle mani degli ottantenni. Se non ci fossero loro, la mafia palermitana a quest’ora sarebbe sbronza di mojitos o strafatta di coca, in volgare esibizione a Mondello sulle moto d’acqua, apparentemente sazia e di sicuro fiacca, sempre esposta al chiacchierone di turno. Ma ci sono gli intramontabili, i “grandi vecchi” della Cosa Nostra, quelli che fino a quando non tireranno l’ultimo respiro staranno sempre lì a ragionare su come rifondare la loro Cupola.
I riti, niente giustizia dello Stato o parentele con “sbirri”: le regole di Cosa nostra
Fonte: GdS.it
PALERMO. La presentazione rituale, il divieto di ricorrere alla giustizia dello Stato, ma anche l’obbligo di protezione dei ricercati. Le regole di cosa nostra sono rigide, rigidissime. Soprattutto se i nuovi picciotti si trovano al cospetto di boss che hanno fatto il maxi-processo.
Palermo, Cosa nostra si riorganizza: 62 arresti. Due anziani padrini al comando dei clan
Fonte: la Repubblica.it
Operazione del Ros e del Gruppo di Monreale. Ecco chi sono i capimafia di Villagrazia, la parte orientale di Palermo, e di San Giuseppe Jato, grosso centro della provincia: Mariano Marchese e Gregorio Agrigento, già nei primi anni Ottanta fedelissimi di Salvatore Riina. Le intercettazioni svelano il ritorno della vecchia mafia. In manette anche un insospettabile.
«I boss non cercano più i politici, ora agganciano gli imprenditori» – Intervista a Giuseppe Di Lello
Fonte: Giornale di Sicilia
«Le prove che ha dato una certa antimafia ci hanno fatto riflettere su cosa deve essere l’antimafia, oggi c’è finalmente una riflessione, senza tabù, su questo tema. Prima chi si definiva antimafioso diventava ”intoccabile”, ma credo che quando icona dell’antimafia è diventato persino Ciancimino junior, la gente abbia iniziato a farsi delle domande».
Letizia Battaglia, l’album della città attraverso 40 anni
Fonte: la Repubblica – Palermo Domani ai Cantieri si inaugura la mostra “Anthologica”, racconto di vita e morte lungo 140 immagini, anche inedite. Leggi l’articolo
Una “pasionaria” con la sua Palermo cucita sulla pelle
Fonte: la Repubblica – Palermo
Non solo mafia. La vita della fotoreporter è legata a doppio filo con le sorti della sua città: dall’editoria alla politica, all’esperienza di amministratore “verde”.
Una vita nel mirino, oltre 2000 giornalisti bersagli delle mafie
Fonte: la Repubblica
Per trenta righe in cronaca si giocano tutto. Anche la vita. Sono tanti, sconosciuti, invisibili, dispersi per l’Italia. E sono decisi, appassionati, a volte anche sfrontati. Tutti hanno il vizio di scrivere. Una notizia in più e arriva la bomba, un nome che nessun altro vuole fare e l’auto salta in aria, un piccolo grande scoop e i loro figli sono già sotto minaccia. Giornalisti.
L’ultima frontiera della mafia
Fonte: la Repubblica Trapani. Per scoprire cos’è oggi l’organizzazione criminale siciliana non si può che venire qui. Nella provincia dell’ultimo grande superlatitante: quel Matteo Messina Denaro che gli investigatori cercano inutilmente da 23 anni. Leggi l’articolo
“Il boss si nasconde nel suo territorio ma lo protegge un sistema di potere” – Intervista a Teresa Principato
Fonte: la Repubblica Parla il procuratore aggiunto che dà la caccia al padrino di Castelvetrano: “I politici lo cercano in campagna elettorale. E la massoneria regge le fila” «In questo momento, credo che Matteo Messina Denaro si nasconda nel suo territorio, la provincia di Trapani». Non usa mezzi termini il procuratore aggiunto Teresa Principato, che […]
Il Maxiprocesso 30 anni dopo
Fonte: la Repubblica
Sarà ancora vivo quello che si mangiava i chiodi per far finta di essere pazzo? Come si chiamava? Sinagra Vincenzo detto Tempesta, da non confonderlo con suo cugino – si chiamava come lui, Sinagra Vincenzo – che per tutti gli altri era pazzo per davvero perché si era pentito. E il vecchio Mario Labruzzo della Guadagna, è morto nel suo letto o è morto sparato? E che fine ha fatto Pietro Alfano “U’zappuni” per gli incisivi a forma di zappa? E Giovanni Di Giacomo “Il Lungo”? E Ludovico Bisconti di Belmonte Mezzagno? E Vincenzo Buffa? E Gioacchino Cillari? E Rocco Marsalone? Chissà dove sono finiti quelli del maxi processo di Palermo, la “crema” di Cosa nostra processata e condannata nel dibattimento che trent’anni fa – dal 10 febbraio 1986 al 16 dicembre del 1987 – segnò l’inizio della fine di una mafia padrona.
Mafia, ha vinto o perso?
empre la stessa o è cambiata? È più forte di prima perché non spara o è in disparte in attesa di tempi migliori? Ha mantenuto la sua natura originaria o è diventata solo “finanziaria” e internazionale? La Cupola c’è ancora? Chi sono i nuovi capi? E che rapporto ha con la politica? A 30 anni dall’inizio maxi processo — capolavoro di ingegneria giudiziaria firmato da Giovanni Falcone — e a quasi 25 dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, la faccia sconcia di Totò Riina non basta più a spiegare cosa è la mafia oggi.
Delitto Agostino, confronto all’americana fra il padre dell’agente e “faccia da mostro”
Fonte: la Repubblica.it
All’aula bunker dell’Ucciardone l’incidente probatorio per il delitto del poliziotto ucciso con la moglie il 5 agosto 1989.
Colpo al clan dell’«inchino» delle vare
Fonte: Giornale di Sicilia
Quattordici arresti nella cosca Assinnata di Paternò: proprio a casa di uno di loro si fermò la processione di Santa Barbara.
I signori dell’Anello. “Paladini dell’antimafia asserviti alle cosche”
Fonte: la Repubblica – Palermo
I loro proclami antimafia rimbalzano ancora su Internet. «Denunciare deve essere la normalità delle cose», diceva Mimmo Costanzo tre anni fa, il giorno in cui i carabinieri arrestarono cinque esattori del pizzo che si erano presentati nel cantiere della Cogip, a Melito Porto Salvo. Ma quelli erano uomini dell’ndrangheta. Di mafiosi siciliani, invece, Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice non ne hanno mai denunciati.
Mafia negli appalti Tecnis. Sequestro da un miliardo “Grandi opere col pizzo”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Imprenditori «intimiditi e assoggettati», che hanno finito per «agevolare» esponenti mafiosi. Così la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania definisce gli imprenditori Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, i patron del colosso delle costruzioni Tecnis, che sta realizzando l’anello ferroviario di Palermo e la metropolitana di Catania.
Mafia e racket, condannati i nuovi boss di Corleone: 12 anni per l’ex impiegato comunale
Fonte: palermotoday.it
Mafia e racket, condannati i nuovi boss di Corleone: 12 anni per l’ex impiegato comunale
„Condanne da 8 a 12 anni sono state inflitte dal gup Riccardo Ricciardi a quelli che sono considerati i nuovi boss e picciotti di Corleone. I sei erano finiti in manette nel 2014 con l’accusa di estorsione nell’ambito dell’operazione antimafia “Grande passo” dei carabinieri.
Restituiti i beni al mafioso risarcito dallo Stato
Fonte: Giornale di Sicilia
L’allevatore di Santa Ninfa è in carcere dallo scorso agosto come postino del superboss, ma il tribunale accoglie il ricorso della difesa sul piano patrimoniale: «Non è dimostrata la sproporzione tra lecito e illecito»
Pub e barche, ecco gli affari dei boss
Fonte: la Repubblica Palermo
L’ultimo pentito rivela gli investimenti della mafia dei Colli: quote in una discoteca, sale giochi, edilizia, negozi “Forniamo le tovaglie a ristoranti di Sferracavallo, grossi interessi anche nella distribuzione all’ingrosso di carne”
Palermo, il morto è “Cosa nostra”. La mafia vieta di aprire agenzie funebri
Fonte: Livesicilia.it
L’ex boss Silvio Guerrera, adesso collaboratore di giustizia, mette a verbale le regole dettate dai clan a seconda del territorio. Ecco cosa ha raccontato agli investigatori.
Alla Kalsa fuochi d’artificio per il funerale del cognato dei boss. L’ira del questore: “Scatteranno denunce”
Fonte: la Repubblica.it
In testa al corteo i fratelli Ottavio e Piero Abbate, mancava solo Luigi, Gino u mitra, in carcere perché ritenuto il capomafia del quartiere. Indagine della squadra mobile.
«Svolta storica contro la mafia condannammo solo se c’erano le prove» – Intervista ad Alfonso Giordano
Fonte: Giornale di Sicilia
Il presidente del primo, storico maxiprocesso alla mafia è consapevole del fatto che la sentenza della sua corte d’assise cambiò il corso della storia e per la prima volta Cosa nostra vide intaccato il suo principale punto di forza: l’impunità giudiziaria.
Grasso: “Ma ora sulle stragi vanno cercate verità scomode”
Fonte: La Stampa
La mafia aveva scommesso tutta la propria credibilità e assicurato al popolo di Cosa nostra che avrebbe avuto successo ancora una volta la pantomima, riducendo il maxi a una enorme bolla di sapone. Per fortuna andò in modo completamente diverso.
I boss al maxiprocesso. Nel bunker di Palermo il crepuscolo della mafia
Fonte: La Stampa
Il 10 febbraio del 1986 era un lunedì. Ma per Palermo, per i siciliani non era un giorno qualunque. Quella mattina aveva inizio il primo grande processo contro Cosa nostra, più semplicemente il “Maxiprocesso”.
I pizzini nella Vespa di Marcatajo con gli ordini del figlio del boss
Fonte: la Repubblica Palermo
«Mi faccia la gentilezza di fare avere di più», scriveva il figlio del costruttore boss Vincenzo Graziano all’avvocato Marcello Marcatajo. «Cinquemila non bastano ». E ancora: «È giusto che qualsiasi decisione si prenda insieme. Posso contare su di lei e basta. Tutto quello che ho è nelle sue mani».
Cos’è rimasto del Maxiprocesso
Fonte: l’Espresso
Trent’anni fa nell’aula bunker di Palermo si apriva il grande dibattimento contro la mafia voluto da Falcone e Borsellino. Fu una svolta. Forse incompiuto ma indispensabile per la crescita civile di questo Paese.
Assegnata la scorta al papà dell’agente Agostino. “Ma il killer di mio figlio è libero”
Fonte: Repubblica.it
Il provvedimento adottato dal comitato per l’ordine e la sicurezza. Nei giorni scorsi la scarcerazione del boss Gaetano Scotto, indagato per l’omicidio del poliziotto.
Mafia, un direttorio alla guida dei clan. Capi E Affari: la mappa delle cosche palermitane nella relazione della Dia
Fonte: la Repubblica Palermo
I nuovi boss delle famiglie palermitane sono tornati a riunirsi in centro per discutere soprattutto di droga, è questo l’affare che unisce i clan. Come ai vecchi tempi. Le famiglie pagano le «quote». E tutti insieme fanno l’investimento. Gli analisti della Direzione investigativa antimafia spiegano: «Oggi, Cosa nostra privilegia una gestione collegiale delle questioni più critiche, in modo da trarre una linea d’azione condivisa».
“Appalti e riciclaggio. L’economia d’Italia condizionata dalle mafie”
Fonte: la Repubblica
L’allarme della Dia: record di infiltrazioni negli enti locali. Le regioni del centro-nord come terra di conquista.
Nuovo maxi sequestro per un costruttore di Belmonte
Fonte: Giornale di Sicilia
Una rete di presunti prestanome proteggeva il patrimonio di un costruttore ritenuto vicino ai boss di Belmonte Mezzagno. Ma in due distinte operazioni i carabinieri gli hanno sequestrato un patrimonio complessivo di 6 milioni di euro.
Confisca da un milione a un boss di San Lorenzo. Nel mirino un panificio e due sale scommesse
Fonte: Giornale di Sicilia
Dopo il sequestro, un’azienda edile ha chiuso i battenti. Stesso discorso per due agenzie di scommesse.Non erano più gestite dal
presunto prestanome del boss e nessuno faceva più puntate.
Svelò gli affari di Riina: a 37 anni dal delitto rimane vivo il ricordo di Mario Francese
Fonte: Giornale di Sicilia
La memoria di Mario Francese è più viva che mai perché intuì prima di tanti inquirenti e addetti ai lavori la scalata dei corleonesi al vertice di Cosa nostra, svelando affari e complicità dei boss.
Mafia, droga e racket a Brancaccio: 13 condanne
Fonte: Giornale di Sicilia
Il gup di Palermo Giuliano Castiglia ha condannato a oltre 50 anni di carcere 13 dei 14 imputati nel processo nato dall’operazione “Zefiro” che a novembre del 2014 portò in carcere 18 persone tra cui Natale Bruno (che ha scelto il rito ordinario), indicato come erede di Cesare Lupo e nuovo boss di Brancaccio.
Mafia, interrogatorio a Palermo. “Il boss mi disse che non troveranno mai l’esplosivo”. E sul delitto Agostino: “C’entrano i servizi”
Fonte: Giornale di Sicilia
L’ex capo famiglia dell’Acquasanta interrogato sul duplice omicidio che costò la vita a Nino Agostino e a sua moglie: “il poliziotto era sulla scogliera il giorno del fallito attentato all’Addaura contro Falcone”.
Delitto Agostino, indagato “faccia da mostro”. Il pentito Galatolo: “L’agente ucciso era all’Addaura”
Fonte: la Repubblica Palermo
Ventisette anni dopo, c’è un nuovo indagato per l’omicidio dell’agente Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, trucidati il pomeriggio del 5 agosto 1989. È l’ex agente della squadra mobile di Palermo Giovanni Aiello, “faccia da mostro” com’è ormai chiamato negli atti giudiziari.
Marcatajo jr arruolato già a vent’anni. “Prestanome dei boss”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Già a vent’anni, era un prestanome dei costruttori boss, i Graziano dell’Acquasanta. Era stato suo padre a coinvolgerlo, Marcello Marcatajo, l’avvocato che da una settimana è in carcere con l’accusa di aver riciclato i soldi degli imprenditori mafiosi. E anche lui, Giorgio Marcatajo, 33 anni, è finito nel ciclone dell’inchiesta della polizia valutaria, è agli arresti domiciliari per intestazione fittizia.
Il silenzio delle vittime di ‘ndrangheta. “A Torino c’è più omertà che a Locri”
Fonte: La Stampa
Minacce con teste di maiale e pizzini per non essere intercettati. I carabinieri: nessuno ha denunciato spontaneamente gli estorsori. Arrestati 20 affiliati.
Professionisti, imprenditori, banchieri due secoli di complicità e distrazioni – L’analisi di Salvatore Lupo
Fonte: la Repubblica – Palermo
Cosa nostra appare oggi indebolita. Altre mafie (basti pensare alla ’ndrangheta) l’hanno superata per pericolosità sullo scenario nazionale. Non ha più quel ruolo centrale nei traffici illeciti di scala nazionale e soprattutto internazionale. Tanti mafiosi stanno in galera. Una repressione storicamente senza precedenti (enormemente più dura di quella tanto celebrata del periodo fascista) si è abbattuta su di loro già nel corso, ma soprattutto al termine, della stagione “corleonese”.
Fallimenti-bancomat e notai “distratti”. Caso Marcatajo, l’inchiesta si allarga
Fonte: Livesicilia.it
L’avvocato civilista arrestato nell’operazione Cicero acquistava immobili con i soldi di una curatela fallimentare. Nessuno si è accorto del buco. Tirata d’orecchie per i notai: mai denunciate irregolarità nelle compravendite dei boss.
Il legale intercettato svela in diretta: «Faccio affari col boss da più di dieci anni»
Fonte: Giornale di Sicilia
Dalle carte dell’inchiesta si evince la paura del legale di essere arrestato, soprattutto dopo il pentimento di Vito Galatolo e la diffusione delle sue dichiarazioni a proposito degli affari immobiliari della cosca.
«C’è una palude di professionisti pronti a fare arricchire i boss» – Intervista a Vittorio Teresi
Fonte: Giornale di Sicilia
La mafia guazza in una palude di cui fa parte anche il mondo delle professioni, pronto a mettere a disposizione le proprie conoscenze per reinvestire e riciclare capitali illeciti con lo scopo di consentire all’organizzazione criminale di moltiplicare i guadagni.
“Gestiva gli affari immobiliari di Cosa nostra”. Arrestato un avvocato per riciclaggio
Fonte: la Repubblica.it
Palermo, blitz dei finanzieri della polizia valutaria. In manette 9 persone, fra cui un insospettabile professionista accusato di aver operato per conto del clan dell’Acquasanta. Il pentito Galatolo: “Dalla vendita di 30 box abbiamo ricavato i 250 mila euro per il tritolo da utilizzare per l’attentato al pm Di Matteo”.
Beppe Alfano, nella memoria l’attesa di una verità nuova
Fonte: Antimafia Duemila
Beppe Alfano è morto a quarantotto anni, l’8 gennaio 1993. Da allora sono passati ventitré anni e quattro processi che tuttavia non hanno
fatto piena luce sulla sua morte. Il 2016 che è appena iniziato, però, porta con sé una nuova speranza.
Nelle carte il volto del killer di Mattarella. “Sul luogo del delitto il medico del boss”
Fonte: la Repubblica
Dopo trentasei anni da quell’Epifania abbiamo ritrovato un’immagine che non ci hanno mai fatto vedere. Un fotofit sepolto nel faldone numero 178 dell’inchiesta sull’omicidio del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, uno dei grandi delitti eccellenti italiani. Una foto fantasma per un killer fantasma.
Le ragazze del calcio che la mafia non fermerà
Fonte: la Repubblica
Non sappiamo ancora chi abbia minacciato il presidente della squadra Ferdinando Armeni né chi abbia avvicinato alcune giocatrici. E del resto Armeni non ha neppure fatto riferimento nella sua denuncia a ‘ndranghetisti ma più genericamente a “sciacalli”. Sappiamo però di certo che la situazione dello sport al Sud, e ancor più in Calabria, è drammatica.
“Stanno rovinando il nostro sogno ma io voglio finire il campionato qui”
Fonte: la Repubblica
«Rabbia, solo rabbia. Quando mi hanno telefonato per dirmi che avrebbero ritirato la squadra ho provato solo tanta rabbia. Non ho detto una parola, non ci sono riuscita. Sono rimasta pietrificata. Mi sono messa a piangere ed ho pensato che ci avevano rubato un sogno. Maledetti».
Locri, dirigenti sotto scorta. Malagò: fate giocare le ragazze
Fonte: la Repubblica
LOCRI. «Nessuno tocchi lo Sporting». È una levata di scudi quella che si è alzata in difesa della squadra femminile di calcio a 5 calabrese che milita in serie A. Una difesa che ha mobilitato il mondo dello sport, della cultura, della politica e delle istituzioni.
Pizzo, commerciante preso a martellate a Palermo: chieste condanne
Fonte: la Repubblica.it
I pm chiedono 85 anni di pene per cinque imputati. Altri due aggressori sono già stati condannati a 16 anni con il rito abbreviato. Il commerciante del quartiere Noce fu massacrato in strada nel 2013.
Dai bar alle scommesse. Gli affari milionari della nuova mafia spa
Fonte: la Repubblica – Palermo
La mappa delle cosche in città: gli affiliati sono 2.400. Chi comanda nei quartieri Dalle sale scommesse alle pompe di benzina: gli affari vecchi e nuovi dei boss.
Pizzo, il libro mastro con tutti i nomi dei commercianti. Ecco chi paga
Fonte: la Repubblica – Palermo
Niente sconti, si paga e basta. Non solo ma chi cercava di ribellarsi rischiava, oltre alle ritorsioni classiche, anche di rimetterci in toto l’attività commerciale.
Racket e droga, tutti gli affari dei boss: 38 in cella
Fonte: Giornale di Sicilia
Il controllo sul mercato ittico l’altro settore che fa gola a Cosa nostra. Ricostruita la mappa delle estorsioni in città e provincia.
“Denunciare gli estorsori non solo è giusto ma anche utile” – L’intervista a Giuseppe De Riggi
Fonte: Giornale di Sicilia
Rieccola la mafia dal volto in apparenza rassicurante di una donna, una trentottenne, che ha cinque figli [...]
L’unica denuncia da un imprenditore romeno
Fonte: la Repubblica – Palermo
Il giovane che da anni vive a Palermo era titolare del Mescal club. Si è presentato alla caserma dei carabinieri di Carini sostenuto da Addiopizzo.
“La mafia in crisi non sa riprodursi, ecco perché punta su mogli fidate” – L’intervista a Salvatore Lupo
Fonte: Giornale di Sicilia
“La presenza di una donna al vertice di un clan mafioso è segno di una crisi dell’organizzazione”. Lo Storico Salvatore Lupo, docente di storia contemporanea all’Università di Palermo, commenta così la notizia dell’arresto di Teresa Marino, la moglie del boss Tommaso Lo Presti [...]
Clan di Porta Nuova e Bagheria. Ecco gli organigrammi mafiosi
Fonte: Livesicilia.it
Dai capi ai soldati, ai picciotti del racket. Nomi e ruoli della nuova mafia di Porta Nuova e Bagheria.
Una donna boss gestisce la cassa di Cosa nostra. Nuovo colpo alle cosche, 38 arresti
Fonte: la Repubblica.it
Un’indagine dei carabinieri svela la riorganizzazione di due potenti clan, quello di Porta Nuova, nel cuore della città, e quello di Bagheria. La moglie di un capomafia in carcere si occupava di nuove alleanze e affari. Fra estorsioni e traffici di droga. L’ultimo affare dei boss, la vendita dei frutti di mare. E il popolare quartiere del Borgo Vecchio scende in piazza per salutare i mafiosi arrestati.
Le mani dei boss su pizzo, coca e frutti di mare. Palermo, altri 38 arresti: una donna al vertice
Fonte: Livesicilia:it
Un blitz dopo l’altro dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Svelati gli assetti e gli affari del clan di Porta Nuova. Al vertice un volto poco conosciuto e la moglie di un boss. Pizzo a tappeto. I commercianti, sotto pressione, denunciano. Tra i fermati anche i nuovi capimafia di Bagheria e Villabate.
Pizzo ad azienda di trasporti, due condanne a Palermo
Fonte: Gds.it
PALERMO. Il gup di Palermo, Guglielmo Nicastro, ha condannato a sei anni e quattro mesi Giuseppe La Torre per estorsione aggravata. Sei mesi (in continuazione con quattro anni e mezzo avuti in un precedente processo) per il collaboratore Danilo Gravagna.
I boss tornano al voto per il nuovo governo di Cosa nostra. Le cimici svelano un omicidio
Fonte: la Repubblica Palermo
Blitz dei carabinieri a Palermo, 6 arresti. Smantellata la storica cosca di Santa Maria di Gesù. Il nuovo padrino veniva baciato in fronte. Come cambia la mafia siciliana, tra vecchi riti e nuova violenza: due mesi fa, un giovane è stato punito in modo eclatante. Mentre i sicari sparavano, i capimafia assistevano a distanza all’esecuzione.
Albergheria, piazzetta Mediterraneo diventerà uno spazio verde
Fonte: PalermoMania.it
A stabilirlo è stata la Giunta che ha siglato un atto di indirizzo relativo alla concessione in comodato d’uso gratuito che il Comune di Palermo ha ottenuto. L’utilizzo interesserà l’intera area, compreso il parcheggio del liceo ”Benedetto Croce”.
“Ricco grazie alla mafia”: confiscati beni per 10 milioni a imprenditore palermitano
Fonte: PalermoToday
Finisce nei guai Giuseppe Ferrante. Il provvedimento riguarda beni aziendali di due società edili con sede a Palermo, partecipazioni societarie, immobili a Carini e nel capoluogo, rapporti bancari e polizze vita.
Pizzo, soldi falsi e droga: colpo al clan di Misilmeri, 7 arresti per mafia
Fonte: PalermoToday.it
Dalla provincia di Napoli veniva acquistato il denaro fasullo al prezzo di 4 euro per ogni banconota da 20. Ma Cosa nostra ha messo gli occhi anche sul mercato dell’abbigliamento “tarocco”. Sempre presenti estorsioni e spaccio di droga. Questi i retroscena dell’operazione “Jafar 2″
Se la gestione carismatica fa male all’antimafia – l’Analisi di Umberto Santino
Fonte: la Repubblica – Palermo
Il licenziamento di La Torre da parte di don Ciotti non è nuovo. La notizia è stata data come se fosse un fulmine a ciel sereno, e invece si tratta di una replica, di un déjà vu.
Musica e cantastorie. Anche così Ballarò prova ribellarsi agli “spadda ‘nghissata”
Fonte: Giornale di Sicilia
Un quartiere in cerca di riscatto. L’iniziativa dell’associazione formata da residenti e commercianti per scacciare via le ombre di mafia e racket.
Soldi falsi, un asse tra Cosa nostra e camorra
Fonte: Giornale di Sicilia
Nell’indagine sulla cosca di Misilmeri emerge un’intercettazione che svela l’interesse pure per questo genere di business.
Lorefice si insedia: ricordiamo le vittime di mafia
Fonte: Giornale di Sicilia
Il nuovo arcivescovo di Palermo. Ieri la consacrazione in una cattedrale gremita. Don Corrado Emozionato: “starò dalla parte dei più poveri”
Mafia, operazione della Mobile: fermati “capi” e “picciotti” delle famiglie di Agrigento e Porto Empedocle
Fonte: agrigentonotizie.it
Mafia, operazione della Mobile: fermati “capi” e “picciotti” delle famiglie di Agrigento e Porto Empedocle
Sono tutti accusati di associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga: 6 arrestati e rinchiusi in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di presentazione alla pg. Facevano pagare il pizzo per il rigassificatore e per i trasporti a Lampedusa.
Mafia di Corleone, controlli anche al Comune
fonte: Giornale di Sicilia
INCHIESTA «GRANDE PASSO 3». Custode della struttura era Vincenzo Di Marco, ora sotto processo. I militari vogliono verificare la regolarità degli atti dell’amministrazione.
I carabinieri di Monreale hanno acquisito copia di alcuni documenti sulla ristrutturazione del campo sportivo municipale. Come emerge dal provvedimento di fermo emesso dalla procura, Di Marco, prima del suo arresto avrebbe avuto contatti stretti anche con l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici, Ciro Schirò.
Mafia di Porta Nuova, pene per ottant’anni
fonte: Giornale di Sicilia
PROCESSO IAGO. Dodici anni a testa per il fratello della vittima, Giovanni, che fu intercettato in carcere sul delitto, Tommaso Lo Presti, Emanuele Lipari e Nunzio Milano
Otto gli imputati: sullo sfondo l’agguato contro Giuseppe Di Giacomo, assassinato alla Zisa, e un progetto di vendetta
Minacciati con le armi si ribellano, retata a Gela
fonte: Giornale di Sicilia
COLPO ALLE COSCHE. Il business criminale: estorsioni, droga, la raccolta della plastica delle serre. Tra gli affiliati dei Rinzivillo pure fratelli e cugini di collaboratori di giustizia.
Ventidue arrestati. I pm: gli esponenti del clan puntavano la pistola alla tempia dei commercianti per indurli a pagare
«Gli imprenditori accusano. La società muro contro i boss»
fonte: Giornale di Sicilia
«In quest’indagine c’è stata la collaborazione degli imprenditori. L’apporto dell’associazione antiracket è stato fondamentale. Ha supportato gli imprenditori offesi dai fatti estorsivi – (aggravati dall’articolo 7, aver agevolato l’associazione mafiosa, ndr) – che hanno denunciato e riconosciuto in fotografia i loro aguzzini»: Lia Sava, procuratore reggente di Caltanissetta, traccia con poche parole l’importanza dell’indagine sfociata ieri negli arresti.
Mafia, arrestato il capo mandamento di Corleone
fonte: Ansa.it
Tra gli arrestati dai carabinieri del Gruppo di Monreale c’è anche Rosario Lo Bue, capomafia già finito in carcere nel 2008, ma poi assolto e liberato.
Nuova mafia, vecchi boss. Stangata per il clan di Bagheria
Fonte: Livesicilia.it
Inflitte ventiquattro condanne al clan del popoloso centro in provincia di Palermo. C’è un unico assolto.
Palermo, azzerata cosca della Guadagna. Salvatore Profeta nuovo boss: fu scagionato dalla strage Borsellino
Fonte: GdS.it
La Polizia sta eseguendo una decina di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. In cella presunti esponenti della storica famiglia mafiosa palermitana della Guadagna. L’operazione, denominata “Stirpe”, è stata condotta dagli investigatori della Mobile diretti da Rodolfo Ruperti. Dall’indagine emerge come, ancora oggi, i clan siano legati a rituali di affiliazione arcaici.
Scarcerato per la strage Borsellino, torna in cella Salvatore Profeta nuovo capomafia di Palermo
Fonte: la Repubblica – Palermo
Dal 2011 era in libertà dopo la revisione del processo per la strage di via d’Amelio. Le intercettazioni della squadra mobile hanno sorpreso Salvatore Profeta a riorganizzare le fila di Cosa nostra in città. E la processione del quartiere deviava percorso per ossequiarlo. In manette anche familiari del boss. I pm: “Veniva omaggiato con don Vito Corleone del film il Padrino”
Bagheria, stamattina omelia contro la mafia in tutte le chiese
Fonte: la Repubblica – Palermo
Dai pulpiti delle chiese di Bagheria oggi si lancerà un messaggio chiaro: “L’appartenenza all’associazione mafiosa è incompatibile con la cristianità”.
Al via il maxiprocesso: ecco i testimoni che dimostrano la “legge violenta” del Cecato
Fonte: l’Espresso I minacciati di morte da parte del Cecato raccontano le loro paure: dai polli squartati appesi alle porte, ai pestaggi, alle intimidazioni verso mogli e figli. Ma per i difensori “Questa non è mafia”. Una storia di negazionismo evidente purtroppo già vista in Sicilia e in Calabria che ora si ripete a Roma. […]
“Cosa nostra senza capo assoluto”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Il procuratore Lo Voi “L’organizzazione cambia in base a chi è in carcere o fuori”.
Bagheria,il pizzo anche in trasferta “Pagavo pure se lavoravo a Palermo”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Anche il pizzo va in trasferta. E se l’imprenditore di Bagheria lavora a Palermo, la tassa mafiosa deve pagarla ai referenti di Cosa nostra della sua città, che poi provvederanno a girarla a chi spetta. Le vecchie regole raccontate dal pentito Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone sono ancora in vigore.
Le vittime del racket: inseguiti per pagare
Fonte: Giornale di Sicilia
Inseguirono un commerciante per strada e gli dissero: se non paghi ti finisce male. Un altro lo costrinsero a versare la mazzetta al capomafia di Altavilla, perché «doveva garantirsi».
«Oltre 300 denunce in sette anni, a Bagheria pesani il doppio»
Fonte: Giornale di Sicilia
In questi ultimi anni abbiamo assistito a un crescendo di denunce contro il pizzo: basta pensare che dal 2008 ad oggi oltre trecento persone si sono rivolte ad associazioni antiracket come Addiopizzo e Libero Futuro.
«Estorsori in cella, ma non basta. Lo Stato protegga chi si ribella al pizzo»
Fonte: Giornale di Sicilia
Arrestare chi impone il pizzo va bene nel breve periodo, esprime la forza dello Sstato contro la criminalità organizzata, ma poi le istituzioni devono garantire agli imprenditori che denunciano quelle condizioni di mercato che gli consentano di lavorare con profizzo senza dovere ricorrere a torbide scorciatorie.
L’antimafia dei distintivi fa male a chi lavora sul serio
Fonte: la Repubblica – Palermo
Un tempo, nemmeno troppo lontano, si negava l’esistenza della mafia e tutti a chiederci quando avremmo finalmente aperto gli occhi alla realtà. Oggi accade l’esatto contrario: sono tutti antimafiosi… Tutti e nessuno.
Tangenti per appalti: 3 arresti, anche il presidente di Rfi
Fonte: Ansa.it
Mazzette per appalti pubblici, arrestati tre funzionari accusati di concussione: anche il presidente di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), Dario Lo Bosco. Avrebbe intascato una tangente di 58.650 euro legata ad un appalto per l’acquisto di un sensore per il monitoraggio delle corse dei treni.
Inchiesta Aemilia, ‘ndrine alla sbarra. Al via oggi in Fiera il maxi-processo
Fonte: la Repubblica – Bologna
Un appuntamento per certi versi storico per l’Emilia Romagna che, per la prima volta e in un unico procedimento penale, metterà sul banco degli imputati boss e picciotti della ‘ndrangheta calabrese, fiancheggiatori e prestanome, imprenditori collusi e liberi professionisti, politici ed esponenti delle forze dell’ordine.
Antimafia, da dove ripartire – L’analisi di Umberto Santino
Fonte: la Repubblica – Palermo
E un docente universitario apra le porte del suo istituto per un confronto su mafia e antimafia, dopo le bufere degli ultimi mesi, è certo una buona notizia, soprattutto se è, e vuole essere, l’avvio di una discussione sul ruolo dell’Università a Palermo e in Sicilia. So bene che in questi anni alcuni docenti hanno scritto libri, organizzato seminari e convegni e dibattiti sull’argomento.
Mafia, processo Apocalisse: chieste condanne per 800 anni
Fonte: palermotoday.it
È questa la richiesta complessiva avanzata dalla Procura di Palermo nei confronti di 91 dei 93 imputati, a vario titolo, per i reati di associazione mafiosa estorsione e danneggiamento. Chiesta l’assoluzione per Salvatore Lanzafame e Domenico Serio.
Addiopizzo contribuirà a far rinascere l’area della Magione
Fonte: Giornale di Sicilia
Un parco giochi e una strada nuova nella piazza del centro storico di Palermo: a farsi carico delle spese ci penseranno il comitato contro il racket ed il Comune
Magione, Addiopizzo farà rinascere la piazza
Fonte: la Repubblica – Palermo
Dopo due anni di ritardi e grazie al pressing di Addiopizzo il percorso della riqualificazione di piazza Magione è in dirittura d’arrivo: la giunta comunale giovedì ha approvato la delibera che dovrebbe finalmente riconsegnare alla città il grande spazio a due passi dallo Spasimo.
Palazzolo in aula: “Così decisi di incastrare Helg”
Fonte: la Repubblica Palermo
Al processo con rito abbreviato contro Roberto Helg, preso in flagrante mentre intascava una tangente, depone il pasticcere che lo ha fatto arrestare.
Marcia indietro del Comune di Corleone non sarà parte civile contro i nuovi boss
Fonte: la Repubblica Palermo
Tutti oggi parte civile contro l’impiegato del Comune di Corleone che interpretava alla perfezione il ruolo di temuto boss. Tutti tranne l’amministrazione comunale. E in udienza, il pubblico ministero Sergio Demontis l’ha sottolineata questa assenza durante la sua requisitoria. «Dispiace non vedere le amministrazioni interessante ».
Mafia di Corleone e Palazzo, chieste pene severe
Fonte: Giornale di Sicilia
Settantasette anni invocati in totale dal pm per sette persone, accusate di estorsione ai danni di imprenditori della zona.
I boss reclutano una banda di hacker e clonano migliaia di carte di credito
Fonte: la Repubblica Palermo
La squadra mobile di Palermo arresta 24 persone, sono accusate di aver trafugato più di tre milioni di euro. La truffa attraverso false agenzie di autonoleggio, l’ultima l’avevano chiamata “Expo cars”.
Droga, il nuovo patto tra le cosche
Fonte: la Repubblica Palermo
Fiumi di cocaina e marijuana scorrono fra la provincia di Reggio Calabria e il quartiere palermitano di corso dei Mille. Le intercettazioni del Ros hanno svelato un nuovo patto di ferro fra l’ndrangheta e Cosa nostra. Un patto che sarebbe stato sancito nel carcere di Viterbo fra gli esponenti delle due mafie, per una maxi fornitura di droga da Marina di Gioiosa Jonica verso la Sicilia.
Laboratori Addiopizzo, protagonisti i bambini
Fonte: Giornale di Sicilia
Le attività sono state proposte da imprenditori e associazioni in campo educativo che aderiscono da tempo alla rete di consumo critico promossa da Addiopizzo.
”Crescere… Laboratori per educare alla bellezza e al bene comune”
Fonte: Antimafia Duemila
Continuano le iniziative per la promozione dei valori di legalità bellezza e bene comune finalizzati alla realizzazione di un investimento collettivo. Le attività di questa giornata sono proposte da imprenditori e associazioni in campo educativo che aderiscono alla rete di consumo critico promossa dal Comitato Addiopizzo.
Un altro pentito: tritolo per Di Matteo
Fonte: la Repubblica Palermo
È ancora uno dei segreti meglio custoditi da Cosa nostra palermitana. «L’esplosivo per l’attentato al pm Nino Di Matteo è stato trasferito in un altro nascondiglio sicuro», ha svelato l’ultimo pentito di mafia, Francesco Chiarello, l’ex boss di Borgo Vecchio che con le sue dichiarazioni ha già fatto riaprire le indagini sull’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalgà. Chiarello racconta di aver saputo dell’esplosivo dal suo compagno di cella, Camillo Graziano, rampollo di un’autorevole famiglia di mafia: «Mi disse che per fortuna suo padre era stato scarcerato, così aveva potuto spostare il tritolo».
Addopizzo, via a “Crescere… laboratori per educare alla bellezza e al bene comune”
Fonte: palermotoday.it
Addiopizzo prosegue la sua campagna per la realizzazione di un investimento collettivo, ovvero un progetto di riqualificazione territoriale a piazza Magione o nel Parco della Favorita, che si rivolge alle famiglie e ai più piccoli.
Operazione «Horus 2» – Intervista a Teresa Principato
Fonte: Giornale di Sicilia
«Lo spaccio della droga sotto gli occhi dei bambini che giocano in strada tra l’indifferenza, quasi il consenso di un intero quartiere, è l’aspetto più doloroso di tutta questa vicenda. La criminalità vissuta come normalità»
Un centro per giovani in un bene confiscato. Così la città ricorda padre Pino Puglisi
Fonte: Giornale di Sicilia
Si tratta di un appartamento confiscato alla mafia che attualmente viene utilizzato come luogo di incontro dagli adolescenti e dagli anziani del Centro di Accoglienza Padre Nostro.
Il figlio del boss ucciso indaga da solo e fa arrestare i killer
Fonte: la Repubblica Palermo
Per giorni, ha vagato tra i casermoni dello Zen. In cerca di un indizio, di una prova. Per provare a risalire agli assassini di suo padre, Franco Mazzè, uno dei ras del quartiere. Paolo, che ha trent’anni, non cercava però vendetta. Voleva giustizia. Voleva soprattutto rompere il muro di omertà che ha reso difficilissime le indagini della polizia, giunte poi comunque al principale colpevole, Fabio Chianchiano, boss vicino ai Lo Piccolo.
Gestione dei beni di mafia, indagata la Saguto
Fonte: Giornale di Sicilia
Acquisiti numerosi atti nelle cancellerie e nello studio dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, che dai giudici ha avuto moltissimi incarichi. La polemica sollevata due anni fa dall’ex prefetto Caruso.
Tangenti al sindaco sul conto del prete la maxitruffa della discarica di Mazzarrà
Fonte: la Repubblica – Palermo
Salvatore Bucolo, sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, dopo gli arresti di mafia dello scorso aprile che avevano coinvolto il fratello appariva nervoso, spegneva e chiedeva ad altri di spegnere il telefono, di togliere la batteria. Soprattutto al collaboratore del parroco, al quale aveva anche detto di stare attento a cosa avrebbe dichiarato ai finanzieri perché poteva essere utilizzato contro di lui, perché « ’I ‘ttaccaru a tutti », li avevano messi tutti in carcere.
Rifiuti, allarme della Dia “Emergenze e deroghe favoriscono la mafia”
Fonte: la Repubblica – Palermo
«Contaminazione» è la parola più usata dagli investigatori della Direzione investigativa antimafia a proposito dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Ma non sono i rifiuti a contaminare. Sono piuttosto i comitati all’ombra della mafia, che dei rifiuti hanno ormai fatto un business. «Quei comitati — denuncia oggi la Dia — sono cresciuti oltre misura per l’insorgenza o il protrarsi di situazioni emergenziali, con eventuali deroghe alle procedure ordinarie per l’aggiudicazione delle gare»
Mafia e colletti bianchi, nuovo patto
Fonte: la Repubblica
L’ultima relazione semestrale della Dia al Parlamento lancia un allarme pesante: nonostante gli arresti degli ultimi anni, l’organizzazione mafiosa è «ancora in grado di espandere i propri interessi verso qualsiasi ingranaggio del meccanismo produttivo». Grazie a professionisti e manager complici che «procurano appoggi per inserirsi nel circuito socio-economico sano». Secondo la Dia, a «rischio contaminazione» c’è soprattutto un settore, «quello legato al ciclo di smaltimento dei rifiuti, settore fortemente in crisi — così viene definito dagli investigatori — anche per i ritardi accumulati nel tempo rispetto al recepimento delle direttive comunitarie in materia».
«Non solo pizzini, i boss usano i PC. A noi servono nuovi strumenti di indagine» – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte: Giornale di Sicilia
«Le nuove tecnologie consentono alla mafia di trovare sistemi di comunicazione all’avanguardia. Ecco perché la legge deve adeguarsi per poterla contrastare.»
La vedova Grassi: non capisco chi paga il pizzo
Fonte: Giornale di Sicilia
«È incomprensibile come ci siano ancora così tante persone che hanno paura di chi impone il pizzo, gentaglia che nella società non conta niente.»
L’eroe borghese senza borghesia
Fonte: la Repubblica Palermo
Ricordare Libero Grassi a 24 anni dal suo assassinio non significa soltanto replicare un rito che per fortuna è tra i più sobri e antiretorici, ma anche, o soprattutto, rivivere una storia per molti versi emblematica e riflettere su quello che è accaduto in questi anni. Non sarà inutile rammentare che, al di là delle dichiarazioni di solidarietà, Libero Grassi fu isolato dagli altri imprenditori e anche dalla cosiddetta società civile.
Addiopizzo ricorda Libero Grassi
Fonte: Hercole.it
Palermo ricorda Libero Grassi. A 24 anni dalla scomparsa dell’imprenditore, ucciso perché aveva detto no all’estorsione, il Comitato Addiopizzo organizza una giornata dedicata a Grassi.
Matteo Messina Denaro, procura svizzera indaga sui soldi del boss nelle banche
Fonte: Il Fatto Quotidiano
La notizia confermata dal Ministero pubblico Walburga Bur. I magistrati hanno già esaminato documenti bancari, disposto due perquisizioni e interrogato una persona. L’ipotesi è che il latitante trapanese abbia trasferito milioni di euro nelle casseforti della Confederazione.
Quel rito che diventa una prova di forza
Fonte: la Repubblica
Devono vivere per sempre, per l’eternità. E devono essere ricordati onnipotenti come lo erano in terra. Perché, loro, si sentono eletti di Dio. E non uomini “qualunque”, come tutti gli altri.
L’epopea dei nuovi Re di Roma, da mozza orecchi a padrini con l’ambizione di farsi Mafia
Fonte: la Repubblica
I Casamonica erano la ruota di scorta della Banda della Magliana ma sono sopravvissuti alle vecchie gang criminali, forti dei legami di sangue, di un business in crescita e di un potere di intimidazione senza precedenti.
Terre sottratte ai boss, la sfida delle ’ndrine
Fonte: la Repubblica C’è puzza di ‘ndrangheta nella storia denunciata dalla cooperativa Giovani in Vita, che si occupa di gestire i patrimoni che lo Stato ha sottratto ai criminali della provincia reggina. Un tanfo che si sente lontano un miglio e rischia di asfissiare il gruppo di ragazzi che da mesi faticano in attesa dei […]
Mafia, presi i fedelissimi di Messina Denaro. Scoperta la rete dei pizzini del superlatitante
Fonte: la Repubblica – Palermo
Undici arresti in provincia di Trapani. In una masseria di Mazara del Vallo la centrale di smistamento dei pizzini inviati dall’imprendibile capomafia. Ecco le immagini di un’indagine segretissima durata tre anni. Renzi: “Avanti così”.
Storie di mafia e di antimafia. 12 – Il questore che scoprì la prima mappa dei clan
Fonte: la Repubblica Palermo
Nel maggio del 1901 si svolge un processo a 51 imputati. Tra i difensori i migliori avvocati del foro palermitano e depongono a favore degli accusati parlamentari, nobili, professionisti, quasi tutta la Palermo bene. La tesi dei difensori è che la mafia non è un’associazione a delinquere, è un’ipertrofia dell’io, o un problema sociale.
Storie di mafia e di antimafia. 11 – Fasci e sangue così la Sicilia si svelò militante
Fonte: la Repubblica Palermo
I Fasci siciliani del lavoratori si svilupparono in parecchi comuni dell’isola tra il 1891 e i primi giorni del 1894 e furono un fenomeno composito, a metà strada tra sindacato e partito: in gran parte aderirono al nascente Partito socialista, altri erano espressione di contrasti locali e due risultano creati da personaggi in odore di mafia.
Mafia, chiesti otto anni per ex sindaco di Agrigento
Fonte: la Repubblica – Palermo
Alla fine di una requisitoria durata tre udienze, il pm di Palermo Giuseppe Fici ha chiesto al gup Sergio Ziino di condannare a otto anni Calogero Sodano, ex sindaco di Agrigento ed ex senatore Udc.
Agromafie, la Dia spezza l’asse Sicilia-Campania
Fonte: Giornale di Sicilia
È uno dei più grandi d’iItalia, anche per la quantità di merce trattata. Ma non sarebbe rimasto immune alle infiltrazioni della malavita organizzata. È il business dei trasporti da e per il mercato ortofrutticolo di Giugliano.
«I clan fanno milioni a palate, tutto a danni dei consumatori» – Intervista a Renato Chicoli
Fonte: Giornale di Sicilia
È un racket che gestisce in modo monopolistico il trasporto dell’ortofrutta in una grossa fetta d’italia, dal Lazio alla Sicilia. Chi vuole lavorare deve pagare i clan per ogni viaggio, un pizzo che comporta inevitabilmente un aumento del costo della merce a tutto svantaggio dei consumatori.
“Chiese il pizzo in un cantiere”, arrestato un 29enne a Palermo
Fonte: GdS.it
L’esattore del “pizzo” si era recato più volte nel cantiere e aveva detto di essere un emissario della nota famiglia mafiosa di “Porta Nuova”.
Mafia, operazione della Dia in Sicilia, Lazio e Campania: eseguiti arresti e sequestro di beni
Fonte: GdS.it
Coinvolti numerosi soggetti per i reati di associazione mafiosa, estorsione e altri gravi delitti
Storie di mafia e di antimafia. 10 – Falsi miti e devozione i boss in cerca di una nobiltà
Fonte: la Repubblica Palermo
Il tentativo di nobilitarsi non è solo della mafia siciliana, ma è condiviso dalla ’ndrangheta calabrese e dalla camorra campana.
I clan che migrano. «I boss contagiano paesi in cui ci sono illeciti e corruzione» – Intervista a Rocco Sciarrone
Fonte: Giornale di Sicilia
Nel ’71 Leonardo Sciascia descriveva ne «Il contesto» un potere che «sempre più digrada nella impenetrabile forma di una concatenazione che approssimativamente possiamo dire mafiosa».
Moda, riciclaggio e prestanome un nuovo colpo a Messina Denaro
Fonte: la Repubblica Palermo
Gaspare Como, il marito di Bice Messina Denaro, da ieri è agli arresti domiciliari per intestazione fittizia. Non gestiva solo il “Mercatone diffusione moda” di Castelvetrano, riaperto nonostante un sequestro e la revoca della licenza da parte del Comune: il cognato di Messina Denaro era proprietario di altri due avviati negozi, l’Euromoda di via Mazzini 54, a Castelvetrano, e Blu oltre moda di via Gambini 52, a Marsala. Grazie ai soliti insospettabili prestanome, questa volta due donne.
Storie di mafia e di antimafia. 9 – Le associazioni e i primi pentiti nella guerra ai clan dell’800
Fonte: la Repubblica Palermo
Nel marzo del 1876 al governo del Paese la Sinistra succede alla Destra storica e si è parlato di una mafia che sarebbe passata dall’opposizione all’integrazione, ma in realtà la mafia fin dalla fondazione dello Stato unitario giocava su entrambi i tavoli
“Alla Noce comandiamo noi…”, chiede il pizzo a un negozio: arrestato
Fonte: PalermoToday.it
In manette è finito un uomo di 52 anni, presunto appartenente alla famiglia mafiosa della Noce. È accusato di tentata estorsione ai danni del titolare di un esercizio commerciale della zona. Il commerciante avrebbe dovuto pagare 1.000 euro a Pasqua e a Natale.
Lotta alla mafia 2.0: un’app e una mappa di Addiopizzo
Fonte: balarm.it
Una guida digitale al consumo critico, così la Palermo “pizzo free” sbarca su smartphone e tablet: è la nuova applicazione Addiopizzo, pensata per cittadini e turisti orientati tramite geolocalizzazione tra i negozi, ormai quasi un migliaio, che aderiscono alla rete antiracket.
«Mafia: la gente ha preso coscienza ma cosa nostra è sempre insidiosa» – Intervista al Generale Giuseppe Governale
Fonte: Giornale di Sicilia
«La mafia ha subito pesanti colpi, rispetto a quando aveva una forte componente militare. La corruzione rappresenta un pericolo non meno rilevante».
«In Australia la ‘ndrangheta nelle istituzioni»
Fonte: Giornale di Sicilia
Un’inchiesta giornalistica fa tremare l’Australia che si scopre «infiltrata» della ‘ndrangheta.
Un’app per combattere il pizzo
Fonte: La Stampa
Battere la mafia con un “tap”. Usare lo smartphone per scegliere da chi comprare e come viaggiare. Con una mappa interattiva per evitare chi si piega al ricatto del pizzo. La scommessa di Addiopizzo cambia passo, mette una marcia tecnologica e diventa un’app per cellulare. La rete nata nel 2006, con i primi cento commercianti palermitani “pizzo-free”, da ieri è tutta digitale.
Un’app da scaricare per scoprire i negozi pizzo-free
Fonte: la Repubblica – Palermo
La città che non cede al pizzo arriva sul telefonino. Ristoranti, bar, negozi d’abbigliamento che non pagano “la messa a posto” sono tutti nell’applicazione presentata ieri da Addiopizzo.
Una mappa e due applicazione per trovare i negozi pizzo-free
Fonte: Giornale di Sicilia
Legalità. La svolta tecnologica di Addiopizzo è stata presentata a Villa Niscemi. Un’idea speciale per i turisti. Presenti il presidente del Senato e il Commissario antiracket.
Consumo critico, Addiopizzo lancia due app e una mappa
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Una mappa turistica della città di Palermo e due app: Addiopizzo lancia tre nuovi strumenti così da rendere ancora più semplice il consumo critico antiracket “Pago chi non paga”.
Storie di mafia e di antimafia. 8 – Industria e borghesia il j’accuse di un’inchiesta
Fonte: la Repubblica Palermo
“La mafia che esiste in Sicilia non è pericolosa, non è invincibile di per sé, ma perché è strumento di governo locale”. A dire queste parole alla Camera, nel giugno del 1875, è il deputato dell’opposizione Diego Tajani. È stato procuratore a Palermo e si è scontrato con il prefetto Medici e soprattutto con il questore Albanese, ha spiccato mandato di cattura contro di lui perché si serviva di mafiosi notori per eliminare altri mafiosi.
Consumo critico, app e mappa per trovare i commercianti «pizzofree»
Fonte: Corriere della Sera
Addiopizzo lancia tre nuovi strumenti per rendere ancora più semplice il consumo critico antiracket «Pago chi non paga». Si tratta di una mappa di Palermo e due nuove app per smartphone o tablet che saranno presentate a Villa Niscemi il 26 giugno, alle 11:30. Saranno presenti il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente del Senato Pietro Grasso, il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e il Commissario Nazionale Antiracket Santi Giuffrè. A margine della conferenza è prevista inoltre una visita dell’area (antico vivaio borbonico) adiacente a Villa Niscemi, che sarà interessata dall’intervento di riqualificazione che vedrà il ripristino dell’antica pepiniera e del vivaio borbonico.
«Mafiosi al nord da mezzo secolo, hanno infettato territori sani» – Intervista a Francesco Messineo
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Non sarebbe un fenomeno nuovo, quello della migrazione delle mafie verso Nord, tanto che se ne possono far risalire le origini, secondo l’ex procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, agli anni sessanta e settanta.
Vela. La barca Joshua con Addiopizzo. E vince a Sapri
Fonte: Giornale di Sicilia
La barca Joshua dell’armatore palermitano Salvo Caradonna della Lega Navale,ha vinto la regata di sapri e ha chiuso al 5° posto la “5 fari”.
Un gps per intercettare il patrimonio del boss
Fonte: Giornale di Sicilia
L’aspetto che gli inquirenti intendono chiarire è questo: con quali soldi Giudice ha aperto una mezza dozzina di attività? Sulla carta il giovane imprenditore-boss era solo un impiegato della Medipast srl.
“Troppa burocrazia”, Addiopizzo rinuncia al lido
Fonte: Giornale di Sicilia
Capaci. L’associazione antimafia conferma che la struttura non aprirà: “Per noi è un investimento troppo grosso. Facendo tutto in regola non si riesce a spuntarla”.
Indagato ex assessore provinciale incontrò i boss per le Comunali 2012
Fonte: la Repubblica Palermo
Le parole e i gesti sembrano quelli di una Palermo anni Ottanta. Attorno a un tavolo, al ristorante “La casetta della nonna” di via Ingegneros, ci sono un assessore provinciale candidato al consiglio comunale e il capomafia di corso Calatafimi. Poi, altri due commensali. Il politico dice al boss: «Io mi volevo presentare per fargli sapere dove abito… perché mi sembra che è d’obbligo… che io mi presenti ». E il boss, con tono autorevole, dice: «Già lei si è presentato con Toti».
Inchiesta Apocalisse, prime due condanne ma si va a verso un maxiprocesso
Fonte: Giornale di Sicilia
Ieri in udienza preliminare è stato ascoltato il pentito Vito Galatolo, che sarà processato in abbreviato assieme, tra gli altri, a Girolamo «Mimmo» Biondino, ritenuto il successore del fratello Salvatore.
Il boss Di Giacomo: «Le mie intercettazioni? Romanzate»
Fonte: Giornale di Sicilia
Chiede di essere interrogato dal Gup Lorenzo Iannelli, Di Giacomo, imputato nel processo Iago con l’accusa di aver cercato di organizzare la vendetta per l’omicidio del fratello.
«Tangenti nascoste fra gli atti che sembrano regolari» – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte: Giornale di Sicilia
Secondo il procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci, «qui, negli uffici, non vige quel caos descritto dall’assessore alla Legalità di Roma, Alfonso Sabella, ma piuttosto una logica delle “carte a posto”».
Buzzi e l’affare rifiuti. «Qui ci arrestano tutti»
Fonte: Giornale di Sicilia
I massimi esponenti di Mafia Capitale avevano puntato anche al business dello smaltimento dei rifiuti. Dalle carte delle indagini emergono spunti investigativi che potrebbero aprire nuovi fronti all’inchiesta che sta facendo tremare i palazzi della politica capitolina.
Storie di mafia e di antimafia. 7 – Pugnali e rivolte così nacque la strategia della tensione
Fonte: la Repubblica Palermo
Con la formazione dello Stato unitario funzionari e rappresentanti del regno sabaudo vanno alla scoperta della Sicilia. I rapporti dei luogotenenti del re danno un quadro preoccupante: gli atti di violenza sono all’ordine del giorno. Scriveva nel gennaio 1861 il luogotenente Massimo di Montezemolo: «Ieri, di giorno, qui in Palermo furono uccisi due ladri, in modo barbaro e selvaggio. Dubito che nelle Cabilie la tempra sia più feroce che nei beduini di questa parte dell’isola».
Casarrubea, tutta una vita a cercare verità su Portella
Fonte: la Repubblica Palermo
È morto a 69 anni Giuseppe Casarrubea, storico, studioso della mafia e delle trame oscure che hanno strozzato la Sicilia. Decine i libri in cui denuncia gli intrecci fra mafia, imprenditoria e politica.
Dai bar alle sale scommesse scattano i sigilli al tesoretto dei boss di Pagliarelli
Fonte: la Repubblica Palermo
I soldi degli ultimi traffici di droga sono finiti in sale gioco e bar. Così i boss di Pagliarelli hanno riciclato un tesoretto da due milioni di euro. Grazie ai soliti insospettabili prestanome, che sono stati individuati dalle indagini del Gico del nucleo di polizia tributaria e del nucleo investigativo dei carabinieri.
Un pentito racconta la geografia del pizzo “Al Borgo pagano tutti, l’antiracket non c’è”
Fonte: la Repubblica Palermo
«Al Borgo Vecchio pagano i panifici e i supermercati. Pagano i negozi e le botteghe. Pagano tutti, ogni mese. Da 500 a 1.500 euro». Eccola, l’ultima fotografia del centro di Palermo. Una fotografia a tinte fosche.
Storie di mafia e di antimafia. 6 – Bande, sette e squadre armate così agivano i “nonni” dei boss
Fonte: la Repubblica Palermo
Le maestranze e corporazioni locali, formate dagli artigiani, avevano costituito una polizia popolare che sostituiva le compagnie d’arme e le guardie e in quel periodo scomparvero i furti, le rapine e le violenze. Il problema era se a rubare fossero solo le guardie, gli sbirri-ladri, o anche i componenti delle ronde artigiane. Comunque nel 1774 la polizia popolare fu sciolta: era pericoloso lasciare la forza nelle mani del popolo, scrive l’abate- storiografo Giovanni Evangelista Di Blasi.
“Pizzo sui lavori pubblici”, sequestro da 8 milioni al presunto boss Raspanti
Fonte: palermotoday.it
I carabinieri hanno eseguito il provvedimento che colpisce uno degli uomini considerati ai vertici della cosca di Bagheria. Secondo gli inquirenti imponeva alle aziende che vincevano gli appalti di rifornirsi nelle sue aziende. Fra i beni anche alcune quote di un squadra di calcio.
Mafia Capitale, 44 nuovi arresti. In carcere 5 consiglieri comunali
Fonte: Corriere della Sera
Mafia Capitale, capitolo secondo: all’alba di giovedì la procura di Roma e i carabinieri del Ros hanno portato avanti una nuova maxi-retata con 44 arresti e altri 21 indagati a piede libero. Nel mirino è sempre il gruppo di Massimo Carminati, l’ex terrorista dei Nar in carcere dallo scorso dicembre a capo dell’organizzazione mafiosa – che gestiva il business dei campi di accoglienza per migranti grazie a lunghe ramificazioni politiche – sgominata con i 37 arresti dello scorso 2 dicembre. Il nuovo blitz fa tremare il mondo della politica romana.
Decima Festa Comitato Addiopizzo
Fonte: trinacrianews.it
Si è svolta tra il 29 ed il 31 maggio la decima edizione della festa promossa dal comitato Addiopizzo. La festa che negli ultimi anni si era svolta prima a villa Trabia e poi al Giardino Inglese, con un’inversione di rotta da parte dell’associazione è ritornata tra quei prati verdi che per primi li ospitò nel lontano 2005, ovvero piazza Magione.
Le telefonate con l’estorsore che imbarazzano il Policlinico
Fonte: la Repubblica Palermo
L’esattore del clan di Pagliarelli Vincenzo Bucchieri era di casa al Policlinico. Il responsabile dell’ufficio tecnico del Dipartimento amministrativo, Ferdinando Di Giorgi, gli telefonava con tono sbrigativo: «Senti, parla con Prester, che ci sono due cose da trasferire dalla camera mortuaria». E Bucchieri rispondeva rispettoso: «Pronto, ingegnere. Va bene».
Rifiuti, i boss all’assalto del business Bellolampo
Fonte: la Repubblica Palermo
Un summit al ristorante di piazza Leoni per pianificare l’assalto agli appalti di Bellolampo. Il pentito Antonino Zarcone svela i retroscena di un incontro fra i boss dei clan più importanti di Palermo. «Un imprenditore aveva dato la disponibilità a fornire i suoi mezzi da inserire nelle opere di movimento terra». Le dichiarazioni dell’ex boss di Bagheria fanno scattare una nuova indagine sulle infiltrazioni di mafia all’interno di Bellolampo.
L’antimafia al tempo delle formiche
Fonte: la Repubblica Palermo
La proposta di Addiopizzo di promuovere un “investimento collettivo” per la realizzazione di due progetti di intervento sul territorio, uno a Piazza Magione, l’altro al parco della Favorita (i cittadini coinvolti dovranno sceglierne uno) ha dato occasione a un dibattito sulla città che ha cercato di delinearne il volto attuale. Cos’è Palermo oggi, cos’è stata negli ultimi anni?
Gli schiavi di Cassibile Viaggio nei campi dove il lavoro è nero
Fonte: la Repubblica Palermo
A Cassibile, frazione rurale alle porte di Siracusa, la storia si è fermata. Le conquiste delle lotte bracciantili nella seconda metà degli anni Sessanta naufragano in un contesto segnato ancora da sfruttamento e lavoro nero. Le vittime, oggi, sono i lavoratori stagionali immigrati, impiegati da marzo a giugno nella raccolta di fragole e patate. Quest’anno sono poco meno di trecento e dormono in alloggi di fortuna in mezzo alle campagne.
La festa di Addiopizzo: la decima edizione a piazza Magione
Fonte: Il giornale di Isola
Dopo le tante edizioni svolte a Villa Trabia e al Giardino Inglese, la grande festa della legalità “torna alle origini” e si svolgerà nel luogo che ha ospitato l’evento nelle prime sue tre edizioni: Piazza Magione.
Quando dire «no» significa vivere scortati. Le storie di chi si ribella
Fonte: Giornale di Sicilia
Sono 984 i commercianti che fanno parte del comitato che si batte contro le estorsioni. Il racconto di Giuliano: «È dura, ma lo rifarei di nuovo».
«Il racket ancora duro a morire, ma dalla politica pessimi esempi»
Fonte: Giornale di Sicilia
L’interrogativo che continua ad assillarci è quello di sempre: come si può chiedere a commercianti e imprenditori di denunciare se da certa politica arriva tutt’altro esempio?
Storie di mafia e di antimafia. 5 – I capitani d’arme guardie come ladri
Fonte: la Repubblica Palermo
Uno dei delitti che hanno un ruolo di primo piano tra i “fenomeni premafiosi”, è l’abigeato, il furto di capi di bestiame, a cui segue la richiesta di una somma di denaro per ottenerne la restituzione degli animali. Gli abigeati venivano compiuti con la complicità dei capitani d’arme, che favorivano il passaggio degli animali e partecipavano alla spartizione dei proventi.
‘Piazza Magione’ specchio del bene comune
Fonte: comune.palermo.it
Dieci anni di impegno, sacrifici, momenti difficili ma anche tanti successi. Le adesioni di quasi mille commercianti e imprenditori, le denunce e l’attività di sostegno alle vittime, gli arresti, gli incontri con studenti di tutta Italia, l’idea del consumo critico e dell’investimento collettivo, ovvero scegliere di acquistare presso commercianti pizzofree e fare in modo di dare un contributo alla città con un progetto di riqualificazione territoriale.
Via alla grande festa di Addiopizzo: “Così recuperiamo piazza Magione”
Fonte: palermotoday.it
Dieci anni di grandi successi: weekend all’insegna della “Festa del consumo critico”. Così Leoluca
Orlando: “Una preziosa occasione per ribadire l’importanza della cultura della legalità, ma anche
una conferma del progressivo cammino di recupero della splendida area”
Addiopizzo compie 10 anni, è festa a Palermo
Fonte: Il Giornale di Sicilia
È tutto pronto a piazza Magione per la decima festa di Addiopizzo che si terrà da oggi sino a domenica.
La festa di Addiopizzo. Alla Magione Tre giorni di fiera tra gli ospiti Pif e Ficarra e Picone
Fonte: la Repubblica Palermo
Piazza Magione in festa con la decima fiera del consumo critico organizzata da Addio Pizzo. Alle 9 il via alla manifestazione con un corteo di studenti e degli imprenditori che hanno denunciato il racket da piazza Verdi a piazza Magione. Nel corso della tre giorni previsti tanti appuntamenti tra laboratori, attività sportive, giochi, presentazioni di libri e la sera teatro, cabaret e concerti con ospiti come Ficarra & Picon, Pif e Teresa Mannino.
Paure e ossessioni dei nuovi boss
Fonte: la Repubblica Palermo
Dalle telecamere alla cimice, lo spaccato di Cosa nostra del Terzo millennio: “Papà, e se arrestano anche me?” L’odio verso Addiopizzo e il welfare dei clan: più regali per i figli dei carcerati e aiuti alle donne rimaste sole.
Il modello Falcone e i rioni dell’antistato
Fonte: la Repubblica Palermo
Quest’anno non ci sono state le navi della legalità, ma ci sono state le piazze di città e paesi d’Italia collegate, da Milano, compresa quella fiera alimentare che è l’Expo dominata dalle multinazionali, a Corleone, c’è stato il presidente della Repubblica, si è firmato un protocollo che rilancia l’educazione della legalità nelle scuole, che non mi pare una grande novità.
«Lo Stato avanza e oggi in tanti non si piegano alle cosche» – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte: Giornale di Sicilia
Prova disgust se pensa alle parole di quel vigile che con disprezzo definisce «crasti» i suoi colleghi onesti, ma è convinto che episodi del genere non debbano far perdere la speranza in un cambiamento.
Apocalisse, il giudice dimezza le parti civili. Fuori il Centro studi intitolato a Pio La Torre
Fonte: Giornale di Sicilia
L’Apocalisse è anche per le parti civili: il giudice dell’udienza preliminare Roberto Riggio ne taglia tredici, confermando l’inversione di tendenzza nei confronti di parti private che intervengono nei processi per sostenere le vittime.
«La mafia entra nel mercato per cavalcare la globalizzazione» – Intervista a Roberto Scarpinato
Fonte: Giornale di Sicilia
«Il sistema di potere mafioso è stato un componente della costituzione materiale del paese. Se vogliamo comprendere quali sono le possibili prospettive future, non possiamo prescindere da un’analisi di contesto che vada al di là di un’ottica localistica e della mafia del racket».
Mafia e droga a Palermo, 39 arresti. Triumvirato guida il clan di Pagliarelli
Fonte Giornale di Sicilia
Nuova operazione antimafia a Palermo. I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, stanno eseguendo 39 misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Palermo, nei confronti di appartenenti al mandamento mafioso di Palermo-Pagliarelli, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, corruzione. Sono finiti in manette i capi delle famiglie mafiose di “Pagliarelli”, “Corso Calatafimi” e “Villaggio Santa Rosalia”. Sequestrati centinaia di chili di stupefacenti.
Storie di mafia e di antimafia. 4 – Gli abusi dell’Inquisizione santa impresa del crimine
Fonte: la Repubblica Palermo
L’Inquisizione, sorta nel 1487, ufficialmente doveva indagare sulle eresie, in realtà era un’istituzione a servizio del potere spagnolo ( l’eresia era considerata una forma di ribellione a una monarchia che definendosi cattolicissima per molti aspetti può definirsi una teocrazia) ma sottraendo i suoi “familiari”, cioè i collaboratori, alla giustizia statale, spesso assicurava loro l’impunità. Da ciò la corsa a iscriversi nei suoi ranghi.
Soldi, armi, delitti: lo «scaro» secondo Galatolo
Fonte: Giornale di Sicilia
Galatolo sostiene di essere stato il socio occulto di alcune imprese dell’ortofrutta riconducibili agli Ingrassia ed ai Vallecchia. Le aveva finanziate e per questo, dice, incassava i «dividendi» ogni settimana.
Chiedeva il pizzo ai commercianti di Addiopizzo. Sequestrato il tesoretto di un esattore del racket
Fonte: la Repubblica Palermo
Imprenditore ed esattore del pizzo. Ignazio Romano si vantava di dare “buoni consigli” ai suoi colleghi: invitava tutti a cercarsi un “buon amico” per regolarizzare la propria posizione. Aveva avvicinato persino alcuni commercianti vicini ad “Addiopizzo”. E per questo si era tirato dietro alcune critiche da parte dei suoi colleghi esattori del clan di Resuttana.
Palermo, è già grande attesa per la festa Addiopizzo
Fonte: siciliainformazioni.com
La decima edizione della festa di AddioPizzo, che si terrà dal 29 al 31 maggio, non poteva che essere un’edizione speciale, per questo l’associazione torna a casa, a Piazza Magione, a Palermo, in quella piazza che ha visto crescere Falcone e Borsellino e che ha battezzato gli esordi della campagna contro il pizzo.
Corsa delle associazioni a diventare parti civili nei processi al racket
Fonte: la Repubblica Palermo
«È un tema oramai ricorrente e imbarazzante quello delle carovane di parti civili che affollano i processi di mafia ed estorsione, associazioni antimafia e antitutto che ci piacerebbe incontrare quotidianamente sul territorio accanto ai commercianti e agli imprenditori che scelgono la strada della denuncia e non solo in un’aula di giustizia per chiedere di diventare parte di un processo senza averne a volte alcuna legittimazione».
Beni confiscati,magistrati e amministratori a confronto “Un terzo del totale sono in Sicilia, quasi seimila a Palermo”
Fonte: la Repubblica Palermo
Li hanno chiamati “Stati generali della confisca dei beni alla criminalità organizzata”. Magistrati delle sezioni misure di prevenzione, giuristi, amministratori giudiziari a confronto sulla riforma del Codice antimafia e sulle criticità nella confisca dei patrimoni di Cosa nostra.
Il pasticciere e la legalità da cerimonia
Fonte: la Repubblica Palermo
Gli anni più recenti hanno mostrato che il modello mafioso si è espanso su tutto il territorio nazionale, ha conquistato la capitale, e le pratiche di corruttela non sono episodiche ma sistemiche.
In questo quadro l’appello alla legalità rischia di essere una vaga aspirazione ma può funzionare come esibizione di un rigore morale ripescato per l’occasione oppure come una forma di ritorsione.
Bare, pesce ed estorsioni Il pentito e gli affari dei boss al porto
Fonte: livesicilia.it
“Noi ci siamo visti con Nicola Milano e con Tommaso Di Giovanni – racconta il collaboratore di giustizia Danilo Gravagna – ci siamo seduti e abbiamo parlato della gestione del porto, che ci saremmo occupati delle estorsioni, dei furti e di tutte le problematiche”.
Sequestrati tutti i beni al boss… nullatenente
Fonte: la Repubblica Palermo
Nonostante siano stati più volte indagati, sarebbero riusciti a nascondere i loro patrimoni, con intestazioni fittizie a familiari e prestanome. Bliccati anche tre buoni postali e tre conti correnti.
Delitto Bosio, Brusca ricorda il potere dei Madonia
Fonte: Giornale di Sicilia
Nella Palermo degli anni Ottanta, cosa nostra controllava ogni metro quadrato. Era praticamente impossibile che un boss non sapesse nulla a proposito di un omicidio commesso nel suo territorio.
Storie di mafia e di antimafia. 3 – Gli antenati del “pizzo” nella Vucciria del ’500
Fonte: la Repubblica Palermo
“Sendo io seco una sera d’estate, vidi che scontrò vicino alla piazza che chiamasi in Palermo la bucceria vecchia, un giovene di cui egli aveva richiamo grande, che, per paura si facesse dar denaro dai mercanti di Loggia e cose simili».
Così Argisto Giuffredi, in un manoscritto dal titolo Avvertimenti cristiani, presumibilmente del 1585, racconta quel che gli è capitato, mentre in compagnia del capitano di città Fabio Bologna passava per le strade della Bucceria, termine che deriva dal francese boucherie, mercato delle carni.
Incontrano un giovane che chiede il pizzo ai mercanti. È uno dei documenti più antichi sulla pratica dell’estorsione in uno dei mercati più affollati della città.
Joshua II torna alla Tre Golfi di Napoli contro la mafia
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Joshua II torna a regatare contro la mafia. Per la barca antiracket si avvicina la prima prova del campionato Italiano di vela d’altura. Il debutto alla Tre Golfi di Napoli da venerdì 8 a domenica 10 maggio, al campionato italiano offshore. L’obiettivo rimane lo stesso: “A Napoli l’8 maggio verrà distribuito materiale informativo su Addiopizzo, sugli strumenti di contrasto al racket e sui benefici di legge per le vittime.
La vittoria di Pio La Torre antimafioso senza distintivo
Fonte: la Repubblica Palermo
Conosceva il male dalle origini. Ne intuì il rimedio. Non si limitò a mettere a punto una ricetta, ma elaborò un piano di cura. Nella storia politica di Pio La Torre, dalle lotte contadine al 416 bis, dal sequestro dei beni dei boss al no ai missili a Comiso, c’è l’intero percorso di un’antimafia mai vissuta come un abito — tanto settario quanto inconcludente — da esibire per scalare posizioni nella nomenclatura di partito come nella società, ma cucito addosso come l’unica ragione dell’essere comunisti.
Storie di mafia e di antimafia. 2 – Gli eserciti di banditi al servizio delle signorie
Fonte: la Repubblica Palermo
Se la mafia come organizzazione criminale che agisce all’interno di un sistema di rapporti e svolge attività illegali per arricchirsi e per comandare è documentabile nei primi decenni dell’Ottocento e avrà forma compiuta negli anni che portano all’Unità d’Italia, c’è una lunga fase di incubazione in cui si registrano fenomeni che possono considerarsi “premafiosi” per alcune caratteristiche. Per esempio: i delitti impuniti, perché i soggetti che li compiono hanno rapporti con il potere e che si presentano come esercizio di “signoria territoriale”. Tra questi soggetti ci sono i banditi al servizio dei signori.
Pizzo sui vigneti dell’Etna. I big del vino nel mirino del racket
Fonte: la Repubblica Palermo
A Castiglione di Sicilia, paese a spiccata vocazione vitivinicola sui costoni dell’Etna, Cosa nostra imponeva il pizzo sul nerello mascalese. Il vitigno che produce l’uva base della doc Etna, uno dei vini siciliani maggiormente esportati all’estero. E così i maggiori e più blasonati produttori di vino, sono stati in parte costretti a sottostare alle imposizioni di una costola del clan del defunto Paolo Brunetto, alleato nella zona ionica dei Santapaola- Ercolano.
Il potere (osceno) dei baroni
Fonte: Antimafia Duemila
Succede a Palermo. Dopo tanti anni di conferenze organizzate da Antimafia Duemila alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo in occasione degli anniversari delle stragi di Capaci e via D’Amelio (e ancora prima alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, ed anche a Palazzo Steri
del Rettorato), arriva uno stop “ad personam”.
Così le mafie fiutano il business migranti
Fonte: la Repubblica Palermo
La tragedia consumatasi nei giorni scorsi nelle acque del Mediterraneo, con un numero di morti da bollettino di guerra, ha riproposto un copione che si replica da troppo tempo, questa volta con qualche aggiornamento. L’Italia ha rimproverato all’Europa di dedicare al problema dei migranti scarsi mezzi e ancora più scarsa attenzione; i rappresentanti dell’Europa hanno risposto convocando un vertice straordinario.
Mafia allo Zen, il gup esclude quattro parti civili
Fonte: Giornale di Sicilia
Fuori quattro parti civili dal processo «Fiume», contro la mafia della parte occidentale della città, in particolare dello Zen: un argomento ineccepibile di procedura penale, secondo i difensori, un cavillo, secondo le aspiranti parti civili.
Colpo al patrimonio di cinque boss. Maxi sequestro nell’Agrigentino
Fonte: Giornale di Sicilia
Conti correnti, immobili, terreni e anche un allevamento sono stati sequestrati e confiscati dalla Dia di Agrigento a cinque boss mafiosi. Nel mirino un patrimonio del valore complessivo di oltre un milione e cinquecentomila euro, riconducibili a noti esponenti mafiosi della provincia, tutti attualmente detenuti. Leggi l’articolo
Storie di mafia e di antimafia. 1 – L’impresentabile masnadiero fondatore di casa Tomasi
Fonte: la Repubblica Palermo
Alla fine del quarto capitolo del Gattopardo, il principe Fabrizio Salina, accomiatandosi dal piemontese Chevalley, che era venuto a proporgli di accettare lanominaasenatoredelRegnod’Italia, espone sinteticamente la sua filosofia della storia: «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra».
Le strategie di Addiopizzo e pm “Così convinciamo le vittime a vincere la paura e denunciare”
Fonte: la Repubblica Palermo
«Quando li incontri, per la prima volta, vedi chiaramente sul loro viso il ritratto della paura. E non è una fobia», assicura la psicologa Rossella Chifari, una delle animatrici di Addiopizzo. «È paura vera, la paura della mafia, la mafia che ancora oggi ti chiede il pizzo». Negli ultimi mesi, Rossella Chifari e la sua collega Paola Cavani hanno incontrato davvero tanti commercianti e tanti imprenditori nella sede dell’associazione, in via De Gasperi, che un tempo era uno dei covi di Pino Lipari, il ministro dei Lavori pubblici di Cosa nostra, oggi è anche lo sportello di ascolto della federazione antiracket. Spesso, inizia da qui il viaggio di chi ha deciso di non pagare più.
I costruttori si ribellano “Per farci lavorare pretesero il tre per cento sull’appalto”
Fonte: la Repubblica Palermo
L’ultima indagine della procura di Palermo porta in manette quattro persone, che fanno capo alla famiglia di Camporeale, mandamento mafioso di San Giuseppe Jato. Giuseppe Tarantino, che fra il 2007 e il 2008 era il reggente del clan in assenza del titolare, Antonio Sciortino, all’epoca in carcere: aveva la delega a seguire il settore edile. Gli dava un mano importante un insospettabile imprenditore, Antonino Cusimano, anche lui è stato arrestato: si occupava soprattutto di avvicinare gli imprenditori da estorcere.
Dal commerciante al manager La città che non rinuncia al compromesso con la mafia
Fonte: la Repubblica Palermo
A Palermo, continua ad essere facilissimo ingaggiare un mafioso. Basta avere il contatto giusto. A volte, non è poi così lontano. Gasparini si rivolse a Domenico Cottone, contitolare del notissimo negozio di abbigliamento Barbisio, che si trova sotto i portici di via Ruggero Settimo. «Gasparini — scrivono i pm Bonaccorso e Mazzocco — era consapevole dello stretto rapporto di amicizia tra Cottone e il mafioso Nicolò Milano». E la Dia annota: «Il legame di amicizia e frequentazione è stato sancito anche dall’intervento del mafioso al matrimonio di Cottone quale testimone di nozze, successivamente ricambiato dallo stesso titolare del negozio Barbisio, svolgendo le funzioni di compare d’anello al matrimonio di Milano».
Blitz Apocalisse, la Procura chiede il processo per 129 indagati
Fonte: Giornale di Sicilia
La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di 129 tra boss, gregari, estorsori di Cosa nostra finiti sotto accusa nell’ambito dell’inchiesta “Apocalisse” che coinvolse i clan mafiosi di Tommaso Natale, Resuttana, Partanna Mondello, San Lorenzo e Acquasanta.
Tre imprenditori denunciano il racket, in manette i nuovi boss della provincia
Fonte: la Repubblica Palermo
Vige ancora la tassa mafiosa del tre per cento sugli appalti. I boss di Camporeale, centro dell’entroterra palermitano, erano risoluti. I carabinieri del Gruppo Monreale hanno scoperto che Cosa nostra aveva imposto l’ennesimo ricatto a tre imprenditori edili.
I commercianti si ribellano al pizzo: 4 arresti fra Camporeale e Montelepre
Fonte: Giornale di Sicilia
Le indagini, coordinate dalla Dda di Palermo, riguardano gli assetti di Cosa Nostra all’interno della famiglia mafiosa di Camporeale e documentano alcuni casi di estorsione, anche grazie alla collaborazione di imprenditori che si sono ribellati.
Mafia, arrestato boss latitante Mazzei nel Catanese
Fonte: Ansa.it
Il boss latitante ‘Nuccio’ Mazzei, figlio dello storico capomafia Santo, detto ‘U carcagnusu’, detenuto al 41bis, ‘uomo d’onore’ collegato a Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, è stato arrestato dalla polizia di Stato di Catania in collaborazione il Servizio centrale operativo di Roma.
Mercadante, la Cassazione conferma la condanna: 10 anni e 8 mesi
Fonte: la Repubblica – Palermo
La suprema corte ha ribadito il verdetto di appello. Per l’ex deputato regionale di Forza Italia si aprono le porte del carcere.
Crescere in questa città, partono i laboratori di Addiopizzo
Fonte: palermotoday.it
Sabato 11 e domenica 12 aprile in diversi quartieri del capoluogo si terrà l’iniziativa promossa da Addiopizzo “Crescere in questa città”. Un programma ricco di attività e laboratori per i più piccoli, per educare alla bellezza e al bene comune.
“Crescere in questa città”: l’11 e il 12 aprile le iniziative di Addiopizzo
Fonte: monrealenews.it
“Crescere in questa città” è il nome dell’ultima iniziativa di Addiopizzo, che si terrà l’11 e il 12 aprile in vari quartieri di Palermo. Un programma ricco di attività e laboratori per i più piccoli, per educare alla bellezza e al bene comune.
“Crescere in questa città”, con Addiopizzo attività e laboratori per i più piccoli
Fonte: ilsitodipalermo.it
Continuano le iniziative di Addiopizzo, sabato 11 e domenica 12 aprile incontri e appuntamenti per i bimbi. Il programma che vedrà impegnati volontari e operatori culturali, avrà come finalità introdurre il concetto di “bene comune” attraverso laboratori creativi e letture rivolte ai bambini; un percorso di insegnamento ed educazione veicolato dalla musica, dalla danza e dall’arte figurativa, attraverso un linguaggio vivace, semplice e immediato.
Niscemi, il sequestro del Muos nuovi indagati nell’inchiesta. Domani la “marcia della gioia”
Fonte: la Repubblica – Palermo
«Io ho applicato la legge correttamente e un giudice mi ha dato ragione. Ritengo che questa struttura sia abusiva e che quindi non possa andare avanti e debba essere sequestrata».
Il boss al soldo dei Servizi stipendio, favori e segreti “Così Flamia fu assunto”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Il Copasir: nel 2008 contattato mentre firmava al commissariato I vertici di mafia tenuti in un suo locale imbottito di microspie.
I pionieri dimenticati della Chiesa antimafia – L’Analisi di Augusto Cavadi
Fonte: la Repubblica – Palermo
La Superprocura elogia le “rare e nobili eccezioni” ai silenzi, ma c’è chi si impegna da tempo.
La lettura integrale della relazione annuale che procuratore e Direzionale nazionale antimafia hanno presentato recentemente al Parlamento regala molte, e molto istruttive, indicazioni sulle criminalità organizzate del Meridione italiano. La prima delle quali, in ordine di esposizione, è la ‘ndrangheta di cui si ribadisce la preminenza sulle altre, Cosa nostra compresa.
Mafia, perché Angelo Provenzano non parla con le famiglie delle vittime oltre che con i turisti?
Fonte: il Fatto Quotidiano L’ultima chicca arriva dalla Sicilia dove Angelo Provenzano, il figlio del boss di Cosa Nostra Bernardo, ha cominciato a lavorare come guida turistica. I clienti sono comitive di americani agiati e di mezza età, che partono periodicamente per la Sicilia grazie al tour operator di Boston Overseas Adventure Travel. Leggi l’articolo
Beni confiscati, la rinascita del San Paolo Palace. Il progetto del campus frena
Fonte: la Repubblica Palermo
Di quel campus internazionale per studenti in cui avrebbe dovuto trasformarsi, dopo un anno e mezzo, non c’è neanche il progetto. E così il San Paolo Palace, lo storico hotel confiscato al costruttore Gianni Ienna, “longa manus” economica dei fratelli Graviano, boss di Brancaccio, prova a ripartire con le sue gambe. E per la prima volta, da quando è in amministrazione giudiziaria, sembra in grado di risollevarsi.Leggi l’articolo
“Cinema e mafia così nasce la Sicilia dei luoghi comuni”
Fonte: la Repubblica – Palermo
La conferenza a Oxford dell’antropologo taorminese “L’elezione di Mattarella ha ribaltato uno stereotipo”
La lezione che ci arriva dal liceo di Castelvetrano
Fonte: la Repubblica Palermo
In questo contesto la lotta alla mafia non può che essere parte di un percorso di liberazione da ogni forma di sopraffazione e di potere, come pure dalla dittatura del mercato che cancella diritti e posti di lavoro, nega il futuro alle giovani generazioni. E la scuola deve esserne un presidio fondamentale.
Mafia ed estorsioni, 11 pene ridotte in appello
Fonte: Giornale di Sicilia
La corte d’appello di Palermo ha condannato undici mafiosi del clan di Santa Maria di Gesù, accusati di associazione mafiosa ed estorsione. Per uno degli imputati, Dario Corso, i giudici hanno dichiarato la nullità del verdetto di primo grado per un vizio di forma, rinviando gli atti in Procura.
Mafia di Porta Nuova, arrivano 29 condanne Vent’anni ad Alessandro D’Ambrogio
Fonte: Livesicilia.it
La pena più pesante – 20 anni in continuazione con una precedente condanna – arriva per il capomafia Alessandro D’Ambrogio. “Alexander”, non a caso, era il nome dell’operazione dei carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo che nel 2011 azzerarono il potente mandamento di Porta Nuova.
Clan di Porta Nuova, inflitti due secoli di carcere
Fonte: Repubblica.it
Trenta condanne e una assoluzione per il mandamento mafioso capeggiato da Alessandro D’Ambrogio
Mafia, 29 condanne per il clan Porta Nuova: vent’anni al boss D’Ambrogio
Fonte: palermotoday.it
Il gup ha condannato complessivamente a oltre 230 anni di reclusione 29 dei 30 imputati del cosiddetto processo Alexander, nato dal blitz del luglio 2013. La pena più alta è stata inflitta “all’uomo che voleva prendersi Palermo”. Unico assolto Alfredo Geraci.
“Non è solo paura a generare omertà, c’è pure diffidenza verso le istituzioni” – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Una subcultura plurisecolare, quella dell’omertà che, secondo il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, «non è solo palermitana o siciliana, ma è diffusa anche nel resto del paese».
Mafia, sequestro da due milioni Colpito ex Pip legato a Porta Nuova
Fonte: palermotoday.it
Sotto sequestro sono finiti il pub “Day Just” di via Nino Bixio, 2 imbarcazioni di lusso, un’auto e un acqua-scooter. Eseguiti tre provvedimenti nei confronti di Gianfranco Cutrera, Giampiero Specchiarello e Antonino Seranella. Quest’ultimo riscuoteva il pizzo per conto della “famiglia”
Caso Helg, caos alla Camera di Commercio Confindustria va via sbattendo la porta
Fonte: Livesicilia.it
Colpo di scena nella querelle sul commissariamento della Camera di Commercio dopo l’arresto dell’ex presidente. Il leader degli industriali palermitani, Alessandro Albanese, polemizza con la Regione dopo le reiterate richieste di dimissioni del consiglio da parte del governatore Crocetta. Presentato un dossier in Procura sulla Gesap contenente nuove carte trovate nella stanza di Helg in via Amari.
Mafia, assalto ai beni dei boss: sequestro da un milione all’ex fattorino dell’hotel San Paolo
Fonte: Repubblica.it
La Guardia di Finanza ha messo i sigilli ai beni per un milione di euro dell’esattore di Brancaccio, erede dei Graviano, arrestato nel 2011. La Dia di Catania ha sequestrato il patrimonio di Salvatore Marino, esponente del clan Carateddi.
Delitto Di Giacomo, tre gli indagati ma il giudice nega l’arresto
Fonte: livesicilia.it
Le tracce di Dna trovate sulla pistola utilizzata per uccidere il boss non bastano a fare scattare la misura cautelare. Una telefonata “salva” gli indagati, ma ci sono tanti punti oscuri che tengono in piedi l’inchiesta.
Al Cityplex Metropolitan, Noi e la Giulia Presente il regista Leo e Addiopizzo
Fonte: meridionews.it
Addiopizzo promuove l’ultimo film del regista italiano Edoardo Leo Noi e La Giulia. «La politica ha interessi nel non contrastare la corruzione e il malaffare»
Il pentito: «Così punivamo chi non pagava»
Fonte: Il Giornale di Sicilia
I retroscena dei 7 fermi dei carabinieri. «Dovevo costringere chi non accettava le nostre imposizioni. Difesi anche una persona a cui volevano togliere la casa»
La mafia gestiva i campi di calcetto Confiscati beni per 4 milioni di euro
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo ha sequestrato un’associazione sportiva che gestisce campi di calcetto e due conti correnti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento di confisca emesso dal tribunale di Palermo – sezione misure di prevenzione.
Guru, slogan e teatranti dell’antimafia senza storia
Fonte: la Repubblica Palermo
L’ntimafia degli ultimi anni non può che rispecchiare il contesto in cui si è sviluppata. Con un’economia legale in crisi e un’accumulazione illegale in gran forma le mafie sono diventate soggetti economici di primo piano, tanto che ora nel PIL si inseriscono i proventi di attività formalmente illegali ma di fatto legalizzate. Contrastarle è diventato sempre più difficile.
L’autocritica che serve alla borghesia siciliana
Fonte: la Repubblica Palermo
L’ascesa della borghesia, in tutto il mondo occidentale almeno, è coincisa con il prevalere, sui privilegi dinastici, del merito individuale (categoria in sé valida che si corrompe solo quando viene assolutizzata ai danni della solidarietà sociale): perché, dalle nostre parti, questo riconoscimento delle qualità professionali non avviene e la borghesia — mediamente — è pronta a farsi guidare da chi è più furbo, più spregiudicato eticamente, più capace di agganciare i potenti di turno?
L’ascesa di due giovani affiliati al clan. Prima «compari», poi invidie e rivalità
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Sarebbero stati amici, avrebberl «fatto strada assieme», ma poi a poco a poco cominciarono i dissidi. Una vicenda, quella con al centro Aristide Neri e Alessandro Ravesi, che da semplice controversia tra «compari» si trasformò piano piano in una rivalità tra presunti affiliati alla cosca.
La confessione degli imprenditori: «Abbiamo pagato il pizzo per vent’anni»
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Se un estorsore veniva ammazzato, un altro arrivava subito dopo. È stato così per quasi 20 anni e i titolari della ditta hanno pagato senza fiatare.
«La mafia è forte in provincia ed è pronta a riprendere le armi» – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte: Giornale di Sicilia
«Un collaboratore di giustizia, Francesco Lo Gerfo, presunto boss di Misilmeri, diceva che si deve cominciare a sparare a chiunque indossi una divisa per riprendersi il proprio spazio nel territorio. Le istituzioni devono essere presenti, è necessario che gli uomini dello Stato si rendano credibili».
Mafia, pizzo e venti di guerra. Sette fermi fra Misilmeri e Belmonte
Fonte: livesicilia.it
Per bloccare ogni rischio i carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno accelerato i tempi. I commercianti vittime del racket collaborano.
Roberto Helg, arrestato per estorsione il presidente Camera commercio di Palermo
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Bloccato ieri mentre intascava una tangente di 100mila euro da un ristoratore, affittuario di uno spazio dell’aeroporto, che si era rivolto a lui per la proroga del contratto. Operazione dei carabinieri che hanno registrato richiesta e consegna della bustarella. “L’ho fatto per bisogno, ho la casa pignorata” ha detto l’indagato durante l’interrogatorio.
Helg, arrestato a Palermo per tangenti il paladino della legalità
Fonte: la Repubblica Palermo
L’operazione conclusa ieri ha avuto inizio da una denuncia del commerciante, il titolare delle pasticcerie Palazzolo, che si è rivolto ai carabinieri e ha rivelato i dettagli dell’illecita richiesta di denaro e delle sue modalità estorsive.
Nuova intimidazione a una pasticceria a Palermo, il titolare: “Voglio chiudere”
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Due fori sul muro esterno del proprio locale: è l’ultimo «avvertimento» ricevuto da Alessandro Marsicano, titolare dell’omonima pasticceria in via Solarino, a Palermo. La scoperta è stata fatta giovedì dai carabinieri che lo scortano.
Nuova allerta per Di Matteo. Un pentito: “I boss in carcere discutevano dell’attentato”
Fonte: la Repubblica Palermo
È di nuovo allerta attorno a Nino Di Matteo. L’ultimo pentito della mafia di Barcellona, Carmelo D’Amico, ha svelato che nell’aprile dell’anno scorso i boss siciliani rinchiusi nel carcere milanese di Opera si aspettavano «da un momento all’altro» la notizia dell’attentato al pubblico ministero.
Bloccati i beni all’estorsore di piazza Don Bosco
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Se con simili «740» non si possono fare investimenti allora, dicono i giudici, «deve ritenersi che i beni di cui dispone il nucleo familiare siano stati acquisiti, almeno in parte, con denaro di prsumibile origine illecita»
Mafia, allarme al tribunale. Nuova minaccia attentati
Fonte: livesicilia.it
Una lettera anonima, ma soprattutto le parole di un pentito avrebbero annunciato la presenza di armi ed esplosivo nei luoghi frequentati abitualmente da alcuni magistrati e subito sono scattate le ricerche. In carcere i mafiosi siciliani aspettavano “il botto”.
La Dna: strategie di Cosa nostra contro Confidustria nissena
Fonte: Giornale di Sicilia
La relazione presentata dal presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi e dal procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti.
Mafia: la Cassazione: dubbi sul ruolo di boss. Per cinque indagati a rischio il 41 bis
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Se dovesse cadere l’aggravante di essere stati “capi e promotori” dell’organizzazione, potrebbe venire meno anche il carcere duro, imposto proprio sul presupposto della pericolosità dei boss.
Il blitz contro la cosca di Bagheria, processo in vista per 28 imputati
Fonte: Il Giornale di Sicilia
La Procura ha chiuso le indagini per 28 delle 31 persone arrestate, lo scorso 5 giugno, nell’ambito del blitz “Reset”, che aveva azzerato il mandamento di Bagheria.
Agli ex dipendenti l’azienda confiscata
Fonte: Il Giornale di Sicilia
La cooperativa è stata costituita e oggi l’assessore regionale Nino Caleca illustrerà il progetto. Già raggiunti accordi con imprenditori e con un’associazione di produttori.
Soldi da un imprenditore, condannato Vitrano
Fonte: Il Giornale di Sicilia All’imprenditore Correro non è stato riconosciuto alcun risarcimento. Come rimarcano i difensori di Vitrano, “non ha subito pretese estorsive, ma avrebbe pagato in cambio di futuri vantaggi imprenditoriali”. Leggi l’articolo
Raccolta fondi per la legalità
Venerdì 20 febbraio presso il Morrison Café, salita Castellana 9 Palermo, serata con musica live col concerto rock dei Sexual Thing per festeggiare il compleanno del pub palermitano, da qualche mese iscritto nella lista di Addiopizzo.
Camorra: blitz Gdf, sequestrati beni per 320 milioni euro
Fonte: ansa.it
Beni riconducibili a un clan di camorra per un valore di 320 milioni di euro sono in corso di sequestro da parte della Guardia di Finanza di Napoli in tutta Italia. Sotto sequestro attività commerciali, immobili e terreni intestati a un centinaio di prestanomi ma gestiti – secondo il Gico – da soggetti contigui al clan operante a Napoli.
Mafia: Caselli, permeato filiera alimentare,da orto a tavola
Fonte: ansa.it
Tutti i settori della filiera alimentare sono permeati dalla mafia secondo uno slogan che potrebbe essere “dall’orto alla tavola”, “dal campo al mercato”, fino alla ristorazione. A spiegarlo è il Presidente dell’Osservatorio su criminalità in agricoltura, l’ex procuratore Giancarlo Caselli, a Radio1.
Il nuovo questore Guido Longo: “Ai commercianti dico: se pagate il pizzo vi arrendete alla mafia”
Fonte: la Repubblica Palermo
L’insediamento del dirigente che ritorna in Sicilia dopo 24 anni: “Oggi qualcosa è cambiato, la collaborazione dei cittadini c’è e anzi sta aumentando”. Terrorismo: massima attenzione.
“Scrivi tutte cose… tutto registrato” Il mistero del libro mastro dei boss
Fonte: livesicilia.it
Dalle intercettazioni del blitz Apocalisse 2 emergono i contatti fra Onofrio Terracchio, oggi al 41 bis con l’accusa di essere il capo della famiglia mafiosa Zen-Pallavicino, e due personaggi non ancora identificati.
Palermo, com’è invisibile la mafia
Fonte: L’Espresso
I vecchi boss di Palermo sono tutti all’ergastolo. E in città comandano picciotti sommersi, silenziosi e inesperti. Che vogliono accreditarsi agli occhi dei padrini con azioni eclatanti.
Mafia, pizzo e minacce a una ditta di trasporti. Arrestati Giuseppe La Torre e Danilo Gravagna
Fonte: MeridioNews.it
I due, 63 e 37 anni, erano già finiti in manette nel 2013. Adesso avevano cominciato a imporre il pizzo sotto le festività natalizie e pasquali a una società che opera anche all’estero. I magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo contestano loro l’estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Pizzo al porto a una ditta di spedizioni, arrestati due uomini dei clan.
Fonte: ilsitodipalermo.it
Avrebbero imposto il pizzo a un’azienda di spedizioni per conto di Cosa nostra, con quest’accusa, i carabinieri del Nucleo Investigativo e i finanzieri del Gico stamattina all’alba hanno arrestato a Palermo Giuseppe La Torre, classe 1951, e Danilo Gravagna, classe 1978. Per i due il reato ipotizzato è estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il boss in campagna elettorale per aiutare il candidato al Comune
Fonte: la Repubblica – Palermo
Le intercettazioni. I rapporti quotidiani tra Giuseppe Faraone e il capoclan D’Alessandro Al telefono parlavano di voti prima per Palazzo delle Aquile e poi per le Regionali Esattori scatenati ma devoti: raccoglievano pure per la festa di Sant’Antonio.
Mafia, 24 condanne per un secolo e mezzo
Fonte: Giornale di Sicilia
Riconosciuti risarcimenti per decine di migliaia di euro per sei imprenditori, tra cui il figlio del pentito Stefano Lo Verso, che si sono costituiti parte civile assieme alle associazioni antiracket e di categoria.
“Ci sono segnali positivi a Palermo. Gli uomini del racket non hanno futuro” – Intervista a Francesco Lo Voi
Fonte: Giornale di Sicilia
Vede segnali “positivi”, il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi. Sente che nel capoluogo qualcosa è cambiato. E, per questo, non ha alcuna esitazione: “Voglio dire agli uomini di Cosa nostra, agli uomini delle estorsioni, che non hanno molta strada davanti a loro, non hanno fututo.”.
Mafia ed estorsioni: 24 condanne. Stangata per il clan di Bagheria
Fonte: livesicilia.it
Il processo Argo si conclude con una raffica di pensanti condanne, nonostante lo sconto previsto dalla scelta del rito abbreviato. Riconosciuta l’attendibilità dei pentiti Antonino Zarcone e Sergio Flamia.
Giuseppe Faraone, storia di un trasformista siciliano arrestato per mafia. ‘Noi con Salvini’ la sua ultima casacca politica, ma il leader leghista smentisce
Fonte: HuffingtonPost.it
Il suo nome era venuto fuori la scorsa estate durante la prima operazione antimafia ‘Apocalisse’ della Dda di Palermo che aveva portato in carcere boss e gregari, ma a chi gli chiedeva se fosse coinvolto rispondeva con un sorriso: “Sono tranquillo, non posso essere indagato”.
Montante, l’industriale paladino dell’antimafia sotto inchiesta in Sicilia per mafia
Fonte: la Repubblica
Leader in ascesa, presidente degli imprenditori siciliani, delegato per la legalità di Confindustria Ora però tre pentiti lo accusano. E dal suo passato spuntano fuori amicizie compromettenti.
“Apocalisse mafia”, 27 arresti. Tra gli uomini del pizzo c’è pure un politico
Fonte: livesicilia.it
Blitz interforze. Dall’imprenditore che ristrutturò un palazzo per conto della Curia all’ambulante dello Zen: i commercianti messi alle strette dagli investigatori collaborano. In cella per estorsione un ex deputato regionale e assessore provinciale, oggi consigliere al Comune di Palermo.
Principato: “Distinguere vere e false intimidazioni” – Intervista a Teresa Principato
Fonte: Giornale di Sicilia
Sull’escalation degli attentati a Castelvetrano, il procuratore aggiunto dice: bisogna fare “le dovute distinzioni tra vere e false intimidazioni”, aggiungendo che “la valutazione è al vaglio degli inquirenti”.
Pub, ristoranti e tabaccherie. Mafia e affari, maxi sequestro
Fonte: livesicilia.it
Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo e del Gico della Guardia di finanza riguardano Maurizio De Santis e Luigi Salerno. Tra i locali sotto sequestro la trattoria “Cucì”, ex “Bucatino”, il ristorante dei summit fra i nuovi boss, “Tabacco & caffè” e “Jazz ’n Chocolate”. Ed ancora ville, case e conti correnti per dieci milioni di euro.
Pub, tabacchi e il ristorante dei boss: mafia, scatta maxi sequestro
Fonte: palermotoday.it
Il patrimonio è riconducibile a Luigi Salerno, 68 anni, condannato in passato a 9 anni per associazione mafiosa, e a suo genero Maurizio De Santis, 50 anni. Tra i beni per i quali sono scattati i sigilli, c’è anche il “Bucatino”, nel quale si sarebbero incontrati in passato diversi boss.
Mafia. Il colore dei soldi
Fonte: S n° 76
Addio alle speculazioni edilizie: ora la cosca dell’Acquasanta guadagna dai videopoker. Denaro che, secondo il pentito Galatolo, veniva usato per gli stipendi: mille euro ad Aldo madonia, una cifra compresa tra 5.000 e 7.500 a lui stesso.
Operazione antiracket, dieci nel mirino Retata all’alba, un arresto a Jesi
Fonte: corriereadriatico.it
L’inchiesta avrebbe svelato anche che alcuni imprenditori si sarebbero rivolti ai clan per recuperare crediti o per agevolare l’avvio di nuove attività cadendo poi nella morsa del racket. Un imprenditore è tra i destinatari delle ordinanze d’arresto, per aver inviato esponenti di un clan barese a riscuotere
soldi da un collega il quale, nonostante minacce a lui e ai suoi familiari, ha presentato denuncia.
‘Ndrangheta, a Parma quartiere costruito dal boss. “Qui risolviamo alla calabrese”
Fonte: Il Fatto Quotidiano
A Sorbolo 40 appartamenti nuovi di zecca, del valore di circa 20 milioni di euro, sono stati sequestrati nell’operazione Aemilia. Il sindaco: “Vigileremo”. Dalle carte le pressioni sul costruttore perché usasse i fornitori imposti e materiali scadenti. Fino alle minacce: “Attento a quello che fai, non pensare che la risolviamo alla parmigiana”.
‘Ndrangheta, condannato a sei anni ex sindaco di San Luca Sebastiano Giorgi
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Lo ha deciso il gup al termine del processo che si è celebrato a Reggio Calabria con la formula del rito abbreviato. Stando alla ricostruzione fatta dai pm Nicola Gratteri e Francesco Tedesco, infatti, Giorgi sarebbe stato eletto con i voti della ‘ndrangheta e avrebbe favorito le cosche.
Porta Nuova, storia di un debito di gioco. E il boss scese in campo
Fonte: livesicilia.it
Le microspie svelano un retroscena nel sottobosco dei clan mafiosi. Settimo Mineo, anziano uomo d’onore oggi in libertà, cercò di aiutare il nipote che aveva perso 90 mila euro in una sala scomesse del centro città. L’incontro nel retrobottega di un negozio.
Mafia, Dia: “Metamorfosi rigenerativa”. Adesso arruola anche stranieri e nomadi
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Secondo la Direzione investigativa antimafia l’organigramma “sempre militarmente connotato, subisce periodiche mutilazioni dovute “al crescente arruolamento di manovalanza straniera”. Ai ruoli apicali di Cosa nostra ci sono persone “dal curriculum criminale privo di background” e senza la “leadership che connotava gli storici capi clan”.
Joshua II, la barca antiracket riprende alla Palermo-Salina
Fonte: gazzetta.it
Joshua II riprende a veleggiare. Esce dal cantiere e rimette la prua in acqua. Fin qui sarebbe tutto normale, ma quando i riflettori sono puntati sulla barca antiracket nulla può esserlo. L’armatore e timoniere, Salvatore Caradonna, è l’anima del progetto: coraggio e giustizia in quelle vele cazzate a tutta verso il contrasto alla mafia.
Mafia di Ostia, oltre duecento anni di condanna al clan Fasciani
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Si è concluso il primo processo per associazione per delinquere di stampo mafioso alla criminalità del litorale romano. La pena maggiore è stata inflitta a Carmine Fasciani, considerato il capo clan, condannato a 28 anni
Mafia e rapine, la rivelazione choc: “Una squadra al servizio dei boss”
Fonte: Livesicilia.it
La mafia in crisi di liquidità fa cassa con le rapine. Ma non si sporca le mani e si affida ad una banda che semina il terrore in giro per la Sicilia. Lo racconta un uomo la cui identità resta segreta per motivi di sicurezza.
Da Villafrati una dura condanna del racket
Fonte: Giornale di Sicilia
Le reazioni. Consiglio e giunta dopo il blitz e l’attentato all’impresa che sta rifacendo la condotta idrica.
Commerciante si ribella al pizzo, arrestati in 4
Fonte: Giornale di Sicilia
Il retroscena. Il consiglio del presunto capomafia. La regola del silenzio e dell’omertà: “parlare poco è un medicamento”
Corleone, la prima denuncia: “Mai più pizzo”
Fonte: la Republica – Palermo
La ribellione di un imprenditore nel regno di Riina. Quattro arresti, presi i nuovi boss della zona. Il racconto di dieci anni di soprusi. “Non ce la facevo a sostenerli, ho dovuto chiudere un’azienda”
Agrigento, maxiconfisca a due produttori d’olio
Fonte: Giornale di Sicilia
Un nuovo colpo ai patrimoni accresciuti nelle campagne, a conferma dell’allarme sulle agromafie lanciato nei giorni scorsi da un rapporto della Coldiretti.
‘Ndrangheta: maxi operazione Carabinieri, oltre 160 arresti
Fonte: ansa.it
Maxi operazione dei carabinieri contro la ‘ndrangheta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Centodiciassette gli arresti disposti dalla magistratura di Bologna. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia, per un totale di oltre 160 arresti.
Blitz antimafia/Intervista a Pierluigi Solazzo. L’appello agli imprenditori: “collaborare è un dovere morale”
Fonte: Giornale di Sicilia
È un appello alla collaborazione e alla denuncia, alla rivolta contro il giogo mafioso e il racket delle estorsioni. Il colonnello Pierluigi Solazzo, comandante del Gruppo carabinieri di Monreale, nel presentare i risultati dell’operazione antimafia “Grande Passo 2″ al comando provinciale dell’arma, si rivolge alle forze produttive [...]
Corleone, arriva la prima denuncia per estorsione e scattano quattro arresti
Fonte: Repubblica.it
Un imprenditore vessato dai boss ha deciso di raccontare la sua odissea. Un evento nel regno di Riina, dove vige ancora la regola del silenzio fra gli operatori economici. Blitz dei carabinieri
Restituiti i beni ai familiari del boss della Kalsa
Fonte: Giornale di Sicilia
In primo grado c’era stata la confisca. L’indagine riguardava appalti e società che si occupavano dello smaltimento dei rifiuti al nord. Ma per i giudici non ci sono elementi che riportano ad Abbate.
Mafia, le vittime del pizzo denunciano. Quattro arresti tra Corleone e Misilmeri
Fonte: gds.it
Blitz dei carabinieri della compagnia di Corleone all’alba nei mandamenti mafiosi di Corleone e Misilmeri/Belmonte Mezzagno. Arrestate 4 persone tra boss e gregari, indagati per il reato di estorsione, aggravato dall’essere stato commesso con il metodo mafioso.
L’indagine, coordinata dalla DDA di Palermo (procuratore aggiunto Leonardo Agueci) è la prosecuzione dell’inchiesta che ha recentemente colpito gli esponenti delle famiglie mafiose di Corleone e Palazzo Adriano, denominata Operazione “Grande Passo”.
Casa nostra
Fonte: Giornale di Sicilia
Parla Vito Galatolo. E raccontra gli affari immobiliari e i dissapori per la divisione degli introiti , anche. Tannto che “mio padre non ne voleva sapere più niente di Cosa nostra…”.
Racket: la crisi non fa calare le estorsioni dei clan
Fonte: Il Fatto Quotidiano
“Un fenomeno la cui portata è difficile da rilevare, che emerge spesso – mai nessuna nella sua interezza – solo a seguito di indagini complesse, prolungate, approfondite, per via della forza intimidatrice della criminalità organizzata.”
Una talpa: “È a Porticello l’esplosivo per Di Matteo”
Fonte: Giornale di Sicilia
Adesso le ricerche si concentrano nella zona di Porticello: l’anonimo contiene indicazioni su tre persone che avrebbero avuto la custodia dell’esplosivo destinato all’attentato al pm Nino Di Matteo.
“Ucciso per aver offeso Lo Presti” Parla il pentito Galatolo
Fonte: livesicilia.it
I verbali dell’ex boss dell’Acquasanta e aspirante collaboratore di giustizia, entrano nell’inchiesta sull’omicidio di Giuseppe Di Giacomo, freddato per le strade della Zisa nel marzo scorso.
La tentata estorsione allo chef: sequestrati beni
Fonte: Giornale di Sicilia
Il sequestro beni è stato eseguito dalla Guardia di Finanza ai danni di Maurizio Lucchese, 51 anni. I finanzieri hanno messo i sigilli alla ditta Annie Cars di Anna Puccio, un bar e 5 autovetture e depositi bancari tutto per un valore di 2 milioni e 700 mila euro.
Camorra, “clan Zagaria monopolizzava appalti all’ospedale di Caserta”. 24 arresti
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Secondo l’inchiesta della Dda di Napoli il sistema si reggeva grazie alle coperture politiche di esponenti di Udeur e Pdl. Ai domiciliari anche l’ex consigliere regionale Pdl Angelo Polverino e l’ex manager dell’Asl Francesco Bottino, oltre a Elvira Zagaria, sorella di Michele Zagaria. Nelle carte spuntano i nomi di Caldoro e Alemanno che però non sono indagati e sono estranei ai fatti.
L’inchiesta, il cliché e la favoletta vizi e virtù dei film sulla mafia
Fonte: la Repubblica – Palermo
Nel cinema si riflettono le idee e le rappresentazioni che circolano a vari livelli, nel cosiddetto immaginario collettivo: gli stereotipi più sedimentati e le analisi più avvedute, le apologie e le ripulse, le complicità e le sfide, una lunga storia di violenze e di lotte che s’intreccia con quella di una comunità e di una nazione.
‘Ndrangheta a Roma, blitz contro cosca Pizzati: arresti. Trovato codice affiliazione
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Una trentina le misure cautelari. Il documento, denominato ‘Codice San Luca’, era composto da una serie di appunti che sono stati decifrati dagli investigatori della Polizia e della Guardia di Finanza.
“Messina Denaro ha scelto i capi” Galatolo racconta la mafia di Palermo
Fonte: livesicilia.it Parla il boss dell’Acquasanta e ricostruisce le dinamiche della mafia palermitana. Le decisioni principali, dalla nomina dei capi mandamento agli attentati, sarebbero passate dal latitante di Castelvetrano. Leggi l’articolo
Originario di Gangi, è cugino dell’uomo che gestiva gli appalti con Siino
Fonte: Giornale di Sicilia
Paolo Farinella è il cugino di Cataldo Farinella, morto nel 2003. Prima ritenuto uno dei più importanti imprenditori della provincia di Palermo e poi arrestato per associazione mafiosa nel 1992.
Maxi confisca all’imprenditore Paolo Farinella
Fonte: Giornale di Sicilia
Lo Stato posa per ora le mani su un esorbitante “tesoro” ritenuto in odor di mafia. Beni, per un valore stimato in 50 milioni di euro confiscati all’imprenditore Paolo Farinella.
Le mani dei boss sull’agricoltura. “Prodotti dubbi venduti per genuini” – Intervista ad Alessandro Chiarelli
Fonte: Giornale di Sicilia
Le mani della mafia sull’agricoltura. Dai prodotti di dubbia provenienza spacciati per genuini al caporalato nelle aziende, tutto frutto, secondo il presidente di Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli, di grandi regie che piegano anche chi colluso non è.
Mafia, mega-confisca da 50 milioni di euro. Dieci imprese, 25 fabbricati e 350 ettari di terreni
Fonte: Meridionews.it
Sono tutti beni riconducibili all’imprenditore della provincia di Palermo Paolo Farinella, 71 anni, residente a Caltanissetta, ritenuto essere interlocutore privilegiato di Cosa nostra. Secondo gli inquirenti, sarebbe legato a doppio filo con la mafia degli appalti pubblici, di cui si sarebbe garantito più volte l’aggiudicazione.
Boss siciliani in trasferta in Svizzera. Il misterioso viaggio a Basilea
Fonte: Livesicilia.it
Tonino Messicati Vitale e Antonino Zarcone tre giorni oltre confine con i telefonini spenti. Le informative dei carabinieri aprono uno squarcio sulle strategie dei clan di Palermo e provincia.
Cosa nostra torna nei campi business da 5 milardi l’anno boom di truffe sui fondi Ue
Fonte: la Repubblica – Palermo
Il rapporto sulle agromafie in Sicilia. La filiera è in mano ai boss L’assessore Caleca denuncia: “Non esistono protocolli di legalità”
Corruzione e mafia nelle imprese del Nord, la bassa consapevolezza di imprenditori e dirigenti
Fonte: www.huffingtonpost.it
Che la mafia non sia più solo al Sud, ma anche al Centro e al Nord è oramai risaputo. Le inchieste di Roma Capitale non fanno che confermare che “il re è nudo”. Ciò che sta emergendo con sempre maggiore evidenza è la stretta connessione tra mafia e corruzione.
Nuovo colpo al clan di Messina Denaro. Sequestro da oltre 18 milioni di euro
Fonte: GdS.it
L’operazione dei carabinieri è scattata nei confronti di persone ritenute collegate al super latitante. Si tratta dell’imprenditore Salvatore Angelo e del presunto mafioso Antonino Nastasi
Due le inchieste sul Cara di Mineo. Ai raggi X appalti, cooperative e assunzioni
Fonte: LaSicilia.it
CATANIA – Più che un troncone dell’indagine su “Mafia Capitale” questo è destinato a diventare un encliclopedico Romanzo Criminale. Rigorosamente scritto in Sicilia. Puntando dritto su Mineo. Ma non soltanto. Alcune delle carte dei pm di Roma sono passate nelle mani dei magistrati della Dda di Catania
Associazione mafiosa, armi, estorsione ed usura. Sei fermi a Catania
Fonte: cataniaoggi.com
I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno posto in stato di fermo 6 persone in esecuzione di un provvedimento di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia con l’accusa di associazione mafiosa, armi, estorsione ed usura.
Mafia, confiscati beni per oltre 4 mln di euro a presunto boss trapanese
Fonte: ilsitodipalermo.it
Due aziende agricole e di allevamento, 25 terreni coltivati a vigneti e disponibilità finanziare, per un valore complessivo di 4 milioni e 190 mila euro sono stati confiscati dalla Guardia di finanza a Antonino Bonafede, 79 anni, di, in esecuzione di un provvedimento della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani.
Dalla Calabria nuove iniziative contro le cosche
Fonte: Il Sole 24 Ore
Stanno lavorando in silenzio ormai da un annoe fra due giorni si presenteranno alla Calabria (ma non solo, vogliamo sperare): il 15 gennaio,a Cittanova, nel cuore della provincia reggina, prenderà ufficialmente vita il primo spin off “continentale” di Professionisti liberi, il comitato con sede a Palermo che raccoglie in Italia oltre 1.700 tra ingegneri, architetti, geologi, medici, commercialistie tante altre categorie professionali.
“Mio padre ordinò: uccidete quei due”
Fonte: Giornale di Sicilia
Giovanna Galatolo accusa gli imputati del processo per il duplice omicidio di Vincenzo Chiovaro e Antonino Lupo, ma fa anche i nomi dei presunti mandanti ed esecutori.
Mafia: beni per 8 milioni sequestrati al latitante Mazzei
Fonte: ansa.it
Beni per 8 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Catania al boss latitante ‘Nuccio’ Mazzei, figlio dello storico capomafia Santo, detto ‘U carcagnusu’, collegato con Bagarella e Brusca e detenuto al 41bis.
“Dove c’è l’azione corale dello stato, le vittime trovano più forza per reagire” – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte: Giornale di Sicilia
L’imposizione del pizzo è ancora fortemente diffusa e ignora i confini geografici, ma il procuratore aggiunto Leonardo Agueci – che è tornato a dirigere una parte della Dda, dopo aver guidato l’ufficio nella transizione tra Francesco Messineo e Francesco Lo Voi – non ha dubbi: «Il fenomeno è in regressione, ma serve ancora l’impegno di tutti».
Colpo della Finanza, sequestrati beni per due milioni al boss di Porta Nuova
Fonte: palermotoday.it Si tratta di Alessandro D’Ambrogio, finito in carcere nel luglio 2013 nell’ambito dell’operazione Alexander. Sigilli a case, auto e anche alle pompe funebri davanti alle quali la scorsa estate la processione della Madonna del Carmine si fermò per fare l’inchino. Leggi l’articolo
“Le denunce restano poche e c’è ancora chi paga per convenienza” – Intervista a Enrico Colajanni
Fonte: Giornale di Sicilia
“Sono ancora pochi i commercianti che si ribellano al racket delle estorsioni. Bisogna unire le forze e cercare nuove strategie che vanno oltre l’invito a denunciare”.
Il salotto bene preda del pizzo? “Denunciare non è più un gesto isolato”
Fonte: Giornale di Sicilia
L’argomento pizzo nel tessuto commerciale della “Palermo bene”, sollevato da Confindustria Palermo, sta innescando un caloroso dibattito. Gli industriali hanno puntato il dito sulla zona elegante della città [...]
“Forniva vetture ai latitanti di mafia”. Sequestrato l’impero del patron di Zeuscar
Fonte: la Repubblica Palermo
Nei mesi scorsi i finanzieri del Gico hanno passato al setaccio il patrimonio dell’imprenditore e hanno rilevato “un’evidente sproporzione fra i redditi dichiarati e le numerose acquisizioni patrimoniali e societarie effettuate nel tempo dal nucleo familiare”, questo è stato scritto nella proposta di sequestro al tribunale.
Estorsione a Isola, due figli contro: uno è col padre e l’altro si dissocia
Fonte: Giornale di Sicilia
L’estorsione che divide la famiglia, che mette due fratelli contro e il padre, vittima del tentativo di costringerlo a cedere la propria attività al socio, contro il più giovane dei due.
Addiopizzo, al via la campagna natalizia antiracket
Fonte: Giornale di Sicilia
Sarà piazza Verdi il luogo in cui per tre giorni, da domani a domenica, Addiopizzo sarà presente con una fiera-mercato, una mostra fotografica e laboratori di Guerrilla Gardening.
“A Natale spendi per bene”, al via la tre giorni del consumo critico
Fonte: monrealenews.it
Sarà Piazza Verdi il luogo in cui per tre giorni, dal 19 al 21 dicembre, Addiopizzo sarà presente con una fiera/mercato, una mostra fotografica e i laboratori di Guerrilla Gardening Palermo per coinvolgere e divertire anche i più piccini.
AddioPizzoCard – Presentato ricco programma natalizio
Fonte: madonielive.it
La fiera/mercato vedrà i produttori esporre i loro prodotti a marchio “Certificato Addiopizzo” che sarà possibile acquistare, dal pomeriggio del venerdì siano alla sera della domenica, utilizzando AddiopizzoCard e alimentando così il fondo per l’investimento collettivo e accumulando punti per votare il progetto preferito, quello di Piazza Magione o quello del Parco della Favorita.
Mafia, Caltagirone: confiscati 32 ettari di terreno del boss Sebastiano Rampulla
Fonte: cataniatoday.it
Circa 32 ettari di terreno e di alcuni fabbricati rurali in località Renelle-Bongiovanni: sono i beni confiscati in applicazione della legge antimafia a Sebastiano Rampulla, fratello di Pietro l’artificiere della strage di Capaci, che dopo essere stati confiscati sono stati adesso trasferiti al Comune di Caltagirone.
Mafia, confiscati beni per 22 milioni di euro a imprenditore Monaco
Fonte: cataniatoday.it
Arrestato da militari del Ros nell’ambito dell’indagine Iblis, il 3 novembre 2010, è stato condannato in primo grado, il 9 maggio 2014, a 12 anni di reclusione per i suoi rapporti con la “famiglia” Santapaola-Ercolano. Sigilli sono stati posti a 26 immobili, nove imprese e a sei disponibilità finanziarie.
Bene confiscato alla mafia sarà adibito a Centroantiviolenza
Fonte: alqamah.it
Un comunicato del comune informa che: “Il settore servizi tecnici del Comune di Alcamo ha pubblicato sul sito www.comune.alcamo.tp.it il bando per la “riqualificazione e riconversione co ristrutturazione dell’immobile confiscato alla mafia di via Benedetto Croce per adibirlo a Centro Antiviolenza”.
‘Ndrangheta, 59 ordinanze di arresto a Milano
Fonte: cataniaoggi.com
Operazione dei carabinieri di Milano contro la ‘ndrangheta: sono 59 le persone colpita da un’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla Dda nei confronti della cosca di ‘ndranghetisti Libri – De Stefano – Tegano, originaria di Reggio Calabria e operante nel capoluogo meneghino.
Palermo, caccia al tritolo per Di Matteo. Fermato il presunto boss di Resuttana
Fonte: gds.it
l blitz è scattato all’alba, mentre su Palermo si abbatteva un forte temporale. Tempo da perdere non ce n’è e così gli uomini della Guardia di Finanza sono entrati in azione in una piccola stradina all’Acquasanta, vicolo Pipitone, una traversa di via Gulì la strada che costeggia i cantieri navali e porta fino a Villa Igea per cercare l’esplosivo che sarebbe servito per organizzare un attentato contro il pm Nino Di Matteo.
“A Natale spendi per bene”: fiera pizzo-free a piazza Verdi, dal 19 al 21 dicembre 2014
Fonte: palermotoday.it
Da venerdì 19 a domenica 21 dicembre, Addiopizzo vi invita a piazza Verdi per promuovere il consumo critico con AddiopizzoCard: ecco “A Natale spendi per bene”.
Mafia, blitz contro i beni di Messina Denaro: sequestrati 20 milioni di euro
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Continua a stringersi il cerchio intorno a Matteo Messina Denaro, dopo gli arresti del 19 novembre, quando in manette finirono 16 persone considerate vicino al boss di Castelvetrano, il Ros e il Gico hanno messo a segno un blitz contro il patrimonio della “famiglia” mafiosa del boss latitante.
Legalità: campagna antiracket Addiopizzo a Palermo
Fonte: ansa.it
Anche quest’anno Addiopizzo, in prossimità del Natale, propone una campagna antiracket con un programma che coinvolge cittadini, operatori economici, associazioni, mondo della cultura e dello spettacolo.
Blitz antimafia in Italia e Usa: in manette Palmeri, boss di Cosa Nostra
Fonte: Corriere della Sera
Il blitz è scattato a Milano, Matera, Trapani e New York, dove la polizia ha eseguito provvedimenti di custodia cautelare in carcere -emessi dal gip di Potenza su richiesta della Procura distrettuale antimafia- nei confronti di 8 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere transnazionale, finalizzata alla tentata estorsione ed aggravata dalle modalità mafiose.
Mafia, processo Fiori Bianchi, condanne per 369 anni. Alla sbarra il faccendiere a Roma dei Santapaola
Fonte: meridionews.it
Duro colpo a Cosa nostra catanese. Condannati nel processo di primo grado diversi capigruppo dei quartieri di Catania. Assoluzione per Giuseppe Bosco figlio degli imprenditori catanesi attivi nel settore della ristorazione e supermercati. Per lui erano stati chiesti otto anni.
Operazione “Quarto passo”, la conferenza stampa. L’intervento del Procuratore nazionale antimafia Roberti
Fonte: www.umbriadomani.it
”Anche l’indagine di oggi conferma la capacità dell”ndrangheta di infiltrarsi in territori diversi dalla Calabria, riproponendo modelli criminali tipicamente mafiosi legati ai territori d’origine”.
“Un sistema fatto di false coop, troppi soldi e pochi controlli” – Intervista a Peppino Caldarola
Fonte: Giornale di Sicilia
“C’è un eccesso di delega dei Comuni a enti per gestire il disagio e un’entità abnorme di finanziamenti”.
Affari, estorsioni e trame: l’ex padrino racconta Bagheria
Fonte: la Repubblica – Palermo
Unatriade governava la provincia mafiosa di Bagheria: «C’era una coreggenza fra me, Antonino Messicati Vitale e Giacinto Di Salvo», racconta l’ultimo pentito del clan, Antonino Zarcone, che venerdì è stato ascoltato a Roma, nell’ambito del giudizio abbreviato riguardante la mafia di Bagheria.
Il boss rivelò: il tritolo per Di Matteo dalla Calabria
Fonte: la Repubblica – Palermo
L’esplosivo per l’attentato al magistrato Nino Di Matteo è arrivato a Palermo dalla Calabria, così racconta Vito Galatolo. Il nuovo pentito di mafia ha rivelato che nell’ultimo anno e mezzo i boss di Cosa nostra hanno acquistato 150 chili di tritolo per attuare il progetto di morte ordinato dal superlatitante Matteo Messina Denaro nel dicembre 2012.
Mafia Capitale, l’affaire Mineo all’Anticorruzione
Fonte: la Repubblica – Palermo
Segnalata ma senza esito al presidente Cantone la gara da 100 milioni per la gestione del centro accoglienza nel Catanese Nella commissione aggiudicatrice dell’appalto c’era anche Luca Odevaine agli arresti nell’indagine su politica e criminalità a Roma.
“Ci stiamo comprando mezza prefettura di Roma”. Le manovre della Cupola
Fonte: la Repubblica
Nel “mondo di mezzo” c’è sempre la persona giusta a cui chiedere un favore, un aiutino, una spintarella. Mafia capitale vantava (o talvolta millantava) una fittissima rete di contatti ai quali rivolgersi per seguire passo passo l’iter di un appalto, per curare gli interessi di un “amico” o soltanto per acquisire informazioni.
‘Ndrangheta: Piemonte, Dia sequestra beni per 18 milioni
Fonte: ansa.it
Sorveglianza speciale per cinque componenti della famiglia Marando, cosca della ‘ndrangheta per anni egemone in Piemonte. L’ha disposta la direzione investigativa antimafia, d’intesa con la Procura della Repubblica di Torino, che ha anche sequestrato abitazioni, ville e terreni in Piemonte, Lombardia, Lazio e Calabria per un valore di circa 18 milioni di euro.
Felicia Impastato, la mamma coraggio che sfidò il boss
Fonte: la Repubblica – Palermo
Dieci anni fa moriva la donna che superò veti e tradizioni difendendo la memoria del figlio Peppino e accusando Badalamenti.
“Strangolato e poi sciolto nell’acido” Dopo 12 anni accusato il boss di Ficarazzi
Fonte: gds.it
Giuseppe Comparetto, ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Ficarazzi, avrebbe fatto parte del commando composto anche da Ignazio Fontana, Onofrio Morreale e Michele Rubino. Avrebbero ucciso Andrea Cottone, un imprenditore sequestrato e ucciso nel novembre del 2002 senza che il cadavere venisse più ritrovato.
Giuseppe Pignatone: l’investigatore di “nuove mafie”, da don Vito alla Capitale
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Prima di svelare il sistema politico-criminale di Carminati, il procuratore della Repubblica di Roma ha indagato su Cosa nostra e ‘ndrangheta, anche al Nord e all’estero. E ha spiegato perché il “contagio” può toccare tutta l’Italia. E così ha dato la scossa al “porto delle nebbie”.
Telejato, nuove intimidazioni al direttore Maniaci: trovati impiccati i suoi due cani
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Ancora un atto intimidatorio nei confronti di Pino Maniaci, direttore dell’emittente televisiva Telejato, noto per il suo impegno antimafia. E questa volta la crudeltà ha raggiunto davvero l’apice. Il giornalista ha infatti ritrovato i suoi due cani, Billy e Cherie, impiccati ad una recinzione nei pressi dell’emittente.
Sequestri e confische dei patrimoni pure per i corrotti
Fonte: Giornale di Sicilia
Sequestro e confisca per i corrotti e non solo per i mafiosi come avviene ora. La svolta arriva con la proposta di legge appena licenziata dalla Commissione nazionale antimafia.
Mafia a Roma, 37 arresti per appalti del Comune. Indagato Alemanno. Pignatone: “Gli uomini dell’ex sindaco nell’organizzazione”
Fonte: la Repubblica – Roma
In carcere l’ex Nar Carminati e l’ex ad dell’Ente Eur Mancini. L’ex primo cittadino: “Ne uscirò a testa alta”. Un centinaio gli indagati, tra cui l’assessore alla Casa, Daniele Ozzimo e Mirko Coratti, presidente dell’Assemblea capitolina, entrambi si sono dichiarati “estranei ai fatti” e si sono dimessi. Perquisizioni alla Pisana e in altre amministrazioni della Capitale. Sequestri per 200 milioni della Guardia di finanza. L’indagine ribattezzata “Mondo di mezzo”. Affari nella gestione dei rifiuti, manutenzione del verde e campi nomadi
Sequestro di beni alla sorella di Messina Denaro
Fonte: Giornale di Sicilia
Ancora un sequestro per Anna Patrizia Messina Denaro, la 44enne sorella del super latitante Matteo.
“Cosa nostra si sta dissolvendo, gli attentati sono un colpo di coda” – Intervista a Francesco Messineo
Fonte: Gds.it
L’organizzazione verticistica di Cosa nostra «è prossima al collasso», ma – per l’ex procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo – «sul territorio restano gruppi autonomi di mafiosi che hanno la stessa propensione a delinquere del passato».
Ficarra e Picone a Palermo testimonial per la campagna di Addiopizzo
Fonte: ilsitodipalermo.it
L’associazione in prima linea nella lotta al pizzo mobilita le due celebrità nostrane per promuovere l’iniziativa “Spendi per bene”. Dopo Sabrina Petyx e Pif, già testimonial della Addiopizzo card, anche Ficarra e Picone contribuiscono al progetto.
Mafia, oltre 148 anni di carcere per 16 affiliati al clan Porta Nuova
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Nessuno sfuggiva al pizzo. Anche la fiction “Squadra Antimafia Palermo Oggi” fu costretta a pagare. L’inchiesta sfociata oggi in 16 condanne per un totale di oltre 148 anni di carcere, ha accertato che Cosa nostra controllava dal servizio di trasporti alla ristorazione per le troupe e gli attori.
La Sicilia: no al pizzo. “Mafiosi, convertitevi”
Fonte: Avvenire
La diocesi di Monreale al fianco di Addiopizzo per ribadire dai pulpiti delle
chiese e dai sagrati che è possibile voltare le spalle alle estorsioni e scegliere la strada della legalità. La lotta al racket arriva in provincia, in quei paesi che da decenni associano il loro nome al predominio di Cosa nostra.
Gli imprenditori «liberi» dal taglieggiamento: liberarsi conviene
Fonte: Giornale di Sicilia
Addiopizzo: A Bagheria la prima tappa del “tour” in provincia. Oggi domani e il 4 dicembre le tappe a Monreale e San Giuseppe Jato. Ospite d’onore il Prefetto Giuffrè.
Monsignor Pennisi: “Chiesa in prima fila per liberare le menti dal racket”
Fonte: Giornale di Sicilia
“La Chiesa non è silente, non è indifferente. Si mette in gioco in prima persona per dimostrare che è possibile cambiare mentalità e liberarsi dalla schiavitù del pizzo”.
Minacce ad Addiopizzo durante Vara 2012, decise due condanne
Fonte: gazzettadelsud.it
Sulla panca degli imputati ieri c’erano seduti tre componenti storici del Comitato Vara, il 68enne Franco Molonia, il 63enne Franco Celona, e poi Francesco Forami, che nel 2012 non accettarono la distribuzioni di alcuni volantini contro il pagamento del pizzo.
Paga per 12 anni e poi parla: un arresto
Fonte: Giornale di Sicilia
La denuncia del titolare di una casa di riposo vessato dal racket. Nei guai un uomo del clan di Bagheria.
Addiopizzo – Anche in provincia si può fare!
Fonte: antiracket.info
Addiopizzo vuole sostenere il vento di cambiamento che, da qualche tempo, soffia anche nelle periferie della provincia di Palermo, dove la mafia ha storicamente mantenuto forte e saldo il controllo del territorio, forse più di quanto possa riuscire a fare, ormai da tempo, in città.
De Riggi: “Cosa nostra cerca nuovi modelli, ma crescono le denunce contro il racket”
Fonte: Giornale di Sicilia
I più recenti blitz dimostrano la capacità di riorganizzazione e di proliferazione di Cosa nostra in provincia. Ma anche al di fuori della città pare che qualcosa stia cambiando.
Un poliziotto: la sorella di Messina Denaro temeva che Grigoli potesse iniziare a parlare
Fonte: Giornale di Sicilia
L’investigatore ha riferito in merito a intercettazioni telefoniche, ambientali, e riprese video in carcere che avevano come interlocutori Patrizia Messina Denaro e il marito Vincenzo Panicola.
Pizzo al titolare di una casa di riposo, un arresto a Palermo
Fonte: Giornale di Sicilia
Rilevante è stato il sostegno fornito dall’associazione antiracket «Addiopizzo» all’imprenditore, minacciato dal racket delle estorsioni
Riserva di Carini, la sede in un bene confiscato
Fonte: Il Giornale di Sicilia
L’edificio è in contrada Torremuzza. Affidamento per dieci anni. L’organizzazione: «Va messo in sicurezza, anzitutto. Cercheremo sponsor, ma qualche artigiano si è già offerto di darci una mano».
Attentati a un market di Bolognetta, 3 condanne
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Gli arresti in aprile. Dopo i raid i carabinieri piazzarono microspie e convocarono i gestori, ottenendo un’ammissione spontanea. È scattata per tutti, comunque, l’aggravante del «metodo mafioso».
Racket, Confcommercio: “A Milano taglieggiato il 30% degli imprenditori”
Fonte: Il Fatto Quotidiano
È quanto emerge dall’indagine “Insieme per la sicurezza” a un anno da Expo: nel 59% dei casi ad agire sono piccoli gruppi criminali, in un caso su 4 entra in scena la criminalità organizzata. E non c’è solo la malavita: il 10% degli intervistati si è trovato coinvolto in episodi di concussione, ma i funzionari vengono denunciati solo nell’8,3% dei casi
‘Ndrangheta in Piemonte, cento anni di carcere alla “terza generazione”
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Il Tribunale di Torino ha condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso aggravata dal possesso di armi 12 persone. Un documento agli atti evidenzia che alcuni di loro sono i discendenti di esponenti dell’organizzazione criminale calabrese trapiantati nel Nord ovest negli anni Trenta del secolo scorso.
Omicidio Ilardo, il mistero dei gioielli rubati Confermati i contatti con la ‘ndrangheta
Da infiltrato dentro Cosa nostra, di cui era rappresentante provinciale a Caltanissetta, aveva portato lo Stato fin dentro il covo di Provenzano. Luigi Ilardo, nome in codice Oriente, venne ucciso a Catania il 10 maggio 1996. Al via il processo ai presunti organizzatori dell’assassinio
I summit e le lettere di Messina Denaro “L’attentato a Di Matteo si deve fare”
Fonte: Livesicilia.it
Vito Galatolo, boss dell’Acquasanta e aspirante pentito, racconta che il latitante voleva la morte del magistrato di Palermo. E spedì due lettere, forse obbedendo ad ordini superiori ed esterni a Cosa nostra. Spunta l’ipotesi che qualcuno si sia spacciato per il padrino di Castelvetrano per convincere quattro boss palermitani a riaprire la stagione delle stragi.
Racket, il consumo critico pronto a “contagiare” le città del Palermitano
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
“L’obiettivo – spiega l’associazione in una nota – è quello di sostenere il vento di cambiamento che, da qualche tempo, soffia anche nelle periferie della provincia di Palermo, dove la mafia ha storicamente mantenuto forte e saldo il controllo del territorio, forse più di quanto possa riuscire a fare, ormai da tempo, in città”.
De Leo e Tartaglia scelti da Agueci per la Dda di Palermo
Fonte: Giornale di Sicilia
Il risultato era annunciato da tempo e da ieri è stato ufficializzato: Gianluca De Leo e Roberto Tartaglia sono i due nuovi componenti della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Assolto dall’accusa di mafia, la confisca resta
Fonte: Giornale di Sicilia
Lorenzo Altadonna fu arrestato a gennaio 2007, ma poi scarcerato, per concorso esterno in associazione mafiosa. Condannato a 12 anni in primo grado, in appello è stato assolto.
‘Ndrangheta: si ribella ad estorsori, sei fermi in Calabria
Fonte: ansa.it
Si ribella ai suoi estorsori, li denuncia ai carabinieri e li fa fermare. I militari del Reparto operativo del Comando provinciale di Vibo Valentia, nell’ambito di un’operazione denominata “Insomnia”, hanno fermato sei persone ritenute contigue, secondo i militari, alle cosche Bellocco, Lo Bianco e Fiarè della ‘ndrangheta, accusate di usura ed estorsione, reati aggravati dalle modalità mafiose.
Eventi antimafia in provincia, a San Giuseppe il presidente del Senato Grasso
Fonte: qlnews.it
Quattro giorni di iniziative, dibattiti, incontri con personaggi di rilievo dell’antimafia. Un’invasione pacifica di giovani, rappresentanti delle istituzioni, commercianti e imprenditori e cittadini che hanno deciso di voltare le spalle al racket delle estorsioni scegliendo la strada della legalità e un unico, importante, obiettivo: trasmettere anche in provincia il messaggio che cambiare si può e che insieme è anche più facile.
“Anche in provincia si può fare”, partono le iniziative di Addiopizzo
Fonte: monrealenews.it
Quattro giorni di iniziative, dibattiti, incontri. Un’invasione pacifica di giovani, rappresentanti delle istituzioni, commercianti e imprenditori e cittadini che hanno deciso di voltare le spalle al racket delle estorsioni.
Corruzione: sei miliardi di euro sottratti a Stato in 18 mesi
Fonte: ansa.it
Sei miliardi di euro sottratti allo Stato in diciotto mesi. A tanto ammontano gli spaventosi numeri degli sprechi e della corruzione in Italia analizzati nel numero di questa settimana di ASud’Europa, settimanale del Centro Pio La Torre.
Blitz a Catania, 23 in cella e 50 milioni sotto sequestro
Fonte: Giornale di Sicilia
La mafia etnea ha una vocazione “imprenditoriale”. Lo sostengono gli investigatori che ieri hanno eseguito 23 arresti a Catania e sequestrato beni per circa 50 milioni.
Una lite tra boss e i pizzini di Matteo destinati al nipote: “Ha ragione quello…”
Fonte: Giornale di Sicilia
Michele Gucciardi – già condannato per mafia – non avrebbe affatto gradito l’«accanimento» di Salvatore D’Angelo, detto «Pucci»: e la questione diventa oggetto di una lettera a Messina Denaro.
I soldi del bottino? Il 10% va a Messina Denaro
Fonte: Giornale di Sicilia
La caccia al superlatitante Matteo Messina Denaro è ancora aperta e gli investigatori seguono anche una pista palermitana. A giudicare dai risultati dell’ultima operazione dei carabinieri, il numero uno dei ricercati del capoluogo siciliano potrebbe aver goduto di solidi appoggi, soprattutto nell’area che va da Brancaccio a Bagheria.
Giuffrè: «Cambia il metodo per incassare il pizzo»
Fonte: Giornale di Sicilia
Obbligo di denuncia del «pizzo» da sanzionare con il blocco pluriennale dell’attività di impresa. Cancellazioni in vista per le associazioni che ci mettano la faccia e solo quella, cioè non siano seriamente operative.
«Tra repressione e razione civile, cosa nostra sta perdendo forza» – L’intervista a Rocco Sciarrone
Fonte: Giornale di Sicilia
Cosa nostra perde forza al suo interno: c’è una società attorno che è cambiata e, allo stesso tempo, c’è un’azione della magistratura che si rivela sempre più efficace. La mafia, comunque, non è scomparsa
“Era invecchiato, ci siamo messi a piangere” Il consigliere comunale incontrò Messina Denaro
Fonte: livesicilia.it
Intercettazione choc. Calogero Giambalvo è fra i sedici arrestati del blitz che ha colpito la rete di fiancheggiatori del latitante di Castelvetrano. Ad un amico confidava l’incredibile faccia a faccia avuto con il padrino, durante una battuta di caccia. Le microspie hanno registrato le sue conversazioni.
Le ultime tracce del “fantasma” fra Campobello e Ciaculli, così una rete protegge la fuga
Fonte: la Repubblica – Palermo
“Dice lo zio”, ripeteva Luca Bellomo, il nipote acquisito che si occupava di portare tanti soldi alla causa della latitanza.
Bellomo nuovo capo. Anche lui fa parte della famiglia del super latitante
Fonte: Giornale di Sicilia
È accusato di aver esercitato pressioni per garantire agli imprenditori vicini al latitante opere edilizie per un centro commerciale.
Quel consigliere comunale che faceva del clan. “Pestaggi per chi disobbedisce”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Per chi non rispettava le regola della cosca di Castelvetrano erano guai seri. La parola d’ordine per il braccio armato fedele a Matteo Messina Denaro era violenza.
Teresa Principato: “Il super boss gode di alte protezioni ma siamo più vicini alla sua cattura”
Fonte: Giornale di Sicilia
PALERMO. Lo chiama col suo nome di battesimo, Matteo, visto che ormai da anni gli dà la caccia. E ora, il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, si mostra abbastanza ottimista rispetto alla cattura dell’ultima grande primula rossa di Cosa nostra perché «nel clan Messina Denaro lo scettro del potere – spiega il magistrato – passa da un famigliare all’altro e, in questi ultimi anni, dieci di loro, particolarmente validi nella gestione della sua latitanza, ma anche degli affari, sono stati arrestati».
“Anche al nord c’è omertà”. E manca la cultura della denuncia – Intervista a Costantino Visconti
Fonte: Giornale di Sicilia
Contagio, colonizzazione. Ancora: gemmazione, trapianto. Coloriamo pure il glossario, ma si badi: la ‘ndrangheta che invade l’economia del Centro e Nord Italia, e la criminalità organizzata in genere, «non si insedia dove non c’è habitat per mettere radici». Con sfumature di omertà alla milanese.
Terra bruciata attorno a Messina Denaro. Sedici arresti, in cella pure il nipote
Fonte: Livesicilia.it
Il clan Messina Denaro perde un altro pezzo. Stavolta in carcere finisce Girolamo Bellomo (nella foto), 37 anni, nipote acquisito del padrino latitante. Le indagini dei carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Trapani e della Procura di Palermo svelano l’asse fra la mafia trapanese e le cosche di Brancaccio, corso dei Mille e Bagheria.
‘Ndrangheta, 40 arresti in tutta Italia. Filmata la cerimonia di affiliazione
Fonte: gds.it
I carabinieri hanno eseguito, nelle province di Milano, Como, Lecco, Monza-Brianza, Verona, Bergamo e Caltanissetta un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Milano, nei confronti di 40 indagati per associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi.
Dal carcere gli ordini per gestire il mandamento
Fonte: Giornale di Sicilia
Ordini e designazioni sui sostituti. Tutto questo partiva dal carcere dai boss palermitani di Brancaccio. È stato scoperto grazie alle intercettazioni svolte durante i colloqui tra detenuti come Cesare Carmelo Lupo e Giuseppe Arduino ed i loro familiari. Da questi colloqui sono saltati fuori i nomi dei fratelli Giuseppe e Natale Bruno. Così due anni fa sono scattate le indagini dell’operazione «Zefiro», sfociate nel blitz della scorsa settimana.
Nuove alleanze e vecchi affari nel regno dei Graviano. Scacco alla cosca dei boss di Brancaccio
Fonte: la Repubblica – Palermo
Droga e racket, blitz della polizia con diciotto arresti. In manette anche il meccanico della Fiat 126 esplosa in via D’Amelio “Noi cresciuti alla scuola del padrino”. Il pizzo alle piccole botteghe.
Accordi con la camorra sull’asse Palermo-Napoli
Fonte: la Repubblica – Palermo
Droga e furti. L’asse Palermo-Napoli continua a fare affari con hashish, cocaina e marijuana, ma anche saccheggiando le casse continue delle banche. Un business, quest’ultimo, messo in piedi grazie a un trucco tutto partenopeo. L’indagine Zefiro lo conferma. A dirlo è il procuratore Leonardo Agueci [...]
Canzoni neomelodiche tra ronde e sentinelle ecco i rampolli di Cosa nostra
Fonte: la Repubblica – Palermo
È la mafia delle nuove leve, che affascina ventenni e trentenni ai quali il boss affida anche ruoli di prestigio. Una mafia in crisi, certo, ma che assicura ancora facili guadagni alle nuove generazioni con l’affare della droga. In strada arrivano facce pulite e giovani che con la giustizia hanno avuto pochi problemi.
La nuova mappa del racket. I commercianti pagano in silenzio
Fonte: Livesicilia.it
Le intercettazioni dell’ultimo blitz antimafia di Palermo svelano storie di sopraffazione, paura, ma anche connivenza. Nella nuova mappa del pizzo sono finiti parecchi commercianti. Una ventina in tutto. Molti sono ancora da identificare.
Il boss Vito Galatolo “La morte di Di Matteo decisa in un summit tra i capimafia”
Fonte: la Repubblica – Palermo
È uno degli irriducibili di Cosa nostra al 41 bis, e al momento vuole restare tale, ma dice di volersi togliere un peso dalla coscienza. È Vito Galatolo, il capomafia dell’Acquasanta, l’autorevole fonte che ha svelato il progetto di attentato nei confronti del pubblico ministero Nino Di Matteo. Qualche giorno fa, ha chiesto di parlare con il magistrato che i boss vogliono uccidere e lo ha messo in guardia.
Roma, intimidazione al cronista dell’Espresso, pedinato in auto: preso uno degli inseguitori
Fonte: Repubblica.it
ROMA. Non è Palermo, ma le somiglia molto. Storia della notte tra martedì e mercoledì. Due macchine che si speronano nel buio nel pieno centro di Roma. Un uomo che corre tra passanti terrorizzati e si dilegua. Un altro, immobilizzato sull’asfalto con una pistola alla nuca, mentre chi gli piega il braccio dietro la schiena per ammanettarlo grida “Polizia!”. Un giornalista che guarda e sente sulla pelle cosa significhi essere preda.
Ecco i nuovi boss di Palermo, 18 arresti. “Noi cresciuti alla scuola dei Graviano”
Fonte: Repubblica.it
Colpo al mandamento di Brancaccio. Per mesi i poliziotti della squadra mobile li hanno intercettati mentre imponevano il pizzo e trafficavano in droga. Sono gli eredi dei fratelli Graviano, i capimafia delle stragi del 1992-1993, che ordinarono l’assassinio di don Pino Puglisi. A Palermo erano tornati così influenti che i commercianti li cercavano per pagare il pizzo e mettersi in regola. E intanto i mafiosi avevano contatti con trafficanti di droga di Napoli e Milano. Il cantante neomelodico Gianni Clemente arrestato per spaccio
Asse Brancaccio-Napoli-Milano Mafia e droga, 18 arresti a Palermo
Fonte: Livesicilia.it
I poliziotti della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile hanno certificato la capacità di Cosa nostra di riorganizzarsi nel segno della continuità con i fratelli Graviano.
Mafia, blitz all’alba a Palermo: 18 arresti Azzerato il mandamento di Brancaccio
Fonte: gds.it
Dalle prime luci dell’alba è in corso un vasto blitz della polizia a Brancaccio. L’operazione Zefiro ha permesso di azzerare uno dei mandamenti più agguerriti del capoluogo. In manette il nuovo capomafia Natale Bruno e altri 17 fra boss e gregari.
Violante e le bombe del ‘93 “La mafia cercava il dialogo”
Fonte: Corriere della Sera
ROMA «Che la mafia cercasse la trattativa con lo Stato non è una novità, fa parte della storia; il problema è che risposta dà lo Stato», spiega Luciano Violante ai magistrati che chiedono lumi sui fatti del 1992 e 1993, anni di bombe e abboccamenti tra uomini di Cosa nostra e delle istituzioni.
Mafia: Roberti, strategia migliore è l’aggressione dei beni
Fonte: Ansa.it
“La strategia contro la mafia più efficiente è sempre quella dell’aggressione patrimoniale, che deve essere però anche completata con una efficace gestione e destinazione dei beni strappati alla criminalità.
“Mineo, insospettabile prestanome. Vicino alla nomenklatura mafiosa”
fonte: Livesicilia.it
Sono parole durissime quelle con cui i giudici della quinta sezione del Tribunale motivano la condanna inflitta all’ex deputato regionale di Grande Sud e ad Angelo Galatolo dell’Acquasanta. Mineo si è difeso sostenendo che i suoi soldi “sono tutti tracciabili”.
Mafia: confiscati 10 mln a imprenditore
Fonte: Ansa.it
Beni per 10 milioni di euro sono stati confiscati da carabinieri del Ros e del comando provinciale di Catania all’imprenditore Francesco Pesce, 62 anni, ritenuto vicino al clan Santapaola-Ercolano.
“Pizzo ai produttori della Magnolia” Sequestro di beni al clan della Noce
Fonte: Livesicilia.it
Tommaso Tognetti, 49 anni, è finito in arresto nel corso del maxi blitz “Atropos”. Secondo gli investigatori avrebbe chiesto il pizzo ai produttori della fiction “Squadra Antimafia”.
Il pentito Zarcone: saltati i codici della mafia
Fonte: Giornale di Sicilia
La rivelazione del bagherese al processo contro il clan di Porta Nuova. «Ora anche truffatori e adulteri possono essere boss»
Processo Borsellino quater, chiamati a testimoniare anche Ciampi e Conso
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
L’ex presidente della Repubblica e l’ex ministro della Giustizia dovrebbero rispondere anche sulla trattativa Stato-mafia, ma è probabile che non si presentino per motivi di salute e di età. Citato anche Violante.
Mafia, il pentito Siino: “Brusca voleva uccidere Nicolosi. Martelli mi chiese voti”
Fonte: la Repubblica.it
Deposizione al processo sulla trattativa fra Stato e mafia di Angelo Siino, considerato a lungo il “ministro dei lavori pubblici” di Cosa nostra.
Mafia, la confisca è solo il primo passo I fallimenti compromettono la lotta al crimine
Fonte: L’Espresso.it
Nove aziende su dieci tra quelle confiscate dallo Stato ai padrini finiscono per chiudere per bancarotta, e mettono a rischio il lavoro di migliaia di persone. Il 7 novembre il terzo congresso degli amministratori giudiziari che gestiscono i beni sottratti alle mafie discuterà proprio di questo tema
“La mafia e gli affari del metano” Nuove carte su Italgas
Fonte: Livesicilia.it
Dopo l’audizione in Commissione nazionale antimafia i magistrati della Procura di Palermo alzano il tiro dell’inchiesta patrimoniale che ha portato all’amministrazione giudiziaria per sei mesi della Italgas di Torino. La Guardia di finanza ha trovato dei documenti che confermerebbero i contatti con gli imprenditori Cavallotti di Belmonte Mezzagno.
L’assedio del racket
Fonte: Giornale di Sicilia
Ancora un attentato nel paese del boss Matteo Messina Denaro. Un incendio quasi certamente di origine dolosa ha distrutto il ristorante pizzeria «Roccalonga», sulla via del Cantone, a Marinella di Selinunte. Sul rogo indaga la polizia, pochi i dubbi che si sia trattato di un «avvertimento».
Stato-mafia, Napolitano sentito per tre ore: “Mai saputo di accordi”
Fonte: Repubblica.it
I membri della Corte d’Assise di Palermo a Roma per raccogliere la testimonianza del presidente della Repubblica. Il capo dello Stato chiamato a raccontare quanto gli disse Loris D’Ambrosio a proposito di presunti rapporti tra Cosa Nostra e le istituzioni e a riferire su un attentato progettato contro di lui nel 1993. “Ha detto che non si sentì minimamente turbato”, hanno raccontato alcuni legali degli imputati. Quirinale: “Massima trasparenza”. Il procuratore di Palermo: “Ha risposto a tutte le domande”. Rigidissime le misure di sicurezza
Altre rivelazioni del nuovo pentito Zarcone: “Nangano ucciso per un debito di 30 mila euro”
Fonte: Giornale di Sicilia
L’ordine sarebbe arrivato da Nino Sacco dal carcere. Il verbale del collaboratore è stato portato in aula ieri. Nel documento vengono citati anche Pietro Asaro, a piede libero all’epoca del delitto, e Cesare Carmelo Lupo
Cosa nostra e il business della tratta
Fonte: la Repubblica Palermo
Negli ultimi anni la presenza di ragazze costrette alla prostituzione si è notevolmente incrementata anche a Palermo e ormai il traffico di esseri umani è diventato una delle voci più coonsistenti dei proventi delle mafie.
Mafia, confiscati beni per circa 3 milioni ad affiliato clan Cappello
Fonte: cataniatoday.it
Disposta la confisca di 3 immobili e 3 appartamenti, tutti siti in Catania, un’impresa individuale dedita alla pesca a strascico con il relativo peschereccio denominato “Caimano” (da cui il nome dell’operazione), un’autovettura, 1 furgone, 2 depositi a risparmio e un conto corrente bancario.
Palermo, il boss è al 41 bis ma dal carcere riesce a comprare la Smart per la sorella
Fonte: Giornale di Sicilia
Dal carcere di massima sicurezza alla…concessionaria. Si, perchè secondo gli investigatori Gianni Nicchi, uno dei capi indiscussi di Cosa Nostra, ora in cella a regime di 41 bis, avrebbe fatto in modo di comprare alla sorella una Smart Fortwo Coupè Mhd nuova di zecca, ora sequestrata.
Il boss è al 41 bis ma dal carcere riesce a comprare la Smart per la sorella
Fonte: Giornale di Sicilia
Per i giudici Gianni Nicchi, seppure in carcere, è riuscito a far avere ai familiari l’utilitaria. Che è stata sequestrata
Blitz alla Guadagna, il boss deposto che fa sempre paura: Il vecchio è ancora forte…
Fonte: Giornale di Sicilia
Francesco Fascella non era più reggente del mandamento ma era ancora molto rispettato. Una donna però si ribellò: «Il Signore è grande…»
Sorvegliato speciale in giro in moto. Arrestato il boss Lo Bocchiaro
Fonte: Livesicilia.it
Giusto Lo Bocchiaro è stato individuato dai carabinieri nella zona di via Notarbartolo. Era stato arrestato nel 2006 in una operazione antimafia che aveva accertato il suo ruolo di esattore del pizzo.
Principato: “La crisi ha colpito anche i padrini, la droga sostituisce il pizzo e gli appalti”
Fonte: Giornale di Sicilia
Per il procuratore aggiunto i mafiosi sono costretti a tornare alle origini. Il canale con Napoli non è l’unico, c’è pure quello con il Sudamerica
La movida del boss, sequestrato il pub di Nicchi
Fonte: Giornale di Sicilia
Luigi Giardina è il convivente della sorella di Nicchi. Il suo nucleo familiare già coinvolto in un altro grosso sequestro antimafia, quello dei negozi di borse e abbigliamento “Bagagli”.
Mafia e droga alla Guadagna Palermo, blitz con otto arresti
Fonte: GdS.it
L’inchiesta, durata un anno e mezzo, è partita da spunti investigativi ottenuti dalla sorveglianza di alcuni giovani spacciatori in città e ha portato all’arresto di più soggetti legati a Cosa nostra
Accordo mafia- casalesi per il trasporto nei mercati ortofrutticoli del Sud Italia
Fonte: Corriere del Mezzogiorno.it
Un accordo tra mafia siciliana e clan dei casalesi per gestire, in regime di sostanziale monopolio, il settore del trasporto su gomma nei mercati ortofrutticoli del Sud Italia
Pif: c’è tanto da fare, ma quell’adesivo rende ottimisti
Fonte: Giornale di Sicilia
Sta già lavorando ad un nuovo film, dopo il successo strepitoso di «La mafia uccide solo d’estate». «È un bell’impegno, mi sento addosso la responsabilità di non deludere… Ci sto studiando su, vedremo».
Imprenditori uniti contro il pizzo: “Ecco perché non ci fa più paura”
Fonte: Giornale di Sicilia
«Quello di Addiopizzo è stato il primo adesivo che abbiamo attaccato sulla vetrina». Manfredi Cuttitta, classe 1992, è uno dei 152 esercenti che hanno aderito ad «Addiopizzo card», l’iniziativa promossa dal comitato Addiopizzo per coinvolgere venditori e acquirenti in un investimento collettivo.
Tabaccheria sequestrata. “È del boss Lo Piccolo”
Fonte: Giornale di Sicilia
Sequestrati beni per 1,2 milioni riconducibili al boss di Tommaso Natale – San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo. Sigilli a due appartamenti e un magazzino.
Il nuovo volto del “pizzo”, ne parla il prefetto Santi Giuffrè. “Contro il racket che cambia pelle controlli più severi e meno burocrazia”
Fonte: Giornale di Sicilia
Un «constrictor» che cambia pelle e rischia, se non si aggiornano le tecniche investigative e si perde «il contatto con le storie di vita di chi subisce le estorsioni», di sgusciare via, infiltrandosi nei gangli del sistema economico.
Nasce la “Addiopizzocard”: finanzierà progetti di riqualificazione del territorio
Fonte: Giornale di Sicilia
Una card che favorisce il consumo critico antiracket e l’investimento collettivo. Ha preso il via ieri Addiopizzocard, la nuova campagna dell’associazioneantiracket, presentata presso la sede di via Lincoln.
Sparatoria a Villabate, tagliata la lingua a un pregiudicato
Fonte: Repubblica.it
Ivan Firriolo è stato ferito anche a una gamba. trovato per terra in via Alcide De Gasperi ieri sera. Episodio accaduto nella stessa strada dell’incendio alla ditta di detersivi
Sconto etico, c’è la AddiopizzoCard: la carta per l’investimento collettivo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno.it
Sono 152 gli esercenti dove sarà possibile utilizzarla. Con i fondi raccolti saranno realizzati progetti di riqualificazione in città
“Addiopizzo Card”, ecco la carta per l’investimento collettivo
Fonte: GdS.it
«Cosa nostra impone il pizzo per finanziare il suo welfare criminale – ha detto Daniele Marannano, presidente dell’associazione – con la card inneschiamo una risposta uguale ma contraria nel fine: saranno gli operatori economici del circuito Addiopizzo a versare direttamente sul fondo una somma per l’investimento collettivo che sosterrà un’area a scelta tra piazza Magione e la Favorita».
Consumo critico, nasce la AddiopizzoCard
Fonte: Repubblica.it
È attiva da oggi la “AddiopizzoCard”, la carta per l’investimento collettivo a cui hanno aderito finora 152 esercenti di Palermo e che permetterà di finanziare due progetti di riqualificazione della città
Addiopizzo presenta i primi 150 convenzionati AddiopizzoCard
Fonte: Antimafia Duemila
Alla presentazione della nuova Guida degli operatori economici convenzionati al progetto “AddiopizzoCard – per l’Investimento collettivo”, prendono parte il Prefetto Santi Giuffrè, Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Stefania Petyx e Pif, testimonial della campagna.
Consumo critico, nasce la AddiopizzoCard
Fonte: la Repubblica Palermo
È attiva da oggi la “AddiopizzoCard”, la carta per l’investimento collettivo a cui hanno aderito finora 152 esercenti di Palermo e che permetterà di finanziare due progetti di riqualificazione della città.
Misilmeri, stroncata la “cupola” degli appalti
Fonte: Giornale di Sicilia
Al centro dell’inchiesta una dirigente comunale e un ingegnere, legati da una relazione: entrambi sono finiti ai domiciliari.
Nuovo terremoto in paese, si teme il quarto commissariamento
Fonte: Giornale di Sicilia
Un nuovo pesantissimo terremoto si è abbattuto sul comune di Misilmeri investendo la campagna elettorale che, il 16 e il 17 novembre prossimo, porterà alle elezioni del sindaco e del consiglio comunale.
Parla Altavilla: “Basta con i signori dei cantieri pubblici nei comuni”
Fonte: Giornale di Sicilia
“Non devono più esistere signori degli appalti nelle amministrazioni pubbliche, gente che decide come utilizzare soldi pubblici per scopi personali [...]“
Sconti nei negozi contro la mafia. Una card per acquisti senza pizzo
Fonte: Corriere della sera
Lo slogan: «SpendiPerBene». La somma scontata di ogni acquisto finirà infatti in un fondo «per l’investimento collettivo».
Mafia, sequestro milionario al “re dei surgelati”
Fonte: Livesicilia.it
La Dia ha eseguito un ulteriore sequestro di tre società collegate a Salvatore Vetrano, operanti nel commercio dei prodotti ittici surgelati. Avrebbe fatto concorrenza alle sue aziende già sequestrate
Clan di Carini alla sbarra Chiesto un secolo di carcere
Fonte: Livesicilia.it
Il pm Laura Vaccaro ha chiesto oltre un secolo di carcere per dieci imputati del clan di Carini accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni aggravate e danneggiamenti.
Agli Uffizi le donne che dissero “NO” alla mafia
Fonte: ilReporter.it
A 22 anni dall’uccisione di Falcone e Borsellino, in mostra alla galleria fiorentina i volti di quelle donne coraggiose che scesero in piazza contro Cosa nostra e l’omertà
Mafia: 1.700 aziende confiscate, oltre 70 mila licenziamenti
Fonte: Ansa.it
Le aziende confiscate in via definitiva alla mafia sono oltre 1700, quelle sequestrate potrebbero essere cinque volte tanto. Le prime sono aumentate del 70% dall’inizio della crisi, il che dimostra l’abbassamento del controllo di legalità e la pervasività della criminalità nel sistema economico italiano.
Mafia, aziende confiscate. Fava: “Preoccupante leggerezza della Prefettura”
Fonte: Sudpress.it
È abbastanza duro con l’operato della Prefettura di Catania Claudio Fava, Vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, quando definisce “inspiegabile l’aver inserito nella white list le aziende di Basilotta ed Ercolano”.
Palma di Montechiaro Comune “ammutinato” il sindaco chiama la polizia per applicare le ordinanze
Fonte: la Repubblica – Palermo
Quattro lettere con minacce di morte al primo cittadino che vuole far rispettare le regole. Un boss indicato in piazza come mandante
Deposizione di Napolitano, boss non ammessi
Fonte: Giornale di Sicilia
La Corte d’assise di Palermo non consentirà la video-conferenza con Riina e Bagarella. Escluso anche l’ex-ministro Mancino.
Siino: prima dell’arresto Brusca voleva pentirsi
Fonte: Giornale di Sicilia Giovanni Brusca andava a trovare Angelo Siino. Lo faceva da latitante super-ricercato e mentre “Bronson” era agli arresti domiciliari e in teoria non poteva ricevere visite da nessuno. Leggi l’articolo
Stato-mafia, sì alla presenza di Riina e Bagarella alla deposizione di Napolitano
Fonte: IlMessaggero.it
Il parere favorevole dei pm è arrivato dopo una serie di riunioni in Procura nel giorno in cui l’ex presidente del Senato chiede di poter essere presente al Quirinale.
Mafia, arrestato a Villabate Messicati Vitale
Fonte: Repubblica.it
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto a carico di Antonino Messicati Vitale, ritenuto dagli investigatori reggente della famiglia mafiosa di Villabate (Palermo) e accusato di associazione mafiosa e tentata estorsione.
Scarpinato, scomparsi video di telecamere tribunale: sicurezza rafforzata
Fonte: Il Fatto Quotidiano
La decisione del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico. Alla base, la scomparsa dalle registrazioni che avrebbero potuto fare luce su una precedente violazione del suo ufficio.
Commerciante preso a martellate. Chieste condanne a diciotto anni
Fonte: livesicilia.it
Il pm Gianluca De Leo ha chiesto la condanna 18 anni ciascuno per Giuseppe Castelluccio, accusato di associazione mafiosa e tentata estorsione, e Massimiliano Di Majo, imputato di tentato omicidio.
Taranto, smantellata organizzazione mafiosa La squadra mobile ha fermato 52 persone
Fonte: sì24.it
Una vasta operazione antimafia è stata condotta dalla squadra mobile di Taranto coordinata dalla Dda di Lecce. Più di 50 persone sono state arrestate.
Cassazione: “Cuffaro resti in carcere”
Fonte: lasiciliaweb.it
Resta in cella l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro che sta scontando una condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, nel carcere di Rebibbia.
‘Ndrangheta, Roberti: “Dall’Emilia in Calabria a cercar voti? Sai che lì si decide”
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Appena il cittadino in piedi in platea fa la domanda, nella sala del Tricolore si solleva un mormorio: “Quando esponenti di molti partiti vanno in campagna elettorale in Calabria, mi pongo il problema: per quale motivo si fa questo? E vorrei una risposta da lei”.
Mafia: 13 mila beni confiscati, valgono miliardi di euro
Fonte: ansa.it
Nel 2013 si contano solo tra immobili e aziende definitivamente confiscate alla criminalità organizzata circa 13 mila beni, tra questi 2000 sono aziende. Il 43% circa si trova in Sicilia, il 15 % in Campania, il 14% in Calabria, il 9% in Puglia e il restante 19% distribuito nelle altre regioni d’Italia.
Giuffrè: “Riina aveva canali politici nella Dc
Fonte: Giornale di Sicilia
Processo Capaci bis. Il pentito contava su Lima e Andreotti. Falcone e Borsellino davano troppi pizzicotti ai boss
Mafia, decapitato un clan emergente nel Messinese: scattano sei arresti
Fonte: GdS.it
Le indagini hanno permesso di scovare un gruppo emergente collegato a quello di Barcellona Pozzo di Gotto che, attraverso atti intimidatori, rapine e furti, tentava di imporre il proprio predominio nella fascia tirrenica
La ‘nuova mafia’ al Nord: meno padrini doc e più area grigia
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
La “nuova mafia“, l’ha definita il procuratore generale di Brescia Pier Luigi Dell’Osso, uno che se ne intende dato che a suo tempo si occupò degli intrecci fra il Banco ambrosiano di Roberto Calvi e la Banda della Magliana.
Bagheria, un nuovo collaboratore di giustizia
Fonte: Giornale di Sicilia
Una collaborazione considerata importante: le rivelazioni relative ai rapporti con i boss del capoluogo possono portare a sviluppi delle inchieste in corso e a chiarire le dinamiche attuali delle “famiglie”.
Si pente il boss di Bagheria Zarcone. Trema Cosa nostra palermitana
Fonte: Livesicilia.it
È stato il capo della mafia nel popoloso centro palermitano, ma i suoi contatti si estendevano fin dentro il cuore dei clan del capoluogo. Le cosche volevano rimettere la vecchia commissione provinciale di Cosa nostra.
I tentacoli della Piovra in Emilia: affari in edilizia e gioco d’azzardo
Fonte: GdS.it
Per «scoprire» che la mafia è vicina più che mai, anche un tour in pullman può servire a vedere e toccare con mano i luoghi legati a eventi e attività mafiose. Serve soprattutto a «superare stupore e incredulità» per un fenomeno che va oltre le semplici infiltrazioni.
Bagheria, certificato antimafia obbligatorio per le imprese funebri
Fonte: Repubblica.it
Il certificato antimafia per potere operare all’interno del cimitero comunale. La disposizione è del sindaco di Bagheria, cittadina alle porte di Palermo, Patrizio Cinque.
La ‘nuova mafia’ al Nord: meno padrini doc e più area grigia
Fonte: Il Fatto Quotidiano
La “nuova mafia“, l’ha definita il procuratore generale di Brescia Pier Luigi Dell’Osso, uno che se ne intende dato che a suo tempo si occupò degli intrecci fra il Banco ambrosiano di Roberto Calvi e la Banda della Magliana.
L’intervista a Teresa Principato – Mafia e affari “I boss del Trapanese sanno come riciclare le aziende”
Fonte: Giornale di Sicilia
Il sistema mafioso nel Trapanese si adegua al mercato e cambia facilmente affari. “A differenza di altre organizzazioni criminali, Cosa nostra trapanese ha una forte vocazione imprenditoriale.
Carini, decapitato il clan Pipitone: sei arresti
Fonte – Giornale di Sicilia
Fra le accuse contestate l’associazione mafiosa e l’estorsione aggravata continuata in concorso. Sequestrate le quote sociali ed i complessi aziendali di due società.
La giostra dei prestanome del boss di Carini
Fonte: la Repubblica – Palermo
Arresto per il capo mafia Angelo Antonino Pipitone, la moglie, la figlia e altre tre persone. Sigilli a beni per otto milioni Indagini su imprenditori edili e un avvocato al servizio del clan. Perquisizioni a Palermo e nel paese dell’hinterland
Ricordando Mauro Rostagno. Oggi il Comune di Erice intitola una piazza
Fonte: Tp24.it
Era il 26 Settembre 1988 quando Mauro Rostagno, giornalista e sociologo torinese, veniva ucciso durante un agguato avvenuto in contrada Lenzi a Valderice.
Oggi, a distanza esatta di 26 anni, il Comune di Erice renderà onore alla sua figura intitolandogli l’ormai ex Piazza Lucca, situata nella zona dello stadio comunale.
Elezioni: ecco Codice etico. Bindi: “politica sia inattaccabile”
Fonte: Ansa.it
Impegnare partiti e movimenti politici affinchè non vengano candidati soggetti coinvolti in reati di criminalità organizzata contro la pubblica amministrazione, di estorsione ed usura, di traffico di stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti e di altre gravi condotte.
Mafia, confiscate aziende a parenti di Messina Denaro
Fonte: laRepubblica – Palermo.it
La Direzione investigativa antimafia ha confiscato beni intestati alla sorella del superlatitante Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, 44 anni, e al marito di quest’ultima, Vincenzo Panicola, entrambi detenuti per associazione mafiosa.
Sarà premiato e ricordato il cacciatore di latitanti della sezione catturandi della Questura di Palermo, Mario Bignone
Fonte – calvirisortanews.it
Mario Bignone era il capo della Catturandi della Questura di Palermo. Un uomo, come altri, incatenato alla definizione del suo lavoro. Sempre in attesa di acchiappare qualcuno, nonostante i molti arrestati già in archivio.
Stato-mafia, il presidente Napolitano dovrà deporre al processo. Ma l’udienza sarà a porte chiuse
Fonte: laRepubblica.it
La Corte d’assise che sta celebrando il processo per la trattativa Stato-mafia entrerà nel palazzo del Quirinale, per ascoltare come testimone il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Così ha deciso il collegio presieduto da Alfredo Montalto, che già all’inizio del processo aveva ammesso la testimonianza del Capo dello Stato chiesta dalla procura.
Mafia, politica e appalti l’inchiesta si allarga nel mirino dei pm i fedelissimi di Dina
Fonte: la Repubblica – Palermo
Il19 maggio 2012, Di Marco fu intercettato mentre diceva: «Se noi becchiamo a Gasparino, visto che Gagliano e Vaiana hanno queste riunioni con Nino Dina, oggi vanno a pranzo ». Quel giorno, il politico era a Palazzo Adriano per un pranzo. Alle 16.03, il vice del boss, Nicola Parrino, anche lui arrestato nel blitz di martedì, chiamò l’assessore Vaiana, che era seduto al tavolo con Dina.
Così Cosa Nostra imponeva il «suo» caffè ai bar. Chiesta condanna a 9 anni per imprenditore
Fonte: Corriere del Mezzogiorno.it
C’è chi chiede soldi per mantenere le famiglie dei detenuti, chi decide il prezzo della carne nelle macellerie e chi impone al bar il proprio caffè, anche se non è di qualità. Il racket della mafia, questa volta, arriva fin dentro le tazzine d’espresso.
Nuova intimidazione contro il pg Scarpinato
Fonte: Giornale di Sicilia
Una scritta ricavata sulla polvere, segnata probabilmente con un dito, sulla porta che sta di fronte alla stanza del procuratore generale. di Palermo.
“I politici sono solidali coi PM ma poi chiedono i voti alla mafia” – Intervista a Leonardo Agueci
Fonte – Giornale di Sicilia
«C’è un clima strano, per adesso, in Sicilia. Perché la politica è pronta a solidarizzare con i magistrati minacciati dalla mafia, ma al momento delle elezioni non disdegna l’interlocuzione con i capimafia».
Protocollo Farfalla, scritto nero su bianco il testo dell’accordo Dap-Sisde sui detenuti
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
L’esistenza dell’appunto è sempre stata negata, ma adesso il patto datato 2004 tra i Servizi, allora guidati da Mario Mori, e l’amministrazione penitenziaria è in possesso dei pm palermitani ed è inserito nel fascicolo aperto dopo le ammissioni del pentito Flamia. Allegato anche un elenco di una decina di detenuti appartenenti alle organizzazioni criminali che in quel momento si trovavano quasi tutti al 41 bis
Appalti e pizzo: 5 arresti nel Palermitano Agueci: “Cosa nostra fece votare Dina”
Fonte: Livesicilia.it
Tra Corleone e Palazzo Adriano diversi imprenditori si sono piegati al volere di Cosa nostra. I costruttori hanno pagato il tre per cento sui cantieri pubblici e nessuno ha denunciato. Al vertice ci sarebbe un insospettabile impiegato comunale. Spuntano i contatti con la politica.
Blitz a Corleone, arrestato il nuovo capomafia. Dipendente comunale e fedelissimo di Riina
Fonte: Repubblica.it
Antonino Di Marco gestiva appalti in provincia e terreni della Curia di Monreale. I carabinieri l’hanno intercettato mentre entra nella segreteria politica del deputato regionale Nino Dina. E nel suo covo dava lezioni di mafia ai più giovani: “C’è bisogno di serietà, educazione e rispetto”. Fermate cinque persone
Mafia: Di Matteo, unica mano destabilizzante dietro minacce a pm
Fonte: Agi.it
“Sono convinto che ci sia una sola mano dietro le ripetute minacce ai danni di diversi magistrati palermitani. Una sola matrice, riferibile a qualcuno che intenda destabilizzare la nostra serenita’ e attivita’, generando in noi una percezione di vulnerabilita’”
A Catania gli agricoltori anti-mafia: “Mi bruciano gli alberi? Li ripianto e non mollo”
La denuncia di Emanuele Feltri, un giovane siciliano che combatte ogni giorno contro chi vuole cacciare i piccoli agricoltori come lui per speculare sulla terra: “Il nostro messaggio di reazione fa paura a chi non vuole scardinare certi meccanismi – racconta – ma la gente è con noi”.
Mafia, colpo agli affiliati del clan Laudani. Otto arrestati, due persone ricercate
Fonte: Sì24.it
Duro colpo alla “famiglia” mafiosa dei Laudani,oggi a Catania. Sono state emesse dieci ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate di fare parte di un gruppo legato al clan catanese, specializzato nel controllo del territorio, acquisizione, controllo e gestione del tessuto economico e sociale.
Addiopizzo: “Il racket è vivo, ma sempre più commercianti sono con noi”
Fonte: GdS.it
Le intimidazione continuano, il racket è ancora vivo, ma sempre più commercianti collaborano con le associazioni e con le forze dell’ordine. Gli uomini di Addiopizzo, ragazzi che hanno cambiato se non il mondo quantomeno un “certo modo” di pensare in Sicilia, continuano nella loro lotta alle intimidazioni, sempre presenti a Palermo e non solo. Ma qualcosa è cambiato.
Dal Csm solidarietà a Scarpinato dopo le minacce
Fonte – Giornale di Sicilia
Le intimidazioni al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato fanno scattare la solidarietà e l’allarme dei consiglieri del Csm ancora in carica.
Premio innovazione a Addiopizzo
Fonte – Giornale di Sicilia
Addiopizzo vince il Premio Nazionale per l’Innovazione, meglio conosciuto come il «Premio dei Premi per l’Innovazione».
Denunciò un Messina Denaro. Intimidazione a Elena Ferraro
Fonte – livesicilia.it
L’imprenditrice trapanese, attiva nella sanità privata, ha segnalato ai pm una richiesta estorsiva del cugino del latitante. Tagliati i cavi di una nuova Tac nella sua clinica.
Parla Elena Ferraro: “Non ho intenzione di mollare”
Fonte – livesicilia.it
L’imprenditrice: “Un segnale intimidatorio, sinceramente, me lo aspettavo ma rivolto alla mia persona e non certamente alla mia azienda come a voler dire: ‘Tu qui non devi lavorare’. Dentro ho tanta rabbia”.
Ad Addiopizzo il “Premio Innovazione”
Fonte – Corriere del Mezzogiorno
L’associazione «Addiopizzo» vince il premio nazionale per l’Innovazione, meglio conosciuto come il «Premio dei Premi per l’Innovazione», un importante riconoscimento dedicato all’innovazione made in Italy riservato ad aziende, enti pubblici o persone fisiche, individuati tra i vincitori dei premi per l’innovazione assegnati annualmente a livello nazionale.
Minacce, rifiuti e clan, Bagheria in piazza con il sindaco: “Non ci fermeranno”
Fonte – la Repubblica Palermo
Pronta una delibera per uscire dal Coinres e affidare la raccolta dell’immondizia a una spa autonoma sul modello della Rap.
Nel 2012 la magistratura, all’indomani di una clamorosa retata che smantellò i clan di Misilmeri e Villabate, parlò di “massiccia penetrazione” della mafia dentro al consorzio Coinres. Patrizio Cinque, ventinovenne sindaco “grillino” di Bagheria, alle otto di sera ha appena lasciato la prefettura di Palermo. Con ogni probabilità nei prossimi giorni gli verrà assegnata la tutela.
Ventun anni fa l’assassinio di padre Puglisi. Pellegrinaggio di fedeli in cattedrale
Fonte: la Repubblica – Palermo
“Me l’aspettavo”. Furono queste le ultime parole di Don Pino Puglisi, il “prete buono di Brancaccio” ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, il giorno del suo 56° compleanno. I sicari lo aspettarono davanti al portone della sua casa, al numero 5 di piazzale Anita Garibaldi, nel quartiere di Brancaccio.
Racket: da video contro ‘pizzo’ raccolta fondi per Addiopizzo
Fonte: Ansa.it
Raccogliere fondi per sostenere la lotta al racket di Addiopizzo Catania, Palermo e Messina e allo stesso tempo convincere le vittime del pizzo a denunciare. È l’obiettivo di un cantautore catanese, Paolo Antonio, che ha arrangiato uno dei suoi brani, “Piacere Salvatore”, e ne ha fatto un videoclip virale, uno di quei video che si condividono su Facebook per raggiungere più persone possibile, che è possibile acquistare su iTunes, Google Play e nei principali store digitali a 0,99 euro.
Expo 2015, società legata alla ‘ndrangheta si occupava della sicurezza dell’Esposizione
Fonte – Il Fatto Quotidiano
La Prefettura ha emesso un’interdittiva antimafia per l’azienda che stava cablando il centro controlli dell’evento. Secondo gli investigatori, la Ausengineering srl, con sede a Pieve Emanuele e proprietà quasi completamente calabrese, è vicina alla cosca Mancuso di Limbadi in provincia di Vibo Valentia.
Sequestrati beni per oltre tre milioni al cugino di Matteo Messina Denaro
Fonte – alqamah.it
Beni per un ammontare complessivo di tre milioni di euro sono stati sequestrati all’imprenditore di Castelvetrano Giovanni Filardo, classe 63′, cugino del latitante Matteo Messina Denaro.
Inchiesta Iblis, condanna a 5 anni per l’ ex deputato di Forza Italia Cristaudo
Fonte – cataniatoday.it
Cristaudo in primo grado era stato assolto. La decisione è stata presa della prima sezione della corte d’appello di Catania, presieduta da Carolina Tafuri. In questo procedimento sono in tutto 24 imputati e il procuratore generale aveva chiesto in tutto 240 anni di carcere.
A Palermo Addiopizzo e Università si «sposano» per riqualificare la città
Fonte: Il Sole 24 Ore
Palermo è una città che sorprende sempre. Il giorno che ha preceduto il 23esimo anniversario dell’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi (ucciso da Cosa nostra il 29 agosto 1991), l’associazione Addiopizzo e l’Università di Palermo hanno reso nota una partnership a sostegno degli operatori economici che non pagano il pizzo e a sostegno dell’investimento collettivo.
‘Ndrangheta, il candidato Pdl chiedeva il permesso al boss per entrare in lista
Fonte – Il Fatto Quotidiano
L’episodio emerge dall’ordinanza emessa contro 29 persone sospettate di essere legate ai Commisso e gli Aquino. Antonio Macrì ex presidente del Consiglio comunale di Siderno chiedeva l’autorizzazione a Peppe Commisso di candidarsi nella lista che nel 2010 sosteneva l’allora candidato alla presidenza della Regione Giuseppe Scopelliti: “Ti puoi candidare… Sì ti puoi presentare…”.
‘Ndrangheta, 29 arresti per appalti truccati. Pizzo anche su una diga e una scuola
Fonte – Il Fatto Quotidiano
Tra le opere sulle quali le cosche calabresi Commisso e Aquino avevano le mani, anche la messa in sicurezza di un edificio scolastico. Le ditte dovevano pagare una tangente pari al 3% sul valore del lavoro. Coinvolto l’ex presidente del Consiglio comunale di Siderno, Antonio Macrì, del Pdl.
‘Fare rete’ sul territorio contro racket e usura
Fonte: Ministero dell’Interno
Nuove indicazioni del commissario straordinario Santi Giuffrè ai prefetti d’Italia per ridurre i tempi di accesso al Fondo di rotazione per le vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura. Istituito un unico indirizzo Pec per comunicazioni, segnalazioni e richiesta informazioni
Anniversario uccisione don Pino. Il programma delle manifestazioni
Fonte – livesicilia
A 21 anni dalla barbara uccisione del Beato Giuseppe Puglisi, assassinato dalla mafia il 15 settembre 1993 a Palermo, il Centro di Accoglienza Padre Nostro da lui fondato, in collaborazione con la Parrocchia San Gaetano e Maria SS. Del Divino Amore di Brancaccio e la Congregazione delle Maestre Pie Venerini, rendono noto il programma delle manifestazioni in sua memoria.
Venezia, Guzzanti presenta “La trattativa”: ‘Senza patto Stato-mafia un’Italia migliore’
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
“Senza la cosiddetta Trattativa oggi avremmo un Paese migliore. E Falcone e Borsellino sarebbero ancora in vita”. Sabina Guzzanti racconta così il suo film – La trattativa – presentato al Lido fuori concorso. Accolto splendidamente ad entrambe le proiezioni stampa, il film è stato applaudito anche durante la conferenza stampa internazionale.
La nuova cupola dello Zen finita in cella. Il ministero ha deciso di applicare 41 bis
Fonte: la Repubblica – Palermo
Sono i nuovi capi di Cosa nostra a Palermo e per questo nei loro confronti il ministro della Giustizia ha disposto il carcere duro. Sono undici degli arrestati a giugno nell’operazione antimafia «Apocalisse » che ha portato in manette 95, tra padrini e gregari, dei clan di San Lorenzo, Tommaso Natale e Resuttana.
E Riina scomunicò l’erede che si dedica solo agli affari
Fonte – Corriere della Sera
In ogni caso le parole del capomafia hanno un perso. Fuori dall’organizzazione criminale ma soprattutto dentro.
Quando l’antimafia ricorda a fasi alterne
Fonte – la Repubblica Palermo
A margine della cerimonia per ricordare la strage del 3 settembre 1982, parlando con alcuni compagni e amici si rifletteva sul fatto che si è ormai sedimentata una sorta di classifica delle vittime di mafia.
«Pizzo a 5 avvocati a Palermo»: il pm chiede il processo
Fonte – gds.it
Pietro Urso, arrestato di recente per un episodio simile, avrebbe preteso in passato «soldi per i carcerati» da altri legali. In queste settimane inizierà un primo dibattimento, ma ora la Procura ha chiuso un’inchiesta più vecchia e complessa, partita con gli esposti dei penalisti.
Mafie, riciclaggio e riviera romagnola. Qualcosa sta cambiando?
Fonte – Il Fatto Quotidiano
Di riciclaggio di capitali di dubbia provenienza in Riviera se ne è parlato per decenni, senza tuttavia averne mai l’effettiva certezza. In effetti, per un’area economicamente florida e ad alta densità turistica come questa, la circostanza era decisamente strana.
Le parole usate da Riina per ingannare
Fonte – la Repubblica Palermo
Parla e tanto per essere un capomafia. Parla e tanto per essere Totò Riina. Una carriera costruita sul silenzio e un carisma edificato sull’arte della dissimulazione vanificata da una torrenziale seduta di autocoscienza mafiosa?
Commemorazione Dalla Chiesa, corone di fiori sul luogo dell’eccidio
Fonte – Corriere del mezzogiorno
In via Isidoro Carini, luogo in cui 32 anni fa vennero assassinati, a Palermo, il generale Carlo Albero Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e il poliziotto di scorta Domenico Russo, sono state deposte corone di fiori per ricordare l’eccidio.
Gli affari, gli omicidi e le faide tra i boss. Così Riina racconta la sua guerra di mafia
Fonte – la Repubblica Palermo
Il capomafia diceva di risparmiare solo i commercianti. A proposito degli imprenditori, si vanta di avere inventato lui la rehgola degli appalti: «Quando cominciate un lavoro grosso, il due per cento mi dovete dare».
E la villa confiscata ora è una scuola di cucina
Fonte – Avvenire
Una scuola internazionale di cucina nella villa che era dei boss. Per dire che con la legalità vincono anche il buon gusto e l’internazionale.
Una casa nella villa del boss
Fonte – Corriere della sera
Da sfarzosa villa di un boss che voleva imitare Scarface a casa accoglienza per bambini disagiati.
Nella ragnatela del clan il sindaco dall’aria mite e prof. d’informatica
Fonte – Il Giorno
È un piccolo mondo quello che emerge dalle intercettazioni dell’operazione Metastasi, ma capace di muovere grossi interessi.
‘Ndrangheta: giudici, per stop azienda non bastano rapporti
Fonte – ansa.it
Se un’impresa “nell’intreccio dinamico dei propri rapporti commerciali ha un fornitore organico in ambienti criminali, non può per ciò solo, in assenza di altri elementi significativi, essere tacciata di essere condizionata nella propria attività dalla criminalità organizzata”.
Joe Petrosino, la missione fallita di stanare la mafia nel suo covo
Fonte – la Repubblica Palermo
La Sicilia fatale di Joe Petrosine è un archetipo dell’immaginario collettivo, grumo di elementi primari da cui discende il nostro presente.
Amministratori al servizio dei boss. Ora la procura chiede il processo
Fonte – Il Giorno
I tentacoli della mafia calabrese si erano infilati fin nelle stanze del palazzo comunale di Lecco e la procura di Milano ora chiede il processo con rito immediato.
Riina: “La cassaforte di Dalla Chiesa fu svuotata”
Fonte – la Repubblica Palermo
Il Capo dei capi parla del mistero del forziere di Villa Pajno dove il generale custodiva documenti segreti. “Io i documenti li tenevo in testa”. Il figlio Nando: “Lo diciamo da 32 anni”.
Non profit: i tanti Don Ciotti che battono la Mafia Spa
Fonte – Il Fatto Quotidiano
Il settore non profit è più forte economicamente e “fattura” più delle Mafie. Una economia “civile” e partecipativa, con una occupazione in aumento negli ultimi 20 anni che impiega stabilmente oltre 1 milione di persone – superiore al 3% degli occupati in Italia, prevalentemente giovani, prevalentemente donne, al nord come al sud.
La mafia deve capire che don Ciotti non è solo
Fonte: FamigliaCristiana.it
Don Ciotti, minacciato di morte da Totò Riina, è uno di noi. Le mafie sentono che l’insidia viene non solo dalle Forze dell’Ordine ma anche dalla ribellione delle coscienze.
Il cinema è sotto lo schiaffo del pizzo Il magistrato: basta essere sudditi
Fonte – Corriere del Mezzogiorno
«Ci siamo veramente liberati del condizionamento del pizzo nel cinema? Da magistrato sono pessimista. Sarebbe opportuna una rivoluzione copernicana, denunciare ogni pressione e smettere di fare i sudditi».
Il ricordo di Libero Grassi, alle commemorazioni pure Bubbico e Giuffrè
Fonte: Giornale di Sicilia
Si intitola “Il coraggio di essere Libero” la manifestazione promossa dal Comitato addiopizzo per ricordare l’imprenditore Libero Grassi [...]
Accordo con l’Ateneo, a diecimila matricole la card di Addiopizzo per gli acquisti etici
Fonte: Giornale di Sicilia
Diecimila studenti universitari da settembre avranno in tasca la Addiopizzocard. Ovvero avranno la possibilità di contribuire, attraverso il oro acquisti nei negozi che hanno dichiarato di non essere vittime del racket, un progetto di riqualificazione urbanae sociale perpiazza Magione o per il parco della Favorita.
23 anni fa moriva Libero Grassi ucciso da Cosa nostra perché si oppose al racket del pizzo
Fonte – rainews.it
Dopo la sua scomparsa, l’esempio dato di coraggio ed onestà è servito a tanti per contrastare il racket gestito dalle organizzazioni criminali. Sono nati fondazioni, movimenti, sono state fatte leggi contro il racket e istituiti fondi per le vittime.
Voto di scambio, Cassazione: “Più difficile da dimostrare”. Nuova legge non funziona
Fonte – Il Fatto Quotidiano
I giudici hanno disposto un nuovo processo di appello per Antonio Antinoro (ex Udc), accusato di aver stretto un accordo elettorale con un clan palermitano. La recente riformulazione del 416ter ha esteso l’ambito di applicazione, prevedendo oltre al denaro anche “altre utilità” come contropartita per il procacciamento di voti, ma ha pure concesso un favore all’imputato prevedendo espressamente che i voti vengano procurati con “modalità mafiose”.
Palermo ricorda l’imprenditore Libero Grassi Il presidente del Senato: “Un simbolo antiracket”
Fonte – Sì24.it
Palermo venerdì ha ricordato l’imprenditore Libero Grassi, ucciso il 29 agosto di 23 anni fa in via Vittorio Alfieri da Cosa nostra per essersi pubblicamente rifiutato di pagare il pizzo.
Palermo ricorda l’imprenditore Libero Grassi Il presidente del Senato: “Un simbolo antiracket”
Fonte: Sì24.it
Palermo venerdì ha ricordato l’imprenditore Libero Grassi, ucciso il 29 agosto di 23 anni fa in via Vittorio Alfieri da Cosa nostra per essersi pubblicamente rifiutato di pagare il pizzo.
Palermo. Card antiracket alle matricole: “Anche questa è formazione”
Fonte: Avvenire
Da oggi la lotta al pizzo ha una carta in più. È nata a palermo Addiopizzocard, un nuovo strumento di lotta al racket che permetterà a ogni cittadino-consumatore di essere parte attiva di una comunità che vuole scegliere e operare per il bene comune.
Libero Grassi, 23 anni fa l’omicidio dell’imprenditore che si ribellò al pizzo
Fonte – Il Secolo XIX
La storia e la tragica fine di Libero Grassi sono intrisi di solitudine e coraggio. La ferma volontà di non cedere al condizionamento mafioso, versando l’obolo ingiusto del racket, portò l’imprenditore siciliano a una morte terribile.
Partnership tra AddioPizzo e Unipa
Fonte – cronopolitica.it
Alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, l’Università di Palermo, per volontà del Magnifico Rettore Roberto Lagalla, sensibile ai temi promossi da Addiopizzo, ha voluto aderire al progetto “Addiopizzocard per l’investimento collettivo”, permettendo la distribuzione gratuita di 10.000 card agli studenti.
L’Università di Palermo aderisce al progetto “Addiopizzo card”
Fonte – nuovosud.it
Alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, l’Università di Palermo ha voluto aderire al progetto “Addiopizzocard per l’investimento collettivo”, permettendo la distribuzione gratuita di 10.000 card agli studenti.
Mafia: Addiopizzo ricorda Libero Grassi, 23 anni dopo
Fonte – ansa.it
Si intitola “Il coraggio di essere Libero” la manifestazione promossa dal comitato Addiopizzo per ricordare l’imprenditore Libero Grassi che pubblicamente denunciò i suoi estorsori e che per questo fu ucciso da cosa nostra il 29 agosto di 23 anni fa.
Ateneo di Palermo e Addiopizzo insieme contro la mafia
Fonte – siciliainformazioni.it
Partnership tra l’Università degli Studi di Palermo e Addiopizzo a sostegno degli operatori economici che non pagano il pizzo. Alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, infatti, l’Ateneo ha voluto aderire al progetto ”Addiopizzocard per l’investimento collettivo”.
NOVITÀ/Unipa aderisce alla card di Addiopizzo
Fonte: unipa.it
Alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, l’Università di Palermo, ha voluto aderire al progetto Addiopizzocard per l’investimento collettivo”, permettendo la distribuzione gratuita di 10.000 card agli studenti. “L’iniziativa assunta con Addiopizzo – afferma il rettore Roberto Lagalla, sensibile ai temi promossi dall’associazione – risponde ad una precisa scelta di affermazione della legalità come momento prioritario e fondamentale nell’educazione e nella formazione dei giovani”.
Mafia: Ateneo Palermo aderisce a progetto “Addiopizzo card”
Fonte: ansa.it
Alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, l’Università di Palermo ha voluto aderire al progetto “Addiopizzocard per l’investimento collettivo”, permettendo la distribuzione gratuita di 10.000 card agli studenti. Dal 2012 Addiopizzo sta realizzando in collaborazione con l’ufficio del Commissario nazionale Antiracket un progetto per estendere e consolidare la rete economica libera dai condizionamenti mafiosi attraverso la diffusione della pratica del consumo critico.
”Il coraggio di essere Libero”, XXIII commemorazione della morte di Libero Grassi
Fonte: palermotoday.it
“Il coraggio di essere Libero”, XXIII commemorazione della morte di Libero Grassi
„Da venerdì 29 a domenica 31 agosto, presso la spiaggia Sconzajuoco di Isola delle Femmine, si svolgerà una manifestazione di tre giorni in memoria di Libero Grassi, l’imprenditore che non si piegò al pizzo.
Palermo, tre giorni in memoria di Grassi
Fonte – gds.it
Dopo il momento di raccoglimento in via Alfieri, partono le iniziative. Gli eventi, in programma da venerdì a domenica, concentrati a Isola. La manifestazione è stata organizzata dalla famiglia dell’imprenditore ucciso dalla mafia e dal comitato Addiopizzo.
Mafia, “Raffaele Lombardo sollecitò vertici di Cosa nostra per avere voti”
Fonte – Il Fatto Quotidiano
Depositate le motivazioni della condanna a sei anni e otto mesi per concorso esterno dell’ex governatore. Per il Gup il sistema si basava sull’acquisto di terreni e nella successiva variazione della destinazione d’uso. Sullo sfondo gli affari dell’editore Ciancio Sanfilippo.
XXIII Libero Grassi: “Il coraggio di essere Libero”
Fonte: Antimafia Duemila
In occasione dell’anniversario della morte di Libero Grassi, la famiglia e Addiopizzo promuovono tre giorni di eventi in ricordo dell’imprenditore assassinato da Cosa nostra il 29 agosto di 23 anni fa.
Palermo, sequestro da 1,7 milioni. Nel mirino Tommaso Castagna
Fonte – livesicilia.it
Il provvedimento, eseguito dalla guardia di finanza, è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale.
“Così pagavamo il pizzo ai boss”. Le ammissioni dei commercianti da viale Strasburgo all’Arenella
Fonte – la Repubblica Palermo
Dopo il blitz di San Lorenzo una sessantina di operatori economici convocati dagli inquirenti; trentaquattro di loro confermano i versamenti al racket. “Aspettavamo la vostra chiamata da mesi”.
L’irriducibile al 41 bis svela l’ultima mappa dei clan, ecco chi comanda dal Borgo a Santa Maria di Gesù
Fonte: la Repubblica – Palermo
L’ultimo padrino di Cosa nostra che cerca esplosivo per fare un «botto» a Palermo non utilizzava mezzi termini nella sala colloqui del carcere di Parma. Fra gennaio e l’inizio di marzo Giovanni Di Giacomo parlava a ruota libera con il fratello Giuseppe, nuovo capomafia di Porta Nuova.
Il boss cerca tritolo “per fare un botto”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Un confidente dice che il capo di Porta Nuova vuole colpire un uomo dello Stato.
Un ergastolano della vecchia guardia, il boss di Porta Nuova Giovanni Di Giacomo, è in cerca di vendetta: a marzo, un commando di sicari (ancora senza nome) gli ha ammazzato il fratello Giuseppe in pieno pomeriggio, alla Zisa.
Salento, la Sacra Corona Unita cambia pelle: ora il vero business è il turismo
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
Non sollo droga ed estorsioni, ma anche e soprattutto gestione dei parcheggi privati, servizi di guardiania e security per lidi, discoteche e bar: così la quarta mafia ha messo le mani sull’economia più fiorente del Sud Italia. Lo rivelano le inchieste della procura di Lecce. E sullo sfondo c’è l’ombra della camorra.
“Un’ascesa appoggiata dalla mafia” Mercadante, i motivi della condanna
Fonte – livesicilia.it
Sono durissime le motivazioni della sentenza con cui la Corte d’appello di Palermo, nel marzo scorso, ha inflitto 10 anni e 8 mesi a Giovanni Mercadante, radiologo ed ex parlamentare regionale.
Lampedusa, minacciati ambientalisti gestori di un b&b
Fonte – gds.it
«Diamo di nuovo fuoco alla casa. Voi forestieri dovete andare via, avete rovinato l’isola e ci rubate il lavoro». Sono alcune minacce indirizzate la notte dello scorso giovedì a una coppia di palermitani, Paola La Rosa e Carmelo Gatani, da una dozzina di persone che si erano radunate nei pressi di Cala Pisana, a Lampedusa, disturbando i residenti con urla e schiamazzi.
L’inafferrabile Matteo Messina Denaro. Dov’è l’ultima primula della mafia?
Fonte – L’espresso
Il boss dei boss è latitante da 21 anni. Ma in Sicilia decide tutto: affari, lavoro, omicidi. Usando sia i vecchi “pizzini” sia Skype.
Mafia, ‘ndrangheta, camorra: la nuova mappa dei clan
Fonte – giornalettismo.com
Droga, estorsioni, appalti. Nell’Italia che arranca sotto i colpi della crisi centinaia di gruppi criminali continuano a macinare intimidazioni e profitti. L’ultima relazione semestrale della Dia, organo investigativo del Ministero dell’Interno, indica i loro nomi e le loro zone di influenza.
“È vicino alla mafia di Villabate”. Scatta il sequestro a un imprenditore
Fonte – livesicilia.it
I carabinieri di Palermo hanno sequestrato ville, terreni, immobili e attività commerciali a Salvatore Arena, arrestato nel 2009 e assolto in secondo grado, dopo una iniziale condanna. Valore complessivo di dieci milioni di euro.
Rivelazione del pentito Asaro: “La mafia nella sede dei Pip”
Fonte – livesicilia.it
Rosario Crocetta aveva lanciato l’allarme più di un anno fa. Puntando il dito contro i precari rimasti nel bacino degli ex-Pip nonostante l’accusa di associazione mafiosa. Adesso un riscontro al suo allarme.
Giardinello, sciolto per mafia il Consiglio comunale
Fonte: la Repubblica – Palermo
Sciolto per mafia il Consiglio comunale di Giardinello. Un anno e mezzo dopo il blitz che portò all’arresto del capomafia Giuseppe Abbate, il Consiglio dei Ministri ha deciso di mandare a casa l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Geloso [...]
Sequestro da 750mila euro a poliziotto che suggeriva la “messa a posto”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Una multiproprietà a Capo Rizzuto, in Calabria, tre appartamenti, box e magazzini. E poi conti correnti e titoli per oltre 100mila euro. Sono i beni di Guido Ferrante [...]
Mafia, sigilli a beni per 4,5milioni al re del calcestruzzo
Fonte: la Repubblica – Palermo
Beni per un valore complessivo di 4,5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza a Benedetto Valenza, 54 anni, di Borgetto, arrestato per concorso nella fittizia intestazione di una società di calcestruzzi.
Posteggiatore abusivo in manette per estorsione
Fonte: la Repubblica – Palermo
La polizia ha arrestato un posteggiatore abusivo a Mondello con l’accusa di tentata estorsione. A denunciarlo un giovane che si trovava con un suo amico e si era rifiutato di pagare.
La guerra di piazza Magione. Ogni sera un blitz contro gli abusivi. “Ma così torna un deserto”
Fonte: laRepubblica.it
Dopo la denuncia del sindaco, controlli a tappeto di poliziotti e vigili. Gli ambulanti si difendono: “Senza di noi la zona torna regno di spacciatori e prostitute”. L’ultimo blitz, ieri sera
Boss di Resuttana controllava un’agenzia investigativa, scatta il sequestro
Fonte – palermotoday.it
Il provvedimento è stato preso dal gip. Si tratta della “Mga Service srl”, società del valore di circa 100 mila euro e ritenuta riconducibile a Giuseppe Fricano. A fare da prestanome era Carlo Lucio Ginestra: entrambi erano stati arrestati nell’operazione Apocalisse.
Cosa nostra, pentito: “Nel Messinese 45 lupare bianche nella guerra di mafia”
Fonte – gds.it
Il collaboratore di giustizia di Barcellona PdG, Carmelo D’Amico, 43 anni, ha dichiarato ai magistrati della Dda di Messina che il clan barcellonese avrebbe protetto la latitanza del boss Nitto Santapaola nella città del Longano negli anni ’90.
Processi e “inchini” ai boss. Adesso la chiesa non ha più alibi
Fonte – la Repubblica Palermo
Rispetto mafioso e religiosità (distorta) ancora una volta in evidenza in una città, Palermo, che dell’antimafia ha fatto il suo veicolo di rimodernamento etico, amministrativo, sociale ed economico.
Maxi operazione antidroga a Reggio Calabria Sedici arresti tra Italia, Olanda e Germania
Fonte: Sì24
Maxi operazione antidroga dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno stroncato un traffico internazionale di cocaina tra Calabria, Olanda e Germania. Sedici le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina nei confronti di appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta di Cacciola di Rosarno
Mafia e servizi, Renzi toglie il segreto di Stato al “Protocollo Farfalla”
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
Il premier Matteo Renzi toglie il segreto di Stato dal “Protocollo Farfalla“, l‘accordo riservato tra Sisde e Amministrazione penitenziaria che consentiva agli 007 di intrattenere contatti con detenuti al 41 bis.
Abusivismo, furti di luce e spaccio: la Magione resta sotto scacco
Fonte: PalermoToday.it
Le forze dell’ordine, coordinate dalla Questura, hanno battuto palmo a palmo la piazza dal pomeriggio a tarda notte. Rimossi ombrelloni, frigo e un allaccio abusivo che forniva energia ad un furgone. Elevate sanzioni per 7 mila euro
Tangenti e mafia, archiviata indagine su tre politici
Fonte – Giornale di Sicilia
Ci è voluto un anno e mezzo per trasformare la richiesta della Procura di Palermo in archiviazione da parte del Gip, ma alla fine l’indagine si chiude con un nulla di fatto.
Così Rocco Chinnici svelò la “mafia spa”
Fonte – la Repubblica Palermo
Chinnici non era soltanto un grande magistrato, era anche, naturaliter, un maestro di vita. Non solo nel palazzo di giustizia, ma in un contesto più ampio.
La Madonna si inchina al covo del padrino, processione shock tra i vicoli di Ballarò
Fonte – la Repubblica Palermo
Il boss Alessandro D’Ambrogio è in carcere a Novara ma domenica, a Palermo, la sfilata del Carmine gli ha reso onore davanti al luogo simbolo di Cosa Nostra. La chiesa: “Ancora una sosta anomala”.
Processo Scuto, sequestro dei beni confermato per il “re dei supermercati”
Fonte – cataniatoday.it La difesa di Scuto, rappresentata dagli avvocati Guido Ziccone e Giovanni Grasso, ha sempre sostenuto che Scuto avrebbe agito da “vittima di estorsioni da parte delle mafia” e che “pagava il clan per evitare ritorsioni personali”. Leggi l’articolo
Mafia: Palermo ricorda Rocco Chinnici, il “giudice buono”
Fonte: Ansa.it
Un minuto di silenzio avvolge il chiostro della galleria d’Arte moderna di Piazza Sant’Anna: è Palermo che ricorda Rocco Chinnici, il “giudice buono”, capo dell’ufficio Istruzione e ideatore del pool antimafia a Palermo, sventrato il 29 luglio 1983 da una fiat 126 imbottita di tritolo piazzata sotto casa, in via Pipitone Federico, dalla Cupola di Cosa nostra.
La mafia più potente del mondo. Droga e miliardi di euro nella terra di nessuno
Fonte – Antimafia Duemila
Nuovo sequestro al porto di Gioia Tauro di 85 kg di cocaina purissima, intercettata dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, per l’equivalente guadagno di 17 milioni di euro. Dall’inizio dell’anno, in Calabria sono 945 i kg di droga sui quali lo Stato è riuscito a mettere le mani. Ma questi dati rappresentano solo la punta di un iceberg.
Le guerre di religione non giovano all’antimafia
Fonte: la Repubblica – Palermo
Che nel movimento antimafia ci siano delle divisioni non è una novità, ma non penso che servano a molto reazioni emotive, come le lamentele di chi non perde occasione per proclamare che “contro la mafia bisogna essere tutti uniti” o l’invocazione della purezza da salvaguardare da chi approfitta degli anniversari delle vittime più illustri per esibire un’antimafia di facciata.
Chiedevano il “pizzo” alle produzioni cinematografiche, sequestro da tre milioni
Fonte – la Repubblica Palermo
Sigilli della Guardia di Finanza a dieci appartamenti riconducibili a Gaetano Castagna e alla sua famiglia.
Chiede il pizzo a due avvocati, denunciato e preso
Fonte – Giornale di Sicilia
L’arresto è avvenuto in flagrante, alla terza «visita» nell’ufficio a pochi passi dal Politeama. Il «signor Lucchese», come si presentava, non mollava nonostante i dinieghi.
“La morte di Paolo e i pezzi mancanti ventidue anni dopo”
Fonte: Il Fatto Quotidiano
L’intervento alla commemorazione delle vittime della strage di via D’Amelio del Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato.
Piazza Magione, dopo il blitz tornano ambulanti e parcheggiatori
Fonte: Livesicilia.it
A sole 24 ore dal blitz delle Forze dell’Ordine che, nella serata di venerdì avevano effettuato estesi controlli alla Magione, la storica piazza a due passi da via Lincoln è tornata a riempirsi di bancarelle e posteggiatori abusivi.
Via D’Amelio, l’agenda rossa di Paolo Borsellino è la scatola nera delle stragi
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
Scomparve il 19 luglio 1992, pochi attimi dopo la deflagrazione che uccise il giudice palermitano. Da allora, un mistero che ancora oggi, dopo 22 anni, è lontano dall’essere risolto.
Blitz antiabusivismo a piazza Magione Il Comune: “Non è una zona franca”
Fonte: Livesicilia.it
L’amministrazione comunale risponde in merito al blitz che nella notte fra venerdì e sabato ha portato allo sgombero delle attività commerciali abusive in Piazza Magione: “Il Comune continuerà ad agire con rigore su piazza Magione che non può considerarsi una zona franca”.
Sequestrati beni per 360 milioni all’imprenditore Stefano Parra
Fonte – livesicilia.it
Eseguito il sequestro di beni riconducibili a Stefano Parra, 47 anni, imprenditore di Partinico (Pa) del settore delle cave, del calcestruzzo ed edile, condannato per mafia.
Le vacanze intelligenti
Fonte: tvsvizzera.it
Gli svizzeri sono troppo poco pazzi, diceva Leonardo Sciascia. Soprattutto se messi a confronto con i siciliani, la cui “pazzia” si traduce in impeto, passione, irragionevolezza.
La Svizzera appariva a Sciascia come una terra potenzialmente meno ricca della Sicilia, ma riconosceva che i suoi abitanti avevano saputo trarre dalle impervie regioni alpine uno sviluppo maggiore grazie alla loro estrema prudenza e razionalità.
Estorsione ai danni di una pizzeria del centro storico: un arresto
Nel novembre del 2013 era stata recapitata al titolare del locale una lettera in cui veniva chiesta la somma di 60 mila euro. Da qui sono iniziate le indagini della Polizia, con il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica.
Sequestrato un altro pezzo dell’impero Rappa
Fonte – la Repubblica Palermo
Tre mesi dopo il provvedimento che ha bloccato ottocento milioni, il tribunale mette i sigilli a tre società immobiliari. Secondo la Dia farebbero parte del patrimonio ereditato dal capostipite condannato in passato per associazione mafiosa.
Partinico, 100 imprenditori dicono no al pizzo
Fonte – gds.it
Sono più di cento i commercianti, gli imprenditori e i professionisti della zona dello Jato che hanno detto no al racket del pizzo. Lunedì pomeriggio è stato presentato, a palazzo dei Carmelitani, il primo elenco con i nomi di coloro che hanno deciso di opporsi al racket delle estorsioni pubblicamente.
Sequestro di 3 milioni di euro della Dia
Fonte – cataniaoggi.com
Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catania stanno eseguendo un decreto di sequestro di beni dal valore di 3 milioni di euro, nei confronti di Antonino Sciacca, 63enne condannato per associazione mafiosa.
Papirolandia a Scopello, bene confiscato, usata per essiccare pomodori
Fonte – ilsitodipalermo.it
Le immagini scattate ieri testimoniano come oggi viene utilizzato il sito che è patrimonio della comunità , assegnato all’associazione Jus Vitae di don Antonio Garau. Lo sconcerto del sindaco di Castellamare del Golfo che ha deciso di mandare i vigili e chiedere la restituzione.
L’ex assessore Miceli ai servizi sociali: era stato condannato per mafia
Fonte – palermotoday.it
L’ex assessore Miceli ai servizi sociali: era stato condannato per mafia
„Gli era stata inflitta la pena a sei anni e mezzo di reclusione per concorso in associazione mafiosa. Era imputato nel processo sulle talpe alla Dda che coinvolse anche l’ex Governatore Totò Cuffaro. Tornerà in libertà.
E l’insospettabile meccanico si proclamò boss
Fonte – Giornale di Sicilia
“Responsabile” del clan Resuttana e dell’Acquasanta. Così si sarebbe dichiarato Giuseppe Fricano, il boss che si fece da sè. Come riportato nelle pagine del Giornale di Sicilia oggi in edicola, “il meccanico” dunque non sarebbe stato «presentato» da nessuno. A svelare il particolare di questo strano comportamento in Cosa nostra è il collaboratore di giustizia Sergio Flamia.
L’agente di scorta e il parente dei mafiosi Il pizzo chiesto alle persone sbagliate
Fonte – livesicilia.it
Storie di racket a Palermo. I protagonisti sono i nuovi presunti mafiosi della famiglia di Pallavicino-Zen, arrestati nella retata Apocalisse del 23 giugno scorso. Ebbero un occhio di riguardo per i commercianti con i parenti al 41 bis e nessuna pietà per chi stava costruendo la villa alla figlia di un rappresentante delle forze dell’ordine.
Mafia: campo volontariato bene confiscato in Sardegna
Fonte – ansa.it
Si svolge nel Cagliaritano a Gergei, località Su Piroi, fino al 20 luglio, il primo campo di volontariato del 2014 nel bene confiscato. L’iniziativa “E!state Liberi!” ogni anno coinvolge centinaia di giovani su tutto il territorio nazionale, nell’Isola è promossa da Libera Sardegna, dal CSV Sardegna Solidale e dall’Associazione La Strada.
Estorsioni a Palermo, così il clan «destagionalizzava» per evitare i controlli
Fonte – gds.it
Operazione Apocalisse. Troppi rischi a Natale, all’Arenella pizzo anticipato ai Morti. In questo modo i picciotti riuscivano a trascorrere le feste coi loro cari senza dover correre tra un’attività commerciale e l’altra.
Il cristianesimo delle processioni che fa comodo agli uomini di Cosa nostra
Fonte – la Repubblica Palermo
A Palermo l’aggressione alla regista del Festino di santaRosalia, a Oppido Mamertino la processione che sosta davanti alla casa del vecchio boss della ’ndrangheta, in provincia di Campobasso i carcerati che disertano la messa: sono fatti nuovi, e scollegati tra loro, o le repliche di un copione già andato inscena o prevedibile e hanno qualche filo in comune?
Trattativa Stato-mafia, all’aula bunker è il giorno di Pietro Grasso
Fonte – palermotoday.it
Il presidente del Senato sarà ascoltato come teste in quell’aula dove fu, 30 anni prima, giudice a latere nel “Maxiprocesso” a Cosa nostra. Dovrà riferire delle richieste fatte allora dall’ex ministro Nicola Mancino sulle indagini della trattativa.
Usura: sequestro da oltre 500mila euro della Dia
Fonte – cataniaoggi.com
Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, guidati da Renato Panvino, hanno portato a termine un’operazione finalizzata alla confisca di beni per un valore di circa 500mila euro, costituiti da appartamenti, disponibilità finanziarie e veicoli, al 61enne Giuseppe Barbagallo, condannato per usura.
Una talpa nel clan? Così i boss vogliono scoprirlo
Fonte – gds.it
Operazione Apocalisse. Il timore per la presenza di un infiltrato nella famiglia dello Zen e i suggerimenti del capo per incastrarlo: portalo in piscina. Per scoprire il nuovo Donnie Brasco basta che si spogli per un bagno «a timpulata» o far scattare gli allarmi in un negozio perché sia perquisito.
‘Ndrangheta: identificati autori ‘inchino’ a boss, sono 25
Fonte – ansa.it
Hanno un nome ed un cognome gli autori dell’”inchino” fatto fare alla statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di Peppe Mazzagatti, il boss ottantaduenne di Oppido Mamertina che sconta una condanna all’ergastolo ai domiciliari per motivi di salute.
Bombe, omicidi e stragi in Sicilia: ecco tutte le accuse a ‘faccia da mostro’
Fonte: laRepubblica.it
Pentiti lo additano, quattro procure lo indagano: Giovanni Aiello, ex poliziotto col volto sfregiato, sarebbe in realtà un sicario per delitti ordinati da pezzi deviati dello Stato, oltre che dai padrini. Dall’eversione nera degli anni ’70 all’uccisione di Falcone e Borsellino: la storia
Operazione Ghost, 33 arresti. Duro colpo al clan Santapaola Ercolano
Fonte – livesicilia.it
Al vertice dell’organizzazione Benedetto Cocimano, detentore della “cassa comune” del clan. Gli indagati sono accusati di associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsioni, reati in materia di armi ed intestazione fittizia di beni. Due persone risultano latitanti.
È sfuggito al fisco, ma non a Cosa nostra L’imprenditore-evasore nel mirino dei boss
Fonte – livesicilia.it
I mafiosi di San Lorenzo hanno progettato l’assalto alla villa di un facoltoso imprenditore. Erano certi che custodisse oro e soldi in cinque casseforti. Il basista aveva fornito indicazioni precise. I preparativi registrati dalle microspie.
Spaccio e estorsioni a Messina. Operazione della guardia di finanza
Fonte – livesicilia.it
La guardia di finanza di Messina sta eseguendo diverse ordinanze di custodia cautelare nell’ambito di un’indagine contro lo spaccio di sostanze stupefacenti, l’usura e l’estorsione.
Nuova mafia e vecchi padrini. Resuttana, Pippo Calò nel libro paga
Fonte – livesicilia.it
Del padrino di Porta Nuova, in carcere da 30 anni, e dei suoi familiari si sarebbe preso cura Giuseppe Fricano, indicato come uno dei capi della nuova mafia palermitana. Perché l’organizzazione non dimentica i padrini che hanno fatto la storia di Cosa nostra.
Il pizzo impossibile al negozio Louis Vuitton
Fonte – livesicilia.it
Salvatore D’Alessandro, uno dei 91 arrestati del blitz antimafia Apocalisse, sognava il colpaccio: imporre l’estorsione al negozio di via Libertà a Palermo. E fu messo in guardia dai suoi stessi amici: era una follia, si finiva dritti in carcere.
Ribellione antiracket a Bagheria. Gli imprenditori chiedono aiuto
Fonte – livesicilia.it
Dopo le raffiche di arresti e le prime denunce nel popoloso centro alle porte di Palermo, una quindicina di persone ha deciso di liberarsi dal giogo mafioso. Ed emergono estorsioni finora sconosciute agli investigatori.
Estorsioni, 8 anni a un costruttore di Borgetto
Fonte – Giornale di Sicilia
Alfonso Bommarito lavorava in società con Alessandro Arcabascio nella «Edil Village srl»: i due avrebbero imposto a un cliente di pagare una fornitura di calcestruzzo più di quanto avevano pattuito.
Mafia e ristoranti, un sequestro da 16 milioni
Fonte – Giornale di Siclia
La guardia di finanza ha sequestrato complessi aziendali, beni immobili, autoveicoli e disponibilità finanziarie per oltre 16 milioni e mezzo di euro a Giovanni Angelo Mannino, di Torretta
Sequestrato un allevamento al boss Giuseppe Falsone
Fonte – livesicilia.it
La sezione misure di prevenzione del tribunale di Agrigento presieduta da Luisa Turco (con a latere Francesco Paolo Pizzo e Francesco Gallegra) ha disposto il sequestro di un maxi allevamento.
Trappeto, torna a vivere il sogno di Danilo Dolci
Fonte – Giornale di Sicilia Una parte del Borgo di Dio rimessa in sesto dopo anni di incuria e degrado: avrà pure 15 stanze con quaranta posti letto. Leggi l’articolo
Un officina per i summit di mafia nel cuore elegante della città
Fonte – Giornale di Sicilia
Summit di mafia in via Libertà. Estorsioni, attentati, affiliazioni, stipendi per boss e picciotti, se ne discuteva in pieno centro, a due passi dai locali affollati all’ora dell’aperitivo e dai negozi dei marchi prestigiosi.
Dodici estorsioni pianificate in mezz’ora
Fonte – Giornale di Sicilia
Nel mirino anche un bar vicino al palazzo di giustizia. Ma occorre prudenza, «Si sono buttati tutti a Addiopizzo».
Operazione Apocalisse, nel salotto buono di Palermo i summit tra i boss
Fonte – gds.it
I summit di mafia nel salotto buono di Palermo. Emergono altri particolari dall’indagine sull’Operazione Apocalisse che ha portato all’arresto di oltre 90 mafiosi.
Torino, operazione San Michele: ‘ndrangheta, zona grigia e appalti pubblici
Fonte – Narcomafie
San Michele, protettore dei poliziotti. Sulla cui effigie giurano “onore” però anche gli ‘ndranghetisti. “San Michele” come il nome del bar di Volpiano (in provincia di Torino) all’interno del quale si riunivano i membri della ‘ndrina distaccata di San Mauro Marchesato, cittadina del
crotonese.
Palermo, la sentenza di primo grado. Mafia di San Lorenzo, raffica di condanne. Ennesimo colpo al clan dei Lo Piccolo
Fonte – livesicilia.it
È l’ennesimo duro colpo al clan dei Lo Piccolo, di cui restano ormai le ceneri. Ad infliggerlo è stato il Tribunale di Palermo. Le condanne sono trenta su trentadue imputati. La ricostruzione della Procura è granitica. L’elenco dei condannati si apre con i 30 anni ciascuno inflitti a Salvatore e Sandro Lo Piccolo che a San Lorenzo erano i signori incontrastati.
Tutti i nomi delle aziende associate ad Addiopizzo
Fonte – Giornale di Sicilia
Continua la pubblicazione delle aziende associate ad Addiopizzo. La prima parte pubblicata ieri. Si proseguirà nei prossimi giorni.
“Quei voti comprati dalla mafia” Le ammissioni di Pietro Franzetti
Fonte – livesicilia.it “Una leggerezza”, così Pietro Franzetti avrebbe definito il tentativo, per altro non andato in porto, di comprare un pacchetto di preferenze alle elezioni comunali di Palermo del 2012. Leggi l’articolo
Non è mandante dell’omicidio Bosio. Assolto il boss Nino Madonia
Fonte – livesicilia.it
Non ha retto al vaglio della Corte di assise la ricostruzione della Procura, secondo cui, “Madonia, nella sua qualità di reggente del mandamento di Resuttana, ha non solo eseguito l’omicidio ma lo ha anche organizzato e pianificato”.
I 10 anni di Addiopizzo, Grasso: “Dall’offesa del racket alla voglia di riscatto”
Fonte: Giornale di Sicilia
Come anni fa il Giornale di Sicilia pubblica oggi un elenco importante. Allora era quello dei cittadini che si impegnavano a sostenere i commercianti contro il pizzo, oggi quello degli operatori economici che hanno deciso di non sottomettersi alle richieste della mafia. Ricordo benissimo quel giorno di dieci anni fa in cui nel mio ufficio di Procuratore capo a Palermo entrarono un gruppo di ragazzi che aveva risvegliato la città con quei manifestini listati a lutto con il grido «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità».
Un pentito nel clan di Bagheria Morsicato, dal blitz alla confessione
Fonte – livesicilia.it
Benito Morsicato era finito in carcere ad inizio giugno nel blitz dei carabinieri che azzerò il potente mandamento in provincia di Palermo. Ora ha scelto di tagliare i ponti con il passato e aiutare i magistrati a fare chiarezza soprattutto sul pizzo e sugli interessi criminali nella raccolta dei rifiuti.
Mafia, condanne in appello: 19 anni a “Gino u Mitra”
Fonte – palermotoday.it
Sono state ridotte le condanne a sei mafiosi del mandamento di Porta Nuova. A deciderlo è stata la sesta sezione della Corte d’appello. Luigi Abbate, detto Gino ‘u Mitra, è il personaggio principale dell’inchiesta
Scommesse sul calcio. Così il boss Galatolo ripuliva i soldi del clan in cinque agenzie
Fonte: la Repubblica – Palermo
Fra Tommaso Natale, via Montepellegrino e San Lorenzo i picciotti puntavano milioni sulle partite dei campionati italiani ed esteri.
Russo denunciato per corruzione elettorale. “Mai dato soldi al capomafia dello Zen”
Fonte: la Repubblica – Palermo
I Carabinieri del Reparto operativo hanno denunciato il consigliere comunale Mimmo Russo per corruzione elettorale.
Le nuove facce dell’eterna mafia
Fonte – la Repubblica Palermo
L’operazione antimafia dei giorni scorsi è stata denominata “Apocalisse”, ma gli investigatori per primi hanno dichiarato che non è un sinonimo della fine.
Agguato di mafia a Paternò, ucciso un uomo: la moglie è rimasta ferita
Fonte – cataniatoday.it
Un uomo con precedenti giudiziari Salvatore Leanza, di 55 anni, è stato ucciso in un agguato di mafia avvenuto a Paternò, vicino viale dei Platani. L’uomo era a bordo della propria auto guidata dalla moglie quando alcuni sicari hanno sparato.
Mafia: bene confiscato diventerà dormitorio per ragazze madri
Fonte – ansa.it
Due appartamenti di Catania – uno dei quali è stato confiscato alla mafia – diventeranno a Catania dormitori per donne e ragazze madri che versano in situazioni di particolare disagio economico, morale e sociale, con figli a carico, lavoratrici a basso reddito o anche non lavoratrici. Lo rende noto la Caritas Diocesana di Catania.
Un rom tra gli arrestati del blitz Apocalisse. Era sospettato del delitto Fragalà
Fonte – livesicilia.it
Avni Kpuzi, 26 anni, referente del campo nomadi della Favorita, è accusato di detenzione e spaccio di droga. I mafiosi dello Zen lo tenevano in grande considerazione. Alcuni mesi fa un detenuto lo tirò in ballo per l’omicidio del noto penalista palermitano.
Mafia, addio pizzini: ora si comunica con i vassoi di dolci
Fonte – gds.it
Operazione Apocalisse. L’indagine svela: la mafia è più attenta nei metodi da usare per fare circolare le informazioni. Si gira anche in bus per non dare nell’occhio. Il passaparola al posto dei sistemi che lasciano tracce. E i summit si fanno all’aperto per evitare le cimici.
Mafia: procuratore nazionale Roberti, non indebolire 41bis
Fonte – ansa.it
Il 41bis non è un mezzo per indurre i mafiosi, con metodi forti, a collaborare, si è dimostrato uno strumento efficiente, decisivo nella lotta alla criminalità organizzata, e per questo, anche se si possono rivedere alcune sue specifiche applicazioni, non va indebolito.
Il summit e la scalata al potere “Fricano vicino a D’Ambrogio”
Fonte – livesicilia.it
Il blitz con 91 arresti. Nelle recenti inchieste sulla mafia di Palermo la presenza di Alessandro D’Ambrogio è una costante. La si ritrova pure dietro alle strategie che avrebbero portato alla nomina di Giuseppe Fricano come reggente del mandamento di Resuttana. La conferma del pentito Sergio Flamia.
Le mani della mafia sulla macellazione. Ma la donna-coraggio denunciò tutto ai magistrati
Fonte – livesicilia.it
“Lo dobbiamo inquietare e dirgli che è sbirro”. Così Mimmo Taormina, della famiglia mafiosa di Tommaso Natale, cercava di fare terra bruciata intorno al padre di una imprenditrice nel settore della vendita all’ingrosso di carni. La donna non ha abbassato la testa e ha raccontato tutto: vessazioni, danneggiamenti, furti e rapine.
Tabacchi, discoteche, bar: ecco come si muove il racket. Le microspie svelano le estorsioni in diretta
Fonte: la Repubblica – Palermo
Le microspie hanno registrato in diretta le mosse degli estorsori che terrorizzavano commercianti e imprenditori della parte occidentale della città.
E Micol ruppe il silenzio. La nuora di Biondino che alla fine tornò dal boss
Fonte: la Repubblica – Palermo
L’operazione “Apocalisse” prende le mosse dalle dichiarazioni della Richichi sul mandamento San Lorenzo-Tommaso Natale.
Lo spaccio dei picciotti davanti alle scuole, marijuana venduta agli studenti del Meli
Fonte: la Repubblica – Palermo
Droga e affari senza scrupoli. Cosa nostra per fare cassa non si è tirata indietro nemmeno davanti ai ragazzini.
Dal motorino rubato al posto auto: Cosa nostra in azione per ogni controversia
Fonte: Giornale di Sicilia
Per scoprire i ladri gli uomini d’onore guardano anche i film registrati dalle telecamere dei negozi. Poi partono le ritorsioni.
La mafia controlla i posteggiatori abusivi. A ciascuno assegnata una porzione di città
Fonte: Giornale di Sicilia
Sono decine. Si dividono le strade come se fossero le loro. Ognuno ha diritto ad una porzione di territorio e, soprattutto, di «vuscarisi ‘u pani», ovvero incassare il dazio dagli automobilisti per posteggiare.
Ma quale cristiani. Come ricorda il Papa, i mafiosi sono scomunicati
Fonte: Giornale di Sicilia
In occasione di feste patronali e di processioni i boss si infiltrano nella vita delle comunità, assumendo ruoli di prestigio e di controllo.
Paternò, imprenditore denuncia estorsioni: sei arresti
Fonte: GdS.it
PATERNÒ. Un imprenditore vittima del racket del pizzo denuncia e i carabinieri sgominano una banda di presunti estorsori. È accaduto nel Catanese, dove carabinieri della compagnia di Paternò hanno arrestato sei persone, quattro originarie di Belpasso e due di Brindisi, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Catania su richiesta della Dda della locale Procura.
La manovra fiscale dei boss per sopravvivere alla crisi. “Pizzo più basso ma tutti i mesi”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Negozi nella morsa da viale Strasburgo all’Acquasanta. Blitz con novantuno arresti, accertate trentaquattro estorsioni
Bistecche, frutta e ortaggi. Così le cosche gestiscono la filiera alimentare
Fonte: la Repubblica – Palermo
I boss puntavano sulla carne di Tommaso Natale per fornirla alle macellerie del centro. Ma un’imprenditrice si è ribellata.
Franzetti, voti comprati e sit-in contro la casta
Fonte: la Repubblica – Palermo
La settimana scorsa aveva ganizzato addirittura un flashmob di fronte a Montecitorio, per chiedere la revoca del vitalizio ai politici condannati per mafia.
I padrini col sussidio, in manette un altro pip
Fonte: la Repubblica – Palermo
Pip e boss. Il salto di qualità Sandro Diele, 42 anni, lo aveva fatto nel 2011. Percepiva il sussidio pubblico di mille euro e intanto ordinava estorisioni come capo della nuova famiglia Zen-Pallavicino.
Svelata la nuova mappa della mafia a Palermo. Ecco i boss che comandavano in mezza città
Fonte: Livesicilia.it
L’organigramma di Cosa nostra tra vecchi e nuovi nomi. Uno fra tutti, Girolamo Biondino, indicato come il capomafia di Tommaso Natale-San Lorenzo. A reggere le famiglie mafiose, Tommaso Contino, Vito Galatolo, Pietro Magrì con Gregorio Polizzotto e Sandro Diele con Onofrio Terracchio, pronti alle scalate al potere tramite estorsioni e intimidazioni. Allo Zen, per i “danni” era stato assoldato un rom.
Cosa nostra, sangue, terrore. Chi si è salvato nella guerra
Fonte – livesicilia.it
Le indagini hanno fatto emergere il progetto omicida di Fricano nei confronti di Intravaia, con il quale inizialmente divideva la gestione del mandamento Resuttana. Era stato pianificato anche il delitto di Michele Pillitteri. Caso emblematico, allo Zen, l’agguato all’ex collaboratore di giustizia Raimondo Gagliano, che riuscì a salvarsi per miracolo da un agguato.
Palermo, nel regno del racket e del pizzo. Ma c’è chi ha il coraggio di denunciare
Fonte: Livesicilia.it
Estorsioni a tappeto. Un racket che non dà scampo con la sua morsa. Il ritratto che emerge dal blitz di Palermo è terribile. Ma c’è chi ha la forza di ribellarsi.
Mafia, 95 arresti a Palermo. Svelato mistero su omicidio Petrosino
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
Apocalisse è il nome in codice dell’imponente operazione antimafia, condotta dai pm Vittorio Teresi, Gaetano Paci, Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Dario Scaletta, che ha azzerato Cosa Nostra nei mandamenti di Resuttana e San Lorenzo.
“Le scommesse il nuovo business di Cosa nostra”. Il procuratore Messineo sull’operazione Apocalisse
Fonte: Sì24.it
“Forse apocalisse è un termine suggestivo ma è stata un’operazione imponente. La misura cautelare riguarda 95 persone, non è un record ma è comunque davvero un’inchiesta importante. La zona di San Lorenzo è di grande interesse economico. Cosa nostra punta molto in quell’area in termini di affari illeciti”.
Apocalisse, ecco le intercettazioni che hanno incastrato i boss – Video
Fonte: repubblica.it
Gli incontri e i summit dei boss di Cosa nostra registrati da carabinieri, finanza e polizia. Micropsie e telecamere hanno svelato i segreti di capi e gregari, anche quelli vecchi di cento anni come il delitto di Joe Petrosino.
Colpo alla nuova mafia, 95 arresti
Fonte: Ansa.it
Una vasta operazione antimafia denominata “Apocalisse” è in corso a Palermo: Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza stanno eseguendo 95 provvedimenti restrittivi nei confronti di “uomini d’onore” dei mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo, accusati di associazione mafiosa, estorsione e altri reati.
Mafia, operazione “Apocalisse”: 95 arresti a Palermo
Fonte: Rai News
Nel mirino degli inquirenti presunti affiliati ai mandamentidi Resuttana e San Lorenzo. Tra le accuse associazione mafiosa, danneggiamento e estorsione. Sequestrati beni per svariati milioni di euro
Grande partecipazione al Bitta alla manifestazione di Addiopizzo
Fonte: BagheriaNews.com
Piazzetta Larderia piena come un uovo nei momenti clou, giovani e giovanissimi, coppie con i loro bamibini, gente comune, alcuni commercianti ed imprenditori, il sindaco Patrizio Cinque con alcuni dei suoi assessori e consiglieri comunali [...]
Papa Francesco oltre Wojtyla: per la prima volta un’esplicita scomunica ai mafiosi
Fonte: ilFattoQuotidiano.it
“La Chiesa deve dire di no alla ‘ndrangheta. I mafiosi sono scomunicati”. Papa Francesco, nell’omelia della Messa celebrata sulla piana di Sibari davanti a 250mila fedeli, ha aggiunto a braccio il suo durissimo anatema contro i mafiosi.
Trovato il libro mastro della droga, una donna sfidò il boss dello Zen
Fonte: la Repubblica – Palermo
“Voleva impossessarsi della mia casa, mi ha minacciata”. Adesso è una testimone di giustizia protetta dallo Stato. Il suo atto d’accusa contro Guido Spina, arrestato dalla Dia. Sequestrato il libro mastro dei traffici di droga.
L’appello dei volontari: “Alla Zisa, noi soli contro la mafia”
Fonte: la Repubblica – Palermo
Da due anni i finanziamenti comunali sono bloccati: a rischio chiusura i centri sociali per i ragazzi.